L'estate e' la stagione che piu' di tutte agevola le uscite spensierate.
Le localita' sul mare brulican di vita e si affollano di presenze vacanziere spesso richiamate da novita' esilaranti. L'estate e' apertura a esperienze e incontri non sempre finalizzati al puro svago. Per molti e' l'occasione per approfondire il legame col proprio territorio o per entrare in contatto con un luogo nuovo che, oltre al bel mare, custodisce tradizioni e preziosi aneddoti. L'entroterra qui in Calabria ospita in estate un turismo via via in crescita e affatto dozzinale, grazie all'impegno di associazioni culturali e gruppi di quartiere che animati da spirito giovanile vanno alla riscoperta di antichi sapori e identita'. Il turista e' facilmente attratto dalla bellezza da cartolina, dalle spiagge ampie e curate o dai villaggi montani caratteristici, lontani dalla canicola e dalla confusione di ferragosto. La via di mezzo, dei paesaggi rurali,almeno qui in Calabria e' una felice sorpresa per il visitatore che vi capita molte volte per caso. Infatti, spesso i borghi interni mancano di strutture ricettive e di un'amministrazione che sappia promuovere il territorio e le sue peculiarita'. Diffusa e' difatti la convinzione che i centri interni e collinari non godano di attrattive in grado di entusiasmare il turismo di massa.
In realta' il turismo rurale si sta rivelando, specie col rilancio dell'economia a km 0 e del biologico, una buona risorsa per quei comuni che vantano una ben sedimentata tradizione contadina. Tra quedti spicca il borgo di Serra d'Aiello all'interno del litorale tirrenico cosentino, gia' balzato agli onori delle cronache per il ritrovamento della necropoli dell'antica Temesa, l'apertura del relativo parco archeologico Alybas e del museo che raccoglie i preziosi reperti riconducibili alla civilta' autoctona, preellenica che, nonostante il disinteresse dell'attuale amministrazione, non manca di affascinanare e appassionare. Legami indissolubili col remoto passato non precipitano nel nulla ma, grazie alla risonanza dei moderni piu' sensibili, lanciano barbagli di una sconcertante attualita' sopravvivendo alla fragorosa civilta' del presente. E' vero, il museo e il parco di Alybas sono chiusi ma le virtuose radici di Serra persistono all'indifferenza e alla negligenza dell'attuale civilta' e si ritrovano nelle usanze affatto rimosse intorno alle quali ruota l'economia locale. Ieri sera per la "chiana" sulla quale e' allocata la Serra nuova, lungo il corso intitolato a Salvo D'Acquisto si e' svolta la prima edizione di "Forni Aperti" , un'iniziativa realizzata tramite la collaborazione di quei privati che non vogliono a giusta ragione che i riflettori sulla realta' di Serra vengano spenti del tutto.
Prendendo spunto dall'antica tradizione della produzione di pane, sul corso Salvo D'Acquisto ogni casa ha infatti il suo forno, ieri si e' voluto rilanciare l'economia rurale del borgo incentrata sulla lunga tradizione di produzione di olio, vino e pane. "Aiello" deriva dal latino "agellum" che indica i campicelli un tempo risorsa del ceto contadino. La collocazione paesaggistica tra il mare e i monti si rivela propizia per l'agricoltura che qui a Serra vanta numerosi prodotti di eccellenza, non ultima la tradizione millenaria di produzione del vino che risale agli Enotri e alla florida Temesa. Pane sfornato al momento, vino e olio,, ma anche un assortito mercatino di pietanze e prodotti locali ieri sera hanno accolto i numerosi visitatori arrivati a Serra richiamati dalla semplicita' e dall'ospitalita' dei residenti. Non sono mancati ad onorare i banchetti a costo zero per i consumatori, le polpette di melanzane, l'insalata di pomodori e cipolle, formaggi di pecora e mucca, le pizze farcite, cosi come le tipiche grispelle e monacelle, il tutto anaffiato da buon vino locale e accompagnato dalla buona musica di Piero Longo e la sua band. La buona cucina, l'aria salubre, ma anche il buon cuore dei Calabresi di Serra hanno fatto all'evento da cornice encomiabile. La predominante nota paesaggistica di certo non sara' sfuggita insieme al panorama mozzafiato che al crepuscolo l'affaccio sulla marina offre con lo Stromboli sul filo dell'orizzonte, lasciando sognare a i visitatori audaci naviganti e prodi guerrieri che da millenni riposano tra queste colline ma ancora non tacciono.