Bisognerebbe tornare indietro per recuperare qualcosa di vera civiltà a incominciare da una visione ampia degli orizzonti umani. Oggi l'uomo appare finito come tutte le cose. Recuperando quanto è del pensiero di Blake secondo cui le cose sono infinite, oggi siamo al capolinea per ricominciare daccapo.
C'è un'immagine molto bella che svela l'esaustività del momento e lascia davanti, non dietro di sé, un'eco che riverbera per la foresta. Il lupo che ulula alla luna. Non sa forse il lupo che è parte del volto bianco della luna, o forse si sente richiamato dalla sua metà nascosta? Nella luna tutto si fa candore, anche il buio che richiama alla vita e il lupo, nero e tenebroso è parte di questo discorso. Lupo dal greco lukos significa appunto luce. Alla stessa radice appartiene la parola "luna". La luce è il faro della fortuna, è quanto suggerisce il lucky anglofono. Non esiste fortuna che non cammini sulla via dei morti che insegnano a chi verrà dopo. È quanto sempre il gotico inglese insegna influenzando il rito scozzese massonico. La luna si riflette sul candore delle ossa dei morti a segnalare l'esaustività delle esperienze terrene. La luna è il teschio su cui a partire dal Golgota, luogo del cranio, si dipartirà il cammino della Chiesa rappresentata nel Medioevo come la luna piena su cui si riflette la luce di Dio.
La luna è il luogo della fede. È anche il luogo dei cammini sommessi delle iniziazioni di chi ha fede in sé stesso e crede nella propria sacralità, discorso questo, prettamente romantico e risorgimentale.
La luna è la pietra e all'uomo spetta levigarla, abbandonando tutto ma non se stesso, come Gesù ha mantenuto fede alla sua sostanza divina accettando la morte da uomo. La pietra scartata è la morte che simbolicamente attraverso l'iniziazione porta l'uomo a far emergere la propria luce lontano dalle illusioni terrene.
Il teschio in Massoneria ma il teschio anche nelle culture sciamaniche. Qui lo troviamo all'apice del bastone, la bacchetta magica dello Sciamano, a testimoniare la congiunzione tra i vivi e i morti che insegnano ad andare oltre, attraverso l'esperienza del volo. Nessuna tradizione si afferma senza il ritorno ai defunti che vengono fatti ritornare alla luce dalle tenebre. Ecco il valore della luna che illumina il percorso del mago capace di orientarsi e dirigere le vele squarciando i veli dell'illusorietà terrena.
Il capo è la pietra lunare da cui ripartire. Il capo è le radici della tradizione che sconfiggono la morte. La pietra Cappa la si trova a esprimere tutto questo in Calabria, nell'aspromonte, in un territorio rimasto selvaggio e inviolato dalla modernità. Si presenta maestosa e arrotondata sulla sommità ed è lì a raccontare e a velare origine e identità.
Guardare alla luna significa impossessarsi della tradizione dei padri che cammina dentro di noi in silenzio e imperturbabile nel fiume calmo della notte, nella corrente del tempo. Significa tacere e avere dentro di sé tutto e il mistero della vita che al momento opportuno si spianerà sollevando il sipario dell'illusione e apparecchiando ad altri un nuovo cammino. La luna congiunge e raggiunge nella verità cuori assopiti. Ricordandoci che non c'è miglior dialogo di quello del silenzio che parla ai cieli pronti ad ascoltare e non semina invano.