C'è chi conosce la valle nel congiungimento con gli abissi del mare e chi invece segue l'andirivieni degli eventi come sulla cresta di onde in tempesta, purtuttavia rimanendo a galla. La vita trascina o la si indirizza come fa un timoniere con la sua nave. Nelle vie di mezzo se ne esce virtuosi ma distaccati per aver posto una lastra di ghiaccio tra l'io e le cose. Il più delle volte ci si taglia affrontando la vita di petto e si urla a squarciagola quando non ci si vuole arrendere all'ultimo respiro.
È delle anime forti e tumultuose non vedere mai l'orizzonte ma in eguale misura essere sempre baciate dalla luce aurorale a cui si arrende l'ego come una donna che abbracci gli istanti di vento e rugiada. L'abbraccio è sintesi, connubio nuziale tra vita e morte e la vita che si sta per raccontare descrive benissimo i tanti abbracci, quelli stanchi e rigati e poi, quello mancato a un soffio da lei.
È dei cuori forti correre selvaggi, a volte rimanendo incompresi dietro l'angolo di una strada, a volte per sempre. E nella vita dell'attore Adriano Fumagalli di cuore ce n'è davvero tanto, forse troppo, da mettere da parte teorie e pregiudizi e da lasciarsi andare tra calme e tempeste.
Conosciuto specialmente dal pubblico femminile per i suoi ruoli lavorativi dapprima all'interno del cinema hard che grazie al suo apporto ha conosciuto eleganza e stupore, stravolgente passione nelle sue note più accese, Adriano la vita l'ha vissuta lavorando tanto e nei settori piu’ disparati. Pertanto piu’ di tanti altri ha conosciuto l'essere umano sul campo e non dietro le quinte.
Adriano, lei si è confrontato con la vita nella sua totalita’ di esperienze, galoppando tra alti e bassi. Ha raggiunto vertici di celebrità che l'hanno reso desiderato e persino amato.
“Sì, molti anni fa, lavorando come attore nel cinema hard. Ero acclamato, ricchissimo e richiesto dalle trasmissioni più disparate. Ho rilasciato interviste a eccellenti giornalisti come Bruno Vespa, cosi’ come a brillanti presentatori come Gerry Scotti.”
Poi ha lasciato quel lavoro e quel mondo. Come mai?
“Non per questioni legate a luoghi comuni o al moralismo, perché a dire il vero, l'autenticità non si trova da nessuna parte, bensì perché mi ero stancato. Nel cinema hard le interpretazioni si somigliano tutte. Non hai molte occasioni di spaziare e di esprimerti come nel Cinema normale. È un mondo ripetitivo che a lungo andare nausea. Le differenze compaiono anche nei lavori hard. Ci sono per esempio i film senza trama, composti solo da immagini e scene porno, e poi quelli con un abbozzo di storia, ma bene o male il lavoro resta ripetitivo.”
Adriano, chissà quanti lettori la invidieranno a saperla con donne bellissime non accessibili a tutti!
“Il lavoro è lavoro e lavorare nel porno, mi creda, soprattutto per un uomo non è affatto semplice. Nelle riprese gli attori non sono mai da soli ma con un contorno di operatori che rendono la riuscita di quelle scene molto complicata. Pertanto all'epoca si guadagnava tanto, ma c'era dietro tanto lavoro e sudore.”
Certo, lo immagino. Esiste una forma di pudore che appartiene alla persona ed è profondamente legata alla genetica archetipica che nulla ha a che spartire col moralismo aggiunto. Poi, ha fatto il passaggio al cinema normale. Si è portato dentro uno strascico dell'ambiente lavorativo lasciato?
“Il passaggio non è stato immediato. Sono intercorsi degli anni in cui ho perso un po' la bussola e posso dire che in quegli anni ho buttato parte della mia vita.”
Adriano, colpisce nel suo discorso una matura consapevolezza frammista a un velo di malinconia.
“Io per natura sono freddo, non lascio trapelare i miei sentimenti, ma sono molto buono e incapace di fare del male a una persona, a meno che non sia questa persona per prima a ferirmi pesantemente. Non sono violento, sono calmo... ma se mi provocano, reagisco.”
Anche perché lei si è allenato alla boxe per un po' di tempo.
“Sì, ma non sono l'uomo palestrato, fissato per muscoli e fisico. Paradossalmente, non sono particolarmente attratto dall'aspetto esteriore, bensì dai contenuti.”
Anche in amore?
“Ho amato, a volte in modo travagliato perché per l'attività che svolgevo ero sempre in giro, ma ho sempre e comunque cercato di costruire con la mia donna un rapporto di complicità duratura. Anche con l'ultima che è andata via senza dirmi il perché.”
Lei prima velatamente ha lasciato intendere che il mondo del porno non è piu’ sporco o squallido di altri ambienti che si è trovato a conoscere dall'interno. Ho compreso bene?
“Sì. Il vero squallore l'ho conosciuto dopo, lavorando nel Cinema cosiddetto pulito. Ho visto e incontrato gente disposta a vendersi o a pagare il regista o il produttore per avere una parte in quel film. Ho ricevuto ricatti di ogni tipo per poter lavorare in determinati film, come ad esempio, dover andare a letto col regista o con chi per lui.”
Lei ne parla con la schiettezza assoluta di chi ne ha passate davvero tante.
“Ma veramente tante! E molte me le sono andate a cercare io.”
Ecco, a proposito di quel periodo di passaggio dal porno all'altro cinema, a lei ne sono successe di tutti i colori.
“Sono stato alcolizzato e perché coinvolto in una rissa non scatenata da me, tengo a precisarlo, sono finito in galera anche se per poco tempo. Ho anche conosciuto la dipendenza da cocaina ma ne sono uscito da solo, così come da solo sono uscito dall'alcolismo, ma in questo caso c'è voluto più tempo.”
È bello che lei abbia sottolineato di esserne uscito da solo. Questo però non dev'essere colto come un invito a considerare con leggerezza i grossi nei sociali della droga e dell'alcol. Lei da solo ne è uscito, ma tanti hanno bisogno del giusto supporto medico e assistenziale.
“Io ne sono uscito da solo e semplicemente perché mi ero stufato. Forse dentro di me c'è la necessità di arrivare a qualcosa di profondo.”
Lei, come prima detto, ha una sensibilità che non disdegna.
“Mi sono formato da solo e non come chi non ha famiglia o nasce in un ambiente poco pulito. Tutt'altro! nel caso mio, la famiglia di provenienza era rispettabilissima. Mio padre insegnava Matematica e Fisica all'università e mia madre, avvocato, ha insegnato economia alla scuola serale. Sono figlio unico e ciò che realmente mi e' mancato e’ l'autentico amore tra i miei. Purtroppo non andavano d'accordo. Mio padre è morto qualche anno fa ed era una bella persona, mia madre ha novant'anni ma non la sento.”
E così lei a sedici anni è andato a vivere da solo con i pro e i contro che derivano da questa scelta. E da solo ha conseguito il diploma di ragioniere. Di certo a lei la determinazione non manca e forse è proprio questo che l'ha portato ad uscire da situazioni pericolose.
“Sono determinato e non tollero forzature e soprusi. Il mondo del Cinema lo conosco molto bene. Ho lavorato in tanti film. Così come ho fatto molto teatro live a fianco del tenore che ha lanciato il “Tributo a Pavarotti.”
La sua attività nel porno non le ha precluso poi l'apertura di alcune porte?
“Certo mi è stata preclusa la partecipazione come ospite a varietà come quello della De Filippi. Purtroppo certe scelte non si perdonano. Se invece dal Cinema normale si passa a quello porno, si aprono tutte le porte.”
