L'ultimo grande Zar. ''Impero Putin'', il docufilm di Massimo Emilio Gobbi
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Massimo Emilio Gobbi

Interviste e Recensioni

L'ultimo grande Zar. ''Impero Putin'', il docufilm di Massimo Emilio Gobbi

L'ultimo grande Zar. ''Impero Putin'', il docufilm di Massimo Emilio Gobbi

Si suol dire che la verità è dalla parte della minoranza e non della maggioranza e il momento storico che stiamo vivendo sembra proprio confermarlo. Parallelamente, quando si pensa a un governo conservatore, viene subito alla mente l'assolutismo francese del Re Sole, così come ogni forma di politica antisociale. A smentire questa seconda opinione è proprio l'epoca attuale in cui il conservatore è colui che porta avanti una visione democratica della società, nel pieno rispetto delle radici umaniste e delle leggi naturali.

Questi sono solo alcuni dei temi che in questa intervista affronteremo con il regista Massimoemilio Gobbi a proposito del docufilm "Impero Putin" in collaborazione col regista americano Oliver Stone.

VIDEO: Intervista esclusiva Padre Amorth, fabrizio corona, massimo emilio gobbi.

 

Alla radice dei conflitti spesso c'è l'incapacità tra popoli di cultura e mentalità diverse di riuscire a comprendersi. In un remoto passato era d'obbligo per i più alti funzionari di stato apprendere la lingua greca, ebraica, latina e araba per riuscire a comunicare con le allora grandi potenze del conosciuto mondo.

Il problema della lingua è sempre stato di grande ostacolo creando così le basi mitologiche alla torre di Babele. Dai tempi del Mito l'uomo ha percorso lunghe strade che lo hanno portato a compiere impensabili salti di civiltà come anche a sostare in zone morte, o a regredire a causa di un non comune e orizzontale senso di sviluppo, oppure a causa dei nuovi principi sopraggiunti spesso fondati su sabbie mobili. E così si è andati avanti, a velocità diverse e lasciando sempre più indietro o ai margini quelle civiltà che si voleva non progredissero perché l'evoluzione dei popoli da sfruttare quasi mai conviene a chi governa nel mondo e detta le leggi.

Il grosso stacco dal passato è avvenuto proprio con l'ingresso nel nuovo millennio che è coinciso con il salto per quella fetta di mondo più progredita in una nuova era che nulla avrebbe avuto in comune col già conosciuto. Mi riferisco alla civiltà tecnologico virtuale che guarda caso per i Paesi Europei più avanzati avrebbe coinciso con l'ingresso nell'Euro. Al di là di un sistema di supporto ideologico, propedeutico alla nuova civiltà imposta, che ha investito tutti i campi della cultura, siamo stati lanciati in una corsa di facili entusiasmi verso un mondo sempre più connesso e dalle distanze sempre più ridotte. Sono stati nascosti volutamente baratri e mostri pronti a spuntare da ogni angolo di un percorso che si è rivelato tutt'altro che agevole, accidentato in più punti. La bolla di sapone è scoppiata e nel delirio collettivo si sono affacciati gli incubi.

Mentre l'Europa affarista insieme a tutto il blocco filoamericano incominciava a cedere e cercava di mantenere alto il suo ruolo di primadonna ricorrendo a strategie propagandiste dispendiose che in cambio avrebbero procurato validi alleati, la Russia, forte di un prestigioso passato imperiale, ha proseguito lungo un percorso di continuità col suo passato di contro al blocco occidentale di un mondo che ha fatto del meticciato un argomento dai duri scontri politici. Il filo già precario del dialogo tra Impero Russo trainato dal neopresidente Putin e l'Europa guidata da potenti banchieri è andato incrinandosi sempre più, al punto da indurre a parlare di due schieramenti: il primo, relativo a Putin, conservatore e identitario, il secondo, dell'alleanza Europa America, invece progressista, dagli ampi orizzonti libertari e liberticidi.

E proprio su questa diversa visione del mondo e concezione di popolo è impostata questa l'intervista che ha come protagonisti il regista Massimo Emilio Gobbi presidente della produzione Cinemaondemand Europa e il suo straordinario docufilm "Impero Putin".

