L'INTERVISTA. ''La vita continua.'' Marielle Stella e l’importanza di andare oltre
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

L'INTERVISTA. ''La vita continua.'' Marielle Stella e l’Importanza di andare oltre

Interviste e Recensioni

L'INTERVISTA. ''La vita continua.'' Marielle Stella e l’importanza di andare oltre

Il preludio della vita è un oceano solcato da vascelli in legno pregiato e intarsiato, con rostri che sfidano i marosi e vele che abbracciano e sfidano i venti molto spesso burrascosi e urlati dalle tempeste.

Nonostante ciò, quelle vele, seppur lacere, si aggrappano saldamente e con tenacia all’albero maestro o all’albero di mezzana, poiché viva è la speranza di poter attraccare in un porto sicuro dove dimenticare le avversità del mare che conduce la sua ostinata battaglia. A questa il mare ha sottoposto i velieri che tanto lo amano, da adorarlo sull’altare delle proprie anime.

Uno di questi è Marielle Stella, designer e creatrice di gioielli con la passione del mosaico, che da anni convive con una patologia che porta il nostro organismo a non tollerare un certo ambiente chimico o una certa classe di sostanze.

Volendo ricostruire il percorso della sua patologia, a quando risale l'inizio?

“Tutto cominciò nel 1986, anno in cui mi sottoposi ad un intervento chirurgico odontoiatrico a seguito del quale, con l’adozione di anestetici locali, cominciai a sviluppare i primi sintomi di quanto è successo poi nella mia vita.”

Veniamo all'episodio dell'incidente stradale, quali conseguenze ha su di lei riportato?

“Posso dire che la mia malattia è stata stravolta radicalmente allora. Era il 2003 quando, a causa delle conseguenze di un terribile incidente d’auto avvenuto nel maggio del 2000, venni sottoposta ad un intervento chirurgico alla schiena, che mi procurarò dolori atroci e l’immobilità totale degli arti inferiori.”

Lei questi dolori li avverte ancora?

Purtroppo sì. Sono dolori che a tutt’oggi persistono senza tregua per tutto il giorno.”

Volendo fare l'anamnesi della sua malattia, cosa secondo lei l'ha determinata?

“La malattia è stata determinata da una serie di fattori quali: pregresse infezioni batteriche e virali, eccessiva assunzione di farmaci (antibiotici e cortisone) presi in diversi periodi, durante l’infanzia e l'adolescenza soprattutto. Quest'assunzione massiccia è stata aggravata da un carico eccessivo di metalli pesanti dovuti alla presenza di amalgama. Pertanto questi fattori combinati tra loro, hanno comportato l'insorgenza di allergie con sintomi a livello cutaneo, che respiratoria, che a carico dell’apparato digerente.”

Nel 2003, qual era la sua situazione?

“Il quadro della situazione era notevolmente peggiorato e non mi rimaneva altra soluzione all'infuori dell'intervento chirurgico per erniectomia L5-S1.”

Dopo questo intervento, cosa è successo?

“Purtroppo, a seguito dell'anestesia ho riscontrato un malessere generale post operatorio che mi ha scatenato diversi sintomi quali: astenia, tachicardia, vertigini in coordinamento motorio, crisi respiratorie in presenza di detergenti e profumi. A questi disturbi si sono aggiunti ricorrenti crisi lipotimiche e persistenza dei disturbi sensitivi e motori all'arto superiore destro e all’arto inferiore sinistro. Poi, allergie ed intolleranze a farmaci, alimenti e additivi.”

Lei si è posta allora delle domande su cosa non avesse funzionato e sul perchè il suo corpo reagisse in quel modo.

“Ho trascorso tre lunghissimi anni cercando di capire perché il mio corpo rifiutasse tutti i farmaci, gli odori, gli alimenti e quanto derivasse da sintesi chimiche.”

La risposta è arrivata?

“La conferma ufficiale arriva nel mese di Marzo del 2012 con la seguente diagnosi: Mercurialismo, allergie a farmaci, alimenti e inalanti, stress ossidativo, Patologie Ambientali (TILT).”

Quindi, c'è stata una vera e propria diagnosi?

“Nel mondo scientifico la diagnosi è stata controversa ed in alcuni casi collegata a sintomatologie psicosomatiche. Il nostro ministero della salute l’ha definita un disturbo cronico, reattivo all’esposizione a sostanze chimiche, a livelli inferiori rispetto a quelli generalmente tollerati da altri individui.”

Quindi, ci sono stati dei pareri contrapposti.

“Sì, e questo non è ammissibile perché qualsiasi problematica relativa alla salute dovrebbe avere la stessa considerazione da parte di chi opera in ambito sanitario, senza distinzione o discriminazione. Purtroppo ciò non succede perché le multinazionali del farmaco sono votate solo ai loro interessi.”

Cosa significa essere affetti da Sensibilità Chimica Multipla?

“L'MCS ha stravolto la mia vita. Ho smesso di stare a contatto con gli altri, non tolleravo i profumi, il fumo delle sigarette, non potevo girare per negozi, frequentare ristoranti, cinema e teatro. Gli uffici pubblici e i supermercati erano diventati barriere chimiche insormontabili a causa delle profumazioni ambientali e dei prodotti chimici utilizzati”

Marielle, lei oggi ha recuperato, anche se non appieno, una buona qualità di vita.

