L'EVENTO. ''Ulisse'' e la Patria dei ritorni
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L'EVENTO. ''Ulisse'' e la Patria dei ritorni

La Calabria è la terra dei ritorni.

Il fenomeno dell'emigrazione ancora molto avvertito, porta i giovani a vivere l'esperienza del distacco dalle origini e il conseguente ritorno a più fasi nel proprio luogo, mai risolto, a cui oggi si affianca un altro genere di ritorno che interessa espressamente il settore del turismo. Tanti sono i vacanzieri che di anno in anno si sentono richiamati dal fascino di questa regione al punto di destinarvi nuovi viaggi e nuovi soggiorni. Amantea non sfugge a questa realtà e l'elemento nostalgia vissuto e ancora avvertito, ha spinto i numerosi artisti nati e residenti qui, a instaurare un legame empatico con la propria cittadina. Gli odori, i colori, le multiformi variegature geografiche invogliano poeti, musicisti e pittori a tirare fuori dal proprio bagaglio mnemonico un carattere artistico che combaci perfettamente con il poliedrico bouchet che Amantea offre, olfattivo, visivo e oltre.

Nonostante la società di oggi non favorisca l'incontro e lo scambio tra artisti, la signora Camilla De Martino inglese di nascita e ormai residente qui, ha colto il fermento artistico culturale in loco, proponendosi come faro di richiamo per pittori e non solo, animati da un forte senso estetico e da un sacro atteggiamento rivolto alle proprie origini e tradizioni. L'arte di tramandare passa attraverso vari canali espressivi e in tale ottica nasce La Galleria, uno spazio espositivo interno al palazzo di proprietà dei coniugi De Martino ubicato in via Indipendenza nel centro storico.

E’ cosi che oggi 10 agosto, giorno di San Lorenzo, consacrato alle stelle cadenti e alla magia di ogni desiderio che accende il cuore umano, è stata inaugurata la collettiva di pittura dal titolo “Ulisse" col chiaro riferimento non solo al mito che manifesta un legame insopprimibile con il trascorso magnogreco, ma anche al ruolo centrale della nostalgia associata al ritorno quale esperienza estetica vissuta dagli artisti che vivono e respirano le atmosfere di una Natura spesso anche qui violentata e piegata alle esigenze consumistiche dell'uomo. Ulisse l'abbiamo rivissuto questa sera con tutte le problematiche annesse e connesse che fanno di questo mito l'emblema universale della sete di conoscenza e della pietas greca. In un'epoca di facile dissoluzione dei confini e caratterizzata dalla mortificante dispersione della coscienza identitaria, parlare di Ulisse può suonare come un invito all'acquisizione di una consapevolezza interiore incentrata sull'importanza della reintegrazione nel proprio habitat che sia territorio o casa. Su questa linea possiamo cogliere l'eloquenza affatto forzosa e barocca dell'opera di Maria Cuzzilla, in cui la seduzione della sirena Ligea che la tradizione epica vuole sepolta sotto il letto del fiume Savuto, non riesce a distogliere dal suo ritorno Ulisse, fedele alla propria casa intesa come nido e anima, ben rappresentata dal cane. L'opera del maestro Pietro Bonavita è un omaggio alla sacralità del mito espressa in un severo e austero linguaggio pittorico che nel tratto delle onde e delle figure suggerisce il riferimento alla culla culturale greca.

Di forte impatto visivo l'opera pittorica del maestro Rocco Bonavita che esprime ordine armonico nell'organizzazione composita delle figure le quali  rivelano uno studio anatomico imponente di base all'intero lavoro. Il mare crea e plasma ed è quanto emerge dall'opera di Strano in cui l'affondamento della nave rivela il corpo unico arte marinara e elemento acqua. Chi parte diviene un'unica cosa col mare e con i suoi umori spesso capricciosi e indomabili.

Una Penelope in chiave romantica “anglosassone” emerge dalla pittura pulita e affatto leziosa di Lidia Lampante, di richiamo a un modello femminile oggi forse dimenticato. Fa da contrappunto all'opera di Rosario Furgiuele, in cui al linguaggio figurativo tradizionale va a contrapporsi l'anticlassico informale che pregna di attualità un mito che non può essere e non va decodificato razionalmente. È quanto suggeriscono le opere scultoree di Teresa Marzano che ha proposto due relitti lignei reperiti sulla spiaggia, dal simbolico richiamo al regno immaginifico delle fiabe, in cui il mito del navigante sposa la figura femminile per antonomasia che è la sirena.

Di notevole interesse anche le opere della pittrice Mariateresa Reda, abile e minuziosa illustratrice, l'opera di Stoyanov che fa conciliare il doppio filo della narrazione del mito, ossia maschile, legato a Ulisse e femminile di Penelope. Riconoscibile dalla profusione di blu anche il dipinto di Francesca Montuoro  impreziosito, come quello di Bruni, di particolari che rimandano al misterioso regno marino.

Il mare è sfida maschile ma anche fascino che riconduce al Femminile per le tante analogie che lo legano da sempre agli arcani della Luna e della Maternità. Diverse le opere che con grande efficacia hanno proposto tale tessitura analogica, ciascuna col proprio stile. Il mare unisce e separa. È l'elemento dell'avvolgenza e insopprimibile della vita che respira e accorda gli opposti.

Di spessore antropologico l'opera di Tonnara che mette in primo piano il doppio filo del mito dell'eroe, caratterizzato da chi parte e da chi attende. Così l'opera di Pino Lampante, un'autentica immersione nella luce dorata del Mediterraneo, culla del Mito, a cui sovente dimentichiamo di appartenere, inoltrandoci così nell'esperienza difficile del labirinto oggigiorno elemento di distrazione. Che il mare sia un invito a recuperare noi stessi e a rimpossessarci di quegli arredi sensibili che fanno della nostra casa il luogo prezioso di ogni partenza e arrivo.

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli

 

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