A proposito di Tiamat, il drago a cinque teste che ritroviamo nei giochi di ruolo d'ispirazione germanica, si coglie spontaneamente il legame tra il numero 5 (penta, in greco) e il drago stesso.

Il numero cinque rimanda inesorabilmente al simbolo della stella a cinque punte (pentacolo) rappresentativa dell'uomo centrato nell'Universo, l'uomo archetipico o superno rintracciabile nella Mistica ebraica col nome di Adam Qadmon. Proprio perché simbolo di potenza, la tradizione esoterica più antica considera il pentacolo un vero e proprio talismano. A tale discorso si ricollega la figura mitologica di Uther Pendragon, il padre di Re Artù. Nel nome Uther è presente la radice etimologica indoeuropea rt che ritroviamo diffusamente in diverse lingue, riconducibile al concetto di potenza (e non di potere) attraverso le parole terra, cuore e verità.
Uther Pendragon, il grande condottiero osannato nella mitologia gallese e non solo, ci riporta alla mitica Era del Cinghiale e dell'Orsa in cui nell' Europa settentrionale era dominante la cultura sapienziale sacerdotale (druidica) distinta da quella temporale rappresentata dal sovrano. Parallelamente nell'antica India troviamo la tradizione sapienziale vedica riportata nelle Upanishad. In Pendragon, tralasciando la radice pen dal significato di monte presente ad esempio nella parola Appennini e volendo riconsiderare il richiamo al numero cinque "penta" che in greco era associabile al neutro panta=tutte le cose, la definizione di grande re acquista ulteriore valore. Soprattutto se relazionata al drago, l'animale che di per sé è simbolo di potenza, in quanto assembla i 4 elementi rintracciabili in natura. Non è casuale infatti che il drago troneggiasse sullo stendardo di Uther Pendragon e che ancora oggi identifichi la bandiera del Galles che ha posto le basi a tale mito.
Quanto detto a proposito del numero 5 ci riconduce anche all'antico Egitto, dove tale numero magico racchiudeva i 4 elementi con l'aggiunta di un quinto, la luna, in riferimento alle energie cosmiche e al mistero dell'Universo. Che si ponga ciò in relazione ai Nephilim o meno, e trasferendo invece tale discorso ad Uther Pendragon, emerge chiaro il nesso tra il grande re e l'antica tradizione sapienziale celtica che contemplava la forte sinergia tra la dimensione terrena e quella dell'Universo. Uther non è più un semplice sovrano, ma insignito di potere "divino" protrarrà il suo regno sotto l'autorità di Artù, il figlio, l'ideatore della tavola rotonda, non a caso rappresentazione terrena delle 12 costellazioni dello Zodiaco.