L'INTERVISTA. L'Artivismo del Teatro. Roberta Gasparetti e ''Io sono Medea''
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L'INTERVISTA. L'Artivismo del Teatro. Roberta Gasparetti e ''Io sono Medea''

La donna ha sempre avuto un ruolo cruciale nella trasmissione dell'oralità.

VIDEO: IO SONO MEDEA

 

Contraddistinta nella sua triade dalla scansione delle tre età, è nell'età matura che diventa guardiana della saggezza più antica e sua testimone. Se consideriamo che oggi i due emisferi maschile e femminile sono tra loro molti confusi e che questa confusione sta dando ampio margine di azione al genere neutro in via di affermazione, un tempo in cui i tamburi ricoprivano le distanze col loro timbro grave mantenendo vive le forze oscure della terra, i confini tra i generi e tra le rispettive culture erano senz'altro più nitidi.

La donna, con l'avanzamento della cultura del ferro, ha perso sempre più terreno all'interno della sua comunità, divenendo un gatto che ha cura del proprio ambiente circoscritto di cui però a lungo è stata regina di spiritualità e di gestione pratica.

La possessività che contraddistingue la femmina di molte specie animali è stata mitigata dalla maestria della donna nell'accoglienza che però innanzitutto era spirituale e legata alla coltivazione della bellezza in tutte le sue molteplici valenze anche artistiche.

Dell'ambiguità del ruolo femminile oggi e soprattutto della sua inoperosità per non dire passività all'interno della vita odierna, in tanti tra artisti e attiviste si stanno occupando. Un'attenzione sicuramente di riguardo merita l'attrice, doppiatrice, autrice Roberta Gasparetti che ha deciso di trasporre sulla scena la sua Medea con lo spettacolo multimediale dal titolo Io sono Medea per la regia di Fabio Luigi Lionello.

Roberta, colpisce la dolcezza della sua voce trapunta di note di silenzio che esprimono tanta serenità. Lei vive a Roma da quando aveva 18 anni, ma non è romana.

“Infatti sono di Pordenone, romana ormai acquisita dal momento che vivo a Roma da tanti anni. Riguardo alla mia voce, sono felice che trasmetta sensazioni piacevoli di serenità. Non so se definirmi una persona al suo interno armonica e se questo fosse vero, sarebbe sicuramente il risultato di un lungo lavoro condotto dentro di me anche con tanta sofferenza. Ho studiato molta filosofia, ho fatto percorsi spirituali e religiosi che mi hanno portata a conquistare una certa serenità e ancora mi considero in cammino.”

La crescita interiore è basilare per ogni anima sensibile che cerchi di smussare certi spigoli e altresì di colmare lacune dello spirito in cui facilmente rischiamo tutti di impantanarci. Definirla attrice e sceneggiatrice è un po' riduttivo, in quanto lei ha a cuore la comunicazione in tutti i suoi aspetti.

“Sicuramente. Diciamo che mi occupo di tante cose. Innanzitutto sono attrice e doppiatrice, poi anche sceneggiatrice e scrittrice.”

Soffermiamoci sul suo lavoro di doppiatrice, anche perché la mette in costante relazione con il mondo dell'infanzia.

“Si’, perché io doppio non solo attrici di film ma anche personaggi di cartoni animati. Personaggi che spaziano dalla specie umana come ragazzini, bambini a personaggi totalmente inventati, per finire ad animali come ad esempio la scimmia, il gatto e altri.”

È molto importante questo approccio professionale al mondo dell'infanzia perché in un certo senso lo ritroviamo nella sua Medea di cui parleremo a breve. Lei, Roberta, ha doppiato anche attrici di film importanti.

“Sì ma su questo non lascio trapelare alcuna indiscrezione per una forma di rispetto verso le artiste che doppio.”

Lei ha un grande rispetto dell'essere umano e una spiccata sensibilità che incrocia il passo con la timidezza. Eppure, Medea è un personaggio femminile molto forte.

“Nel momento in cui decidi di scrivere un testo, metti da parte il tuo ego e ti cali completamente nel personaggio che interpreti. A me piace smettere di essere chi sono e calarmi in personaggi che sono altro rispetto a me. A breve uscirà una mia raccolta di racconti dal titolo "Colori", in quanto ad ogni racconto è associato un colore. All'interno c'è pure un racconto comico.”

Quindi si riaffaccia in lei per altre vie il mondo dell'infanzia. I colori fanno parte della Natura, sono il vestito della realtà che ci ospita. C'e' in questa raccolta un qualche riferimento al ciclo delle stagioni e della vita?

“Sì, in un qualche modo traspare, anche se ogni racconto è incentrato su un particolare momento che lo riguarda e che si conclude in quel racconto.”

Veniamo ora a Medea. La sua è una Medea rivista e reinterpretata, per molti versi diversa dal personaggio che abbiamo conosciuto e imparato ad amare già ai tempi del liceo, in relazione alle tragedie greche che comunque ne hanno sempre sottolineato l'imponenza femminile, la Madre.

“La storia di Medea, poi trasferito in tragedia, era molto più antica della versione greca da noi conosciuta. La storia nel tempo si è modificata, è stata anche manipolata volutamente fino a diventare la tragedia che tutti conosciamo, con le debite differenze tra i tragediografi che, chi più, chi meno, hanno messo in risalto determinati caratteristiche confacenti alle proprie finalità contenutistiche. Il dato importante che emerge dalla trama originaria è la fine dell'età matriarcale e l'inizio di quella autoritaria patriarcale.”

L'autorevolezza femminile soppiantata dall'autorità maschile. Per alcuni versi si potrebbe parlare del concetto di potenza soverchiato da quello di potere. Lei ha condotto delle ricerche approfondite, al fine di rintracciare l'originaria storia di Medea.

“Si’, ho ascoltato le cantastorie greche che sono le depositarie della Tradizione più autentica.”

Medea è una donna energica, una combattente. Viviamo in un'epoca in cui i valori sono andati alla deriva della società. Secondo lei, a riguardo è da attribuire una qualche responsabilità alla donna attuale?

“Io credo che in ogni epoca ci siano delle mutazioni necessarie. Oggi purtroppo viviamo condizioni di strascichi legati a situazioni pregresse, manipolate all'occorrenza tramite forzature. Assistiamo ogni giorno a casi di ingiustizia che ritraggono la società del presente e alimentano conseguenzialmente la violenza che ormai ci circonda e in cui siamo immersi quotidianamente perché riproposta anche dai media e dalla televisione. La donna che un tempo aveva le redini di ogni equilibrio, oggi è responsabile di questa società in decadenza in tutti i campi, perché passiva e assente in un certo senso. Ha deposto lo scettro della sua potenza ed è diventata complice. La Donna è la Creatrice e deve recuperare prima che il suo ruolo, la coscienza di sé. Ecco pertanto la mia Medea. Medea è colei che si è persa, si ritrova, si scatena e ritorna.”

Molto efficace quanto ha detto, Roberta. E sicuramente la sua Medea è un lavoro che merita di essere visto. Quando il debutto?

“Grazie! È previsto per il 17 ottobre prossimo al teatro di Documenti al Testaccio.”

Rientra in un progetto molto più ampio che lei e altre attrici sensibili portate avanti allo scopo di promuovere l'importanza del teatro che oggi, anche a seguito degli scarsi finanziamenti erogati dal Governo per fare fronte all'emergenza Covid, si sta perdendo.

“È un progetto che evidenzia il coraggio che ancora oggi la donna può dimostrare e che porta avanti l'idea di fondo espressa dal termine “Artivismo" che contraddistingue tutte noi.”

Termine che prevede un cambiamento nel modo di fare teatro.

“Sicuramente. I giovani tendono a seguire poco e male il Teatro che quindi deve dimostrare la sua valenza confrontandosi col mondo, incontrando il mondo, esibendosi per strada, nelle stazioni del metro'... nelle piazze, ovunque ci sia uno spazio. È importante che non sia la gente ad andargli incontro, bensì il contrario. È il Teatro che deve incontrare la gente.”

Bello. Nell'articolo dell'intervista abbiamo riportato il link inerente al progetto che lei, Roberta e tante sue colleghe intendete portare avanti. Un tempo si istituivano i corsi di teatro nelle scuole superiori. Oggi c'è molta distrazione a riguardo.

“Esistono i bandi ma con le misure anticovid è tutto più complicato.”

Concludiamo ritornando alla sua Medea. C'è solo lei sulla scena e il coro alle sue spalle.

“Sì. Medea sono io e vi aspetto.”

È della donna la capacità di reinventarsi e convogliare in un processo di rinascita il mondo che le si muove attorno. È della donna in quanto forza creatrice ed operosa all'interno della Natura e di ogni singolo microcosmo. Se l'uomo fin dall'antichità ha mosso la Storia intervenendo con le armi e la violenza, alla Donna il compito di ricomporre in un mosaico di Bellezza i cocci caduti e di offrire una nuova prospettiva di vita.

La donna è la misura delle cose per come possono diventare ed essere con la partecipazione di tutti.

Ringrazio Roberta Gasparetti per essere stata con noi e averci illuminati sul ruolo di autoriscoperta della Donna tramite il suo meraviglioso progetto. A lei e alla sua Medea i migliori auguri e complimenti da parte mia e della Redazione.

Link del progetto portato avanti dall'attrice Roberta Gasparetti_ 

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli