E' tramite il confronto che l'uomo scopre se stesso.
Da sempre l'osservazione della bellezza espressa attraverso il paesaggio esteriore porta l'uomo a smussare l'antro della propria solitudine e a ritrovare Dio nella variegata e molteplice sfera del Creato. L'uomo insaziabile divoratore del tempo, e' riuscito a scalare le ripide pareti della riconosciuta imperfezione ricongiungendosi all'Assoluto non solo inteso come chimerica aspirazione, ma vissuto nei momenti in cui la bellezza lo ha scippato al ferraginoso lavorio del pensiero. Nel sublime metafora dinamica e libertaria dell'Assoluto, l'uomo incontra finalmente Dio. Lo sposa attraverso le poliedriche percezioni sensoriali che armonizzate tra loro sgretolano il pensiero accademico, scisso che vede l'uomo contrapposto a Dio. L'inconoscibile e' la chiave di accesso ai mondi attraverso il cordone del Mistero che congiunge il finito all'Infinito.
L'Infinito e' un anelito che solo tramite l'arte e i linguaggi della Natura l'uomo riesce ad assimilare. Il dualismo crolla con il suo carico secolarizzato di nozioni che fanno l'uomo fedele di una cieca mente. La mente e' luce indagatrice che annebbia e svapora il regno indomito delle percezioni, la sfera emozionale, incattivita e cstretta tra le grigie pareti ello studio analitico. Paradossalmente proprio con l'Illuminismo l'uomo e' andato via via intercettando il valore delle idealita' tramite l'adempimento di una serie di norme che hanno portato a riscoprire il valore della fratellanza sociale. I grandi temi e le grandi conquiste ottenute, da un lato hanno preparato il terreno a una nuova concezione di progresso in ambito sociopolitico, dall'altro hanno investito nuove frontiere. Il concetto di Stato raggiunge livelli ragguardevoli di maturita' al pari di una visione storica che con Hegel si fa sempre piu' consapevole. Parimenti le tenebre generate dall'abbaglio della Ragione,lasciano intravvedere nuove piste prima mai battute.
L'autunno e' bellezza ma anche cio' che prelude alla Morte. L'autunno come il crepuscolo tende all'indefinito che e' l'annientamento dell'oggi, dello scivolamento dell'istante nel Futuro. Basta questo a determinare l' angoscia che per Kierkeegard e' malinconia e patimento insieme.La notte apre i sigilli all'interiorita' nella quale l'uomo puo' riscoprire il contatto con Dio. L'antitesi 'uomo -Dio secondo il pensiero hegeliano, trova la sua risoluzione attraverso la voce di Kierkegaard discordante rispetto agli Accademici. La ridefinizione di Pensiero da lui enucleata anticipa per molti versi l'Esistenzialismo di Nietzsche e apre al mondo della psicanalisi. La Natura con la sua sconvolgenza, astrae l'uomo dal Pensiero e lo conduce a Dio. I pensieri sono nuvole che appannano e dipanano la coscienza che a sprazzi affiora nella sua nudita'. Attraverso il corpo, la fisicita' l'uomo incontra le realta' sottili nello smembramento di quella paralizzante agonia che egli, Kierkegaard, definisce angoscia e che anticipa la melanconia uggiosa degli Scapigliati.