“Sì e sono giunta a una conclusione, ossia che biologicamente noi esseri umani non siamo stati creati per far fronte a tutta questa chimica. La chimica non fa male solo a chi soffre di sensibilità chimica multipla. Noi la avvertiamo in anticipo perché siamo più sensibili. In ogni caso, quello che fa male a noi, fa male a tutti. Per tale motivo sono contraria all'estensione indiscriminata dei vaccini e dei medicinali. Se ne prescrivono o utilizzano troppi e non come dovrebbe essere: solo al bisogno. Quando nasciamo, il nostro organismo ha già tutti gli anticorpi e nel tempo ce ne dimentichiamo.”

Marielle, lei è nativa di Chartres e dopo una parentesi in Sicilia, dal 2011 ha scelto come residenza il distretto laniero di Biella e in particolare, il suggestivo borgo del Piazzo. Come mai?

“Ho fatto una semplice ricerca di mercato e a seguire ho scelto un posto equidistante dai principali centri come Torino, Milano ed Aosta, che fosse funzionale al mio lavoro di designer. Dove vivo, ho fatto ristrutturare un immobile ideato e progettato da me, secondo i criteri dell'architettura eco-sostenibile. Un lavoro che è durato 7 anni.”

Quindi, lei ha seguito particolari criteri relativi alla architettura ecosostenibile.

“Oggi va di moda il termine "bio-architettura", un settore in cui partendo da parametri scientificamente riconosciuti, si fa tanta speculazione sulla base di valutazioni distorte. Una buona architettura eco-sostenibile sta soprattutto nella selezione dei materiali. Anche un semplice lamellare per noi pazienti di MCS può essere problematico per l'impiego della colla. La mia casa doveva necessariamente accordarsi alle mie esigenze lavorative. Essendo io una persona che opera in diversi campi artistici che vanno dalla creazione di gioielli e di mosaici fino all'interior design, sognavo una casa che mi consentisse di lavorare in piena armonia e di andare avanti, malgrado le avversità della vita. Le mie esigenze si riflettono anche nella decisione di risiedere in un centro abitato e non in luoghi remoti isolati (soluzione che invece qualche associazione vorrebbe proporre, con l'obiettivo di ghettizzare i soggetti con MCS) rendendo così la mia abitazione in Italia un modello unico di casa sana e terapeutica."

Qual è attualmente il rapporto con la sua malattia?

“Essa fa parte di un percorso parallelo alla mia persona che continua a creare, a progettare... a vivere pienamente... La vedo così.”

 Qual è il messaggio che lei sente di voler trasmettere con questa intervista?

“Il messaggio che voglio trasmettere è che la vita prosegue.”

 Si va avanti perché si deve andare avanti. È questo che ci viene insegnato dalla scuola della vita. Ma oggi alle risposte preconfezionate c'è bisogno di abbinare serie risposte. Perché oggi? Cosa ci rende diversi l'oggi dal passato? Ci rende diversi il salto verso un domani dalla continuità nebulosa e dal fragile passato. Il salto verso un futuro buio che necessita di tutta la nostra umanità e di un bagaglio solido di esperienze fatte e attraversate, non più apprese dai social o per bocca di altri, spesso individui dall’accecante ambizione di diventare personaggi, pur senza essere capaci di imprimere orme. Questo, in un tempo in cui ci si sente vecchi da un mese all'altro e perciò si diventa assetati di una giovinezza che s'insegue senza poterla vivere. Questo, in un presente in cui ogni cosa sembra avere perso sapore. Il passato è importante per non sbriciolarsi nel presente vacuo, e per mettere radici al futuro che si spera ristabilisca l'uomo al suo posto con tutte le sue fragilità, imperfezioni e insicurezze.

Nonostante le avversità con cui le onde l’hanno spietatamente avvolta e trascinata, Marielle ha saputo costantemente mantenere la sua rotta perché l’oceano, la vita è un perenne movimento, è dinamismo, è andare oltre.

Quali Marielle, i suoi progetti per il futuro?

“Dopo sette anni ho finalmente ripreso la stesura del mio libro tralasciata per vari motivi e che intendo portare a compimento. Poi ho in mente di creare una Onlus non solo dedicata alla patologia  di cui soffro io ma anche ad altre problematiche se non vere e proprie patologie di cui poco si parla, alla quale affiancare il discorso dell'arte. Infine, ho intensione di realizzare un docufilm sulla mia esperienza.”

L'intervista di oggi è davvero interessante perché in una realtà che ha abbassato serrande e sipario sulla scena della vita, sentir parlare di progetti e sogni con una vitalità sferzante è davvero qualcosa di balsamico, specie alla fine di un anno che per tanti è totalmente da cancellare, ma che io dico sarebbe il caso di conservare nel disco della memoria affinché non si cada nel precipizio e si faccia un passo indietro, prima del baratro.

Ringrazio Marielle Stella per aver scelto di condividere con noi pagine toccanti della sua vita, con l'intenzione forse anche di essere di monito a una società lanciata a rotta di collo verso una dimensione neutra, fatta della mancanza di tutto l'occorrente che ci porti a sentirci ancora umani. Che il confronto di chi non per paura, ma per necessità è costretto a rinunciare a tutto questo ci aiuti a partorire un presente e un futuro migliori. Intanto, a Marielle Stella sentiti auguri per la sua salute e la realizzazione di sogni e progetti, da parte mia e di tutta la Redazione.

Scarica il PDF dell'intervista: L'INTERVISTA. ''La vita continua.'' Marielle Stella e l’importanza di andare oltre

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli