Fremito e canto della Primavera. Il mondo in noi
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Fremito e canto della Primavera. Il mondo in noi

Amore e Psiche
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Fremito e canto della Primavera. Il mondo in noi
Fremito e canto della Primavera. Il mondo in noi

 

Primavera è passare dall'altra parte. È il ritorno orizzontale degli uccelli che rincasano dalle migrazioni. È la spinta della terra dalle sue oscurità verso il sole. È il grido pacato di Flora, la dea che buca la terra e fa sbocciare i novelli fiorellini.

La Primavera è tutto un bucare il nulla. Un tripudio di perforamenti che seguono e descrivono in tutte le sue direzioni la criniera a giro del sole. Torna protagonista il sole in Primavera e i campicelli vestiti a festa. 

Desta si accompagna a Festa. Fa festa chi è frizzante e va incontro alla vita. La Primavera è la festa delle giovani vite che sprizzano di attimi per poi tornare a rinchiudersi. È un aprire e uno scoprire che le stagioni esistono già prima dentro di noi e che Dio le ha espresse dipingendo e costruendo il Creato. Non esiste tempo che non sia già in noi e questo fremito con cui riprendere a vivere segue un ciclo che descrive l'andamento di un sole sempre vivo e che si lascia dondolare dalla luna.

Vivere è respirare la vita dove non c'è. Inventarla creandosi una via d'uscita. Come fa Persefone che risorge abbattendo le convenzioni che la vedrebbero obbligata a sedere al fianco del trono del suo Ade. Ci insegna dunque, il valore della vitalità che non è fuggire via da chi si ama, ma porgergli altri occhi con cui gustare le cose che non potrebbe. È avere un compito e portarlo a compimento, pur avendo l'amore nel cuore. Ci insegna allora la Primavera che mentre tutto fiorisce e finisce, quanto abbiamo in noi è il vero sole fisso. E ci permette, rivestendoci di gentile spensieratezza, di espanderci in ogni direzione come l'Uomo Vitruviