La vita di ognuno pullula di altre infinite vite e l'arte e' un modo per raggiungere questa consapevolezza e condividerla.
La polverizzazione dell'essere e' uno dei temi cruciali della cultura del nostro tempo ripiegata su se stessa per l'incapacita' di trasferire all'esterno i drammi dell'umano vivere.
Trasgredire diviene quindi sinonimo di una ricerca di spessore laddove la forma non riesce ad oggettivare la sostanza. La vera arte persegue un cammino eretico rispetto a quelle che sono le rumorose tendenze di richiamo, nella stoica ricerca di disvelare e al contempo proteggere il mistero insito nella valle di ogni anima. Mistero inequivocabilmente rimanda a sua volta a un valico cosparso di nebbie che unisce il finito al Divino esso stesso embrione di ogni materia esistente. Il Mistero e' la materia grezza sul quale va ad agire la speculazione del tempo che attinge alla nudita' delle ombre per salvare l'inviolabile insito in ognuno. L'inconscio pertanto, non e' allusione a un percorso conosciuto, ma l'insondabile che sconfina oltre il tempo percepito e abbraccia flussi di altre esistenze.
Di tutto questo e di altro ancora racconta la mostra del pittore catanzarese Francesco Jozzi inauguratasi martedi sera ad Amantea nella Galleria all'interno dello storico palazzo Carratelli di proprieta' dei coniugi De Martino.
La mostra dal titolo Dal fondo buio, il visibile e l'invisibile percorre un viaggio dal sapore ancestrale tra i drammi umani raccontati con uno stile asciutto che ricalca il linguaggio della pietra. L'indissolubile e' l'essenza ferrea che riscopriamo nella materia ancestrale che popola il nostro universo e gli infiniti mondi costellati di miti, palcoscenico degli svariati e non sempre risolvibili enigmi umani. La vita scorre nel tempo raccontato dall'uomo che al suo interno ospita altri racconti riconducibili ad altri straordinari vissuti in precario equilibrio sul binario del tempo. Il quadro Il licantropo solletica nel fruitore la ricerca nel proprio immaginario dell'archetipo della luna e sembra cucire un nesso con le affascinanti culture mesopotamiche dalle quali il cammino dell'uomo ha avuto inizio. Preistoria e protostoria tessono un alfabeto cromatico elementare ma genuino di cui Francesco si fa tramite e custode fino a raggiungere la verticalita' fisica di un mondo, quello attuale, messo in discussione e avviato alla dissolvenza per la mancanza di un dio. Si sopola l'alfabeto dei miti e si solleva il sipario sulla nudita' del mondo sradicato da ogni complementare riferimento.