L'essere complessi è di chi ha la facoltà di assorbire e introiettare ciò che appartiene al mondo esterno al tempo stesso connesso col proprio mondo interiore. La complessità è tutto ed è in rapporto empatico con la semplicità. La complicatezza invece è la negazione della semplicità. Chi gode di un'anima libera è complesso perché viaggia intimamente nella realtà scegliendo di accogliere ciò che sente proprio. Se l'essere complicati è esclusivo di chi si serve come arma e guida della ragione che utilizza, la complessità è di chi vive in stretta relazione col mondo immaginifico. La complessità è comprensione del valore intrinseco alle cose.
Gli artisti, quelli veri, sono complessi e attraverso le increspature delle immagini che accolgono, trovano il proprio estro dinamico.
Nella pittura la complessità è ricchezza che anche attraverso un linguaggio a volte ripetitivo e difforme, carpisce e reinventa tasselli unici d'infinito.
Le opere pittoriche di Doriana rappresentano quanto appena detto. Nella complessità poliedrica della sua arte si coglie la necessità di espansione emozionale. Doriana attraverso i suoi dipinti traccia un racconto in cui il colore si fa portavoce di un fattore connotativo espresso in ogni lavoro. Pur nella variegata produzione stilistica, ogni opera reca in sé l'impronta della sua autrice, derivante dal parto della luce che da concezione astrattamente visiva si materializza in ogni suo singolo lavoro. Che siano alberi, inquadrature di giardino con al centro un ruscello che scorre e riflette il mondo radioso alquanto sfuggente del cielo, o ancora volti e uccelli variopinti, i quadri di Doriana proiettano al contrario su un mondo interiore in cui la luce diventa figlia di ogni forma.
Il suo è un mondo immaginario a prescindere dai dettagli esistenti e lei lo dipinge rivisualizzandolo al buio.
“Io non dipingo mai il reale per come esso mi compare davanti, bensì in differita e al buio.”
“La mia pittura nasce dal buio dentro gli occhi.”, dice Doriana. Ed è così che, ergendosi nella sua umiltà a primigenio creatore, ella dà vita a una nuova visione palpabile e altresì sognante del già visto, incastonando le forme del reale perfettamente tra loro e addolcendole con i colori.
L'armonia di sfondo alla sua persona si riscontra nella policromia dei colori e nella predilezione delle tonalità di azzurro e indaco, i colori dell'anima. Non mancano i rossi ad evidenziare l'approccio passionale ma mai puramente carnale. La tensione verso il buono e il bello in lei si identifica e trova il suo espletamento nel Creato. I pianeti e i corpi stellari sono sfere globulari che richiamano la concezione ultramoderna dei multiversi, mentre l'incastonamento delle forme geometriche che compongo di colori le figure, richiamano i vetri tiffany che a loro volta riportano alla concezione gotico medievale della luce filtrata dalle imponenti vetrate delle cattedrali.
C'è del magico in Doriana e non potrebbe essere altrimenti. Questo suo approccio magico alla realtà fortemente spirituale riconduce per vie visive a Klimt in cui però forte era l'imprinting di un ordine geometrico che ben si armonizzava con la ricerca di un gusto estetico molto raffinato. In Doriana prevale la spontaneità con l'inconscia genuinità che l'attraversa interiormente senza penalizzare i suoi lavori policromatici. È semplice e grande la sua pittura, come lo è lei.
Nelle sue opere il vuoto viene prosciugato dal colore che è vita e vitalità e in quanto tale, orientato al bene. Il bene non è solo nella fratellanza tra gli uomini ma lo troviamo a iniziare dalla lettura del Creato. Questo è insito nella poetica di Doriana che ama profondamente la Natura, al punto di profondersi in essa. L'abbraccio agli alberi in lei è reale e concreto e si fa linfa energetica della storia della propria anima che lei senza riserve e col coraggio del cuore sversa nella sua arte prescelta ma non per lei unica: la pittura.