Di contro tendenza rispetto al tema della figura femminile durante il periodo romantico, appare di primo acchito la Lucia di Manzoni.
La donna rappresenta l'ignoto, è la forza indomita della Natura che cela al suo interno la capacità empatica di cogliere il dolore e l'inquietudine insiti nell'altro. Accende e stravolge, come ben ricordano le opere delle sorelle Bronte. È il confronto costante col mistero che seduce e sferza. La forza del destino (non a caso il titolo di una delle tragedie di Verdi, che narra quanto deriva da un matrimonio ostacolato) è una corrente impetuosa che trascina con sé e acceca chi gli si oppone. È quanto suggerisce il personaggio Lucia del Manzoni, in rapporto all'Innominato e alla perigliosa conversione di costui.
Lucia è una santa il cui culto ha radici antiche e anteriori al Cristianesimo. È colei che rappresenta il trionfo della luce sulle tenebre in rapporto al Solstizio d'Inverno. È la protettrice della vista e per traslato del buon cammino. Nella Milano longobarda il culto si diffonde e vede confluire e sovrapporsi elementi della cultura nordica pagana a quelli cristiani. Il culto di Santa Lucia è ancora molto avvertito e in quella notte i bambini ricevono doni che simboleggiano un augurio di luce. L'offerta della luce è il dono più significativo che si possa ricevere e contraddistingue i passaggi basilari del culto giudaico cristiano. La luce di Dio ci pervade e tramite la luce Dio ci riconosce figli suoi. Emblematica a riguardo è l'accensione del cero durante le veglie di Natale e Pasqua e durante i riti di Battesimo e di Cresima.
La luce della conversione è preparata da forti turbamenti, come riportano numerosi testi agiologici. Nel romanzo manzoniano Lucia è colei che educa l'immaturità di Renzo che di pari passo col procedere della narrazione e al seguito delle varie disavventure si ritrova cambiato e in meglio. Lucia è la ragione illuminata in un contesto, quello dell'illuminismo italiano di anticamera ai moti risorgimentali e di sostegno alle istanze patriottiche.
La forte influenza del Romanticismo Gotico, in particolare dello scrittore Walter Scott, esercitata sul Manzoni la ritroviamo non solo legata alla descrizione della peste e della forte contrapposizione di bianco e nero nel tratteggiamento dei personaggi di Gertrude e dell'Innominato, ma proprio nell'irrequietezza furibonda che Lucia scatena nel nobile. L'amore è un sentimento che lo attanaglia e che dettato da una prospettiva di profonda fede presente nel Manzoni, riabilita e salva. Uccide per donare una vita nuova come ben accade nei rituali iniziatici massonici che contraddistinguono l'altro volto della Milano ottocentesca.
La luce spinge l'uomo a procedere sulla via dell'evoluzione personale ed è quanto suggerisce Renzo che troviamo presente nella prima stesura de "I promessi sposi" col nome di Fermo.