Il concetto di patria e il furore degli eventi
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Il concetto di patria e il furore degli eventi

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Il concetto di patria e il furore degli eventi
Il concetto di patria e il furore degli eventi

 

Il cuore è il sangue. In esso contenuto e contenente si identificano. È del pensiero gotico romantico traslare il fruitore verso i significati reconditi delle parole e ritornare alla primitività delle immagini.

Le immagini concepiscono le parole e con le immagini le pulsioni che scatenano i sentimenti si fanno arte. Il dramma umano è nella dissociazione dalle immagini che l'uomo porta avanti nella propria esistenza.

L'uomo perso è colui che si dissocia dalla comprensione delle immagini primordiali. La visività dei contenuti romantici è un dato che viene poi ripreso dalla sensibilità estetica decadentista e in esso trova compimento il Simbolismo corredato delle varie figure retoriche.

La conquista dell'eternità passa per la morte che s'identifica nel sangue che ristagna. Da qui la pace non può che essere contraddistinta da una breve tregua e il poeta e l'artista romantici ne sono pienamente consapevoli. Da qui l'interesse per il vampirismo su cui s'incentra la scrittura romanziera di Polidori, scrittore medico di cui poco si sa e secondo alcuni pseudonimo di Byron.

L'eroicità è nella contrapposizione alla quiete. È di chi trova la sua collocazione nella furia degli elementi in cui si realizza la visione plastica della Natura.

La primordialità con l'avvento del Sublime, il sentimento più acceso del Romanticismo, diviene la vera patria. Ed è su questo che si concentra il pensiero ottocentesco germanico. Lo sconvolgimento nutre l'anima assetata d'infinito che lo riconosce negli eventi parossistici della Natura. Il mito dell'eroe che domina i marosi contraddistingue le ballate irlandesi trasfuse in vera arte dal Romanticismo anglosassone (vedi "La ballata del vecchio marinaio" di S.T.Coleridge).

In Italia la patria è un'esigenza concreta e ciò spiega l'impegno politico di musicisti e scrittori romantici italiani. L'esigenza di patria non come luogo dell'eternità dell'anima "quindi assoluto" si esprime nel Manzoni anche attraverso l'Adelchi, opera tragica che ci traspone al tempo della dominazione longobarda che conferì successivamente il nome Lombardia alla regione. Partire dalle radici nel piccolo per poi estendere il discorso all'intera nazione è prerogativa del Romanticismo italiano. I particolarismi che costellano la civiltà ottocentesca da noi porranno dei limiti importanti al progetto di costruzione nazionale e persisteranno a unificazione avvenuta. La patria allora s'identifica nella disgregazione del vecchio mondo, del conosciuto ormai discioltosi, eppure presente come un lembo sotteso in tutti i componimenti di Leopardi quale espressione di un'aristocrazia familiare tradita e resa fragile dagli eventi.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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