Purtroppo sfatare il moralismo non è semplice. Lei ha interpretato tanti ruoli?
“Ho fatto la parte del poliziotto serio così come dell'agente corrotto, del delinquente, del mafioso...”
La violenza è stata una costante della sua vita, nonostante lei sia abbastanza tranquillo. Forse la sua determinazione o una rabbia inconscia che lei si porta dentro, hanno suggerito ai registi per lei questi ruoli. Ritornando all'ambiente porno, lei ha avuto modo di conoscere Moana Pozzi.
“Sì, nel 1994 o nel 1996, ora non ricordo, a proposito della prima edizione di “My sex", una tre giorni tutta su questo tema.”
Cosa ricorda di Moana?
“Onestamente non la ricordo una grande bellezza, o comunque sicuramente non era il mio tipo. Era una donna di indubbia intelligenza e cultura. Di ottima famiglia, che faceva quel lavoro per passione, non di certo per guadagno, anche se all'epoca si guadagnava tanto tanto. Oggi non è più così, perché quasi tutto è virtuale.”
Con l'avvento del digitale diversi settori sono entrati in crisi. È interessante il fatto che lei sia stato uno degli ultimi a lavorare fianco a fianco con Moana.
“Sì. Abbiamo fatto in tempo a concludere “My Sex" perché il giorno dopo lei è morta. Dovevamo girare un film insieme, ma non abbiamo fatto in tempo. A quella tre giorni è legato il mio successo e ricordo Moana in riferimento a questo.”
Poi, all'improvviso la notizia della sua morte. Che idea si è fatto lei a riguardo?
“Su questo non so risponderle. C'è chi pensa che sia ancora viva.”
Adriano, ascoltando il resoconto della sua vita, si ha la percezione che la morte sembri in un certo senso sfuggirla.
“La mia è stata una vita rischiosa e all'insegna del pericolo che a volte ho rincorso io, altre volte è stato lui a inseguire me, come quando ho avuto il cancro a seguito dell'alcolismo.”
La morte sembra inseguirla, ma rimane sempre a un passo da lei. Che idea ha della morte?
“Di una compagna, non la temo. C'è.”
Lei crede in Dio?
“Sì, credo nell'esistenza di Qualcuno nell'altra vita, ma non nelle religioni, perché non credo nelle istituzioni. Sono troppo corrotte.”
Lei ha lavorato come modello, come accompagnatore di donne, come guardia del corpo... oltre al lavoro nel Cinema. Cosa si sente di consigliare a un giovane di oggi sulla base delle sue esperienze?
“Di non rovinarsi la vita, di prenderla di petto e di non farsi trascinare. La cosa più importante è quella di non fare del male agli altri. Io ho fatto del male a me stesso vivendo sulle montagne russe, tra gli eccessi, tra le stelle e le stalle.”
La vita ci chiede equilibrio ma forse nel troppo equilibrio si annida la morte. Amare se stessi è alla base della fratellanza tra tutti gli esseri viventi ed è la conquista più difficile a cui la vita ci chiama. È complicato perdonare se non si ama se stessi. È il primo passo nell'universo dell'amore, eppure spesso si muore prima di compiere quel passo.
Al di là dei pregiudizi che nel professionale come anche nel privato non mi toccano, ritengo che la luce brilla negli occhi di chi ha vissuto una e più vite con la certezza però di sentirsi sempre il timoniere o il padrone dei giorni di furia. E proprio queste persone hanno da insegnare, come il Siddharta del romanzo di Hesse, che ci pone di fronte all'incontro più difficile che l'uomo riesca ad affrontare, quello con se stesso.
Ringrazio pertanto l'attore Adriano Fumagalli per averci schiuso le ferite dell'anima con l'intenzione di lanciare messaggi forti, coglibili da chi sa ascoltare e col cuore sgombro di nubi. A lui e al suo futuro i migliori auguri da parte mia e della Redazione.
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