Se la vista secondo la cultura occidentale è guidata dalla ragione che tende a ridurre le zone d'ombra, gli occhi oggi soprattutto sono addomesticati alla percezione più che alla visione effettiva. La realtà è coperta da una maschera che mette a nudo le carenze non espresse e che nessuno vuole accettare. L'imperialismo consumistico ha viziato la percezione della realtà truffando l'occhio dell'osservatore, che si trova subdolamente asservito alle logiche di potere che filtrano l'informazione distorcendo e piegando le realtà a determinati propositi. A rimetterci in questa operazione di manipolazione e’ soprattutto la scala di valori paradossalmente investita da macchinazioni tese a far risultare vero o giusto ciò che non lo è, complice il mondo virtuale. Oggi assistiamo all'esasperazione di una logica trasformista che partendo da presupposti ideologici tesi a liberare l'immagine dai contenuti, trae origine dalla contestazione del Sessantotto, e passando per le culture punk e post punk finisce all'odierna era digitale. Certi processi evolvono sotto la spinta di un pensiero organizzato, dai retroscena non sempre gestibili e fruibili da tutti. Proseguendo il nostro viaggio tra i paradossi della normalità che ha nel perbenismo conformista il suo paladino e difensore, in questa intervista conosceremo e apprezzeremo il filone del Cinema Indipendente Estremo solitamente associato al porno e all'horror, ma che in realtà è anche altro. Il videomaker Fabio Lord c'introdurrà in un mondo molto complesso e ancora in parte sconosciuto.
Fabio, cosa s'intende per Cinema Estremo?
“S'intende un Cinema che mette a nudo la realtà, mostrandola per come appare realmente, senza quelle vie di mezzo che in genere ne alleggeriscono i tratti. Nel Cinema Estremo trova posto il settore del Porno, dell'Hard e di tutto ciò che e’ nudo e crudo. Quindi anche la violenza in tutti i suoi attributi.”
Sortisce un effetto catartico sullo spettatore?
“Non ha alcuna finalità etica o ideologica. Mostra e rivela ciò che il Cinema tradizionale tende a nascondere.”
In base a quanto detto ora, che tipo di clientela lo segue?
“È un Cinema sommerso che clandestinamente riporta molte visite a proposito di scene e trailer postati in rete. Il pubblico è variegato. Si parte da quello di nicchia per arrivare a un pubblico più semplice mosso il più delle volte da curiosità.”
Viviamo in un'epoca condizionata fortemente da una spinta ideologica perbenista che si esprime anche attraverso fenomeni sociali preoccupanti che vengono dirottati su piste dettate dalla politica del profitto. Il perbenismo di oggi, come lo vede in relazione al Cinema Estremo? Lo considera un nemico o al contrario e in un certo senso inconsapevolmente, le sembra di sostegno e d'incoraggiamento?
“Diciamo che nei presupposti non esiste un orientamento ideologico che sproni questo tipo di Cinema il quale resta svincolato da qualsiasi condizionamento. Semplicemente il Cinema Estremo ha come finalità quella di mostrare ciò che il tradizionale, o per paura o per freni di vario tipo, evita di proporre all'attenzione del pubblico.”
Sicuramente. Io credo che comunque il perbenismo che ci riporta indietro di quarant'anni, al tempo dell'anticonformismo postpunk, in realtà cerca di controllare e addomesticare l'arte che si prefigge la rappresentazione nuda e cruda di impulsi e istinti primitivi e radicati nell'uomo, sortendo l'effetto opposto, ossia si rivela di richiamo. Fabio, lei è un cultore del Cinema anni Ottanta. Cosa la colpisce a riguardo di preciso?
“E’ un Cinema fatto bene che trasmette cura e arte. Non mi riferisco solo al Porno che era contraddistinto da una forte impronta erotica, quindi di ricercatezza estetica, ma anche all'horror che ha visto ad esempio in Dario Argento un grande maestro. Ciò che mi colpisce di quel Cinema è la forte impronta contestativa al dominio ideologico borghese espressa molto bene da maestri della regia come Amato, Cavallone, Lucio Fulci e non ultimo da Dario Argento.”
Paradossalmente a quanto da lei sostenuto a riguardo della fedeltà al reale che è il motivo d'ispirazione del Cinema Estremo, lei non disdegna gli eccessi nelle riprese.
“Sì, perché la realtà è ben più pesante e forte di quella che ci fanno vedere. Io tendo a eccedere anche riguardo alle foto che mi rappresentano, perché filtri e trucchi mi descrivono in maniera più oggettiva della semplice foto. L'autenticità è un bisogno dell'anima e viene veicolata attraverso trucchi che ci rendono più veri.”
Sarebbe come dire che la maschera rivela chi la indossa. Lei ha una casa di produzione cinematografica vera e propria?
“No, noi provvediamo a girare scene utilizzate poi da registi e case di produzione per i film che confezionano. Facciamo casting e provini per film e per i nostri trailer. Ormai il discorso della produzione cinematografica in Italia è chiuso. Non esistono più produttori come Cecchi Gori e altri grossi nomi. Le grandi produzioni persistono in America e in alcuni Stati europei.”
Peccato. Ritornando al cinema anni Ottanta, cosa e’ cambiato tra le attrici porno di oggi rispetto a quelle di allora?
“Oggi il Cinema, anche il Porno, è tutto meccanizzato e quindi non rilascia emozioni. Un tempo le attrici lavoravano sulla seduzione. Il film porno era innanzitutto erotismo. Oggi è tutto più squallido, ad uso e consumo.”
Nel tempo, il termine “tradizione" ha assunto il carattere sterile di “convenzione" ed è servito a sostenere il principio ideologico di omologazione a cui il Consumismo ci sta vincolando. La Tradizione dovrebbe essere al di là di ogni forma di giudizio imposta da una moralità di costume soggetta alla contingenza del tempo. Se i costumi cambiano, la Tradizione dovrebbe supportare il concetto di fissità intorno a cui far ruotare i mutamenti sociali. Oggi questo non c'è e la fa da padrona la dissacrazione di ogni principio che paradossalmente proprio dall'ottica perbenista e borghese trae la sua forza. Negli anni Ottanta gruppi come i morbidi Soft Cell's o gli estremi Virgin Prunes hanno portato alla ribalta delle coscienze la banalizzazione dell'amore a cui la cultura conformista e paninara ci stava inducendo.
Questa intervista la trovo alquanto interessante perché consente di meditare e riflettere su tanti argomenti come quello di Fede e sentimento, che troppo spesso diamo per acquisiti senza quel trasporto interiore che andrebbe riconsiderato per non scadere nella mercificazione di tutto e di quei valori necessari sui quali costruire la vita. Ringrazio pertanto Fabio Lord per averci consentito di riprendere certi argomenti per me fondamentali nella crescita positiva di una civiltà. A lui e ai suoi progetti i migliori auguri da parte mia e della Redazione.