Regista Gobbi, da "Impero Putin" emerge una immagine di Putin molto veritiera e ben delineata. Come nasce il docufilm?

"Impero Putin nasce da un'analisi approfondita della storia dell'Unione Sovietica prima che scoppiasse il conflitto con l'Ucraina."

Lei tiene molto a questa specificazione temporale, ed è giusto perché ancora nel 2018 eravamo tutti o quasi all'oscuro di quanto sarebbe da lì a poco successo e mi riferisco e alla pandemia da Covid 19 e alla guerra con l'Ucraina. Però è anche vero che il suo docufilm accende i riflettori sul pensiero di Putin, spingendo a comprendere le ragioni dietro l'invasione dell'Ucraina.

"Esattamente. Viene fuori il profilo di un uomo che è ben consapevole di essere a capo di un grande Impero. Io mi distanzio totalmente da quanto su di lui viene diramato dai canali del mainstream e mi unisco a quanto è stato dichiarato da Cacciari il quale lamenta il fatto che nessuno si azzarda a dire pubblicamente che Putin sta osservando una condotta da signore."

Cosa dà fastidio di Putin, secondo lei, al punto da dipingerlo con attributi disumani?

"La ragione principale di questo accanimento è che lui è un conservatore e ciò confligge con quelle che sono le direttive imposte dal Globalismo."

La comprensione della figura di Putin, secondo lei da cosa è stata compromessa.

"C'è alla base una questione di incomprensione dettata da una differenza di mentalità. Noi occidentali abbiamo difficoltà a comprendere il progetto politico di Putin perché alle spalle non abbiamo una lunga storia di compattezza culturale e territoriale che ha invece la Russia."

Si attacca ciò che non viene compreso, da sempre l'uomo occidentale si comporta in tal modo e questo non è affatto un bene per nessuno. Quindi, riprendendo il suo discorso, c'è, regista Gobbi, una diversa coscienza storico sociale a separare il mondo occidentale dalla Russia?

"Certo. Ed è proprio questa diversa coscienza della Russia che ha formato una mentalità differente e spiega le ragioni del conflitto nel Donbass e in Crimea."

A proposito dello scontro Russia Ucraina, secondo lei chi è il vero colpevole?

"Indubbiamente Zelensky che non esito a definire un pazzo in quanto ha causato più di 350000 morti nel suo Paese."

Incomprensibile è a mio avviso il comportamento proprio degli Ucraini che non riescono a ribellarsi a lui, anzi continuano a sostenerlo. C'è un divario netto tra Zelensky e Putin.

"Putin proviene da una famiglia povera. È riuscito a diventare presidente dell'"Impero Russia" nel 2000, dopo essere stato all'interno del KGB."

Si denota una formazione severa militare nella sua condotta politica. Lei, regista Gobbi, è spaventato da questo conflitto?

"Onestamente c'è da aver paura, anche perché a differenza dei conflitti del passato, ora in ballo c'è la bomba atomica. Basterebbe un solo errore a determinare lo scoppio della Quarta Guerra Mondiale. In fondo, se si conosce bene la storia, si sa che la Prima Guerra Mondiale è scoppiata proprio per un errore militare."

Secondo lei, l'errore chi lo causerebbe, Zelensky o Putin?

"Ma indubbiamente Zelensky. Putin è un uomo addestrato alla severa vita militare. Sa calcolare ogni mossa e ha ben impresso dentro di sé il valore della vita umana. Zelensky è un pazzo scatenato che non ha rispettato finora neanche un accordo."

Non dimentichiamo che dietro Zelensky c'è l'America.

"L'America di Biden per l'esattezza. Se al potere ci fosse stato Trump, tutto questo non sarebbe successo."

Nel suo docufilm lei ha inserito stralci dell'intervista rivolta a Putin dal regista americano Oliver Stone.

"Si, esatto. Non c'è nulla di truccato. Ecco perché dico che viene fuori proprio la figura di Putin per come realmente è."

Alla base della collaborazione con Oliver Stone, c'è una forte affinità tra lei e lui.

"Sicuramente. Abbiamo la stessa visione geopolitica io e il regista Stone. Lui è antiamericano e antiglobalista come me. Ed è antibiden. Per questo in America negli ultimi tempi lo avversano e gli impediscono di lavorare."

Anche lei, regista Gobbi, qui in Italia sta incontrando enormi difficoltà.

"Ormai qui chi è contro la visione bipolare del mondo portata avanti dalle Sinistre, nel cinema e nell'arte in genere non va avanti. Viene fermato."

Prevede altre collaborazioni in futuro con Stone?

"Non saprei. Io sono una persona libera, mi considero un battitore libero nel mio lavoro. Non amo condizionamenti e pressioni."

Dall'America ci spostiamo alla nostra bella Italia. Cosa dovremmo fare, quale politica attuare in questo clima di guerra, per non subire altri danni?

"Ciò che l'Italia dovrebbe fare è smettere di seguire l'Europa, agire per i propri interessi incominciando col togliere le sanzioni alla Russia che distruggono la nostra economia non quella russa."

Lei regista, ha vissuto in America per tanti anni. Lì ha studiato Economia e ha avuto l'occasione di entrare in contatto con i capi del Nuovo Ordine Mondiale. Ha anche conosciuto Soros. Che idea si è fatto di lui?

"Soros è sicuramente stato un uomo molto potente in passato. A lui si attribuisce la responsabilità di aver affossato la sterlina inglese. Ormai ha più di novant'anni e contano altri. I nomi di coloro che gestiscono l'economia globale, i cosiddetti poteri forti, sono solo pochi a conoscerli. Sono di coloro che comandano a Wall Street."

Quando si parla di Sionismo, si pensa inevitabilmente a Soros e alle altre famiglie che detengono l'economia globale. Cosa pensa lei da Ebreo?

"Non tutto il Sionismo è a favore del NWO. Esiste una piccola parte in cui rientro anch'io che porta avanti una visione democratica dell'economia, che trae origine da una visione democratica della società."

A proposito di Sionismo buono, lei ha rivolto un'intervista molto interessante a Padre Amorth, l'esorcista.

"Sì, esatto. E a seguito di questa intervista sono stato a mia volta intervistato dal giornalista Stefano Lorenzetto, uno dei pochi svincolati dal pensiero dominante e per questo tenuto a bada."

Regista Gobbi, siamo giunti all'ultima domanda. Secondo lei avrànno ancora vita lunga l'Atlantismo e il suo supporto accordato alla politica degli sbarchi?

"Purtroppo temo di sì, anche se sta prendendo piede una visione nuova, multipolare del mondo, grazie a Putin."

Mi chiedo cosa studieranno un domani i nostri figli sui banchi di scuola. Se gli storici e i critici un giorno saranno in grado di fornire una visione netta e lucida di quest'epoca così complicata che noi, loro predecessori, stiamo vivendo da complici o da avversari. Si ritiene che la verità prima o poi la spunti e stenda una nuova alba sul mondo e sull'umanità. Noi tutti oggi come oggi siamo chiamati a prendere una posizione definita a favore dell'uno o dell'altro schieramento perché nella zona grigia non si può più stare. Siamo chiamati tutti a lottare che è altro dal fare la guerra, affinché questo strato di nebbia opprimente si diradi e si dia al sole la possibilità di tornare a splendere. Agire per reagire mai come questa volta potrebbe restituire a noi tutti la possibilità di recuperare le redini della nostra vita che inconsapevolmente abbiamo rassegnato nelle mani di altri che a tutto pensano, fuorché al nostro bene.

Ringrazio il regista Gobbi per aver scelto noi de "Il Centro Tirreno.it" per parlare di questo suo interessante lavoro "Impero Putin" che si spera veda la luce su diverse piattaforme del mondo e che sono sicura farà brillare gli occhi anche Putin.

Al regista Massimoemilio Gobbi i migliori auguri di grandi soddisfazioni per questo docufilm e per gli altri che sicuramente seguiranno, da parte mia e di tutta la Redazione.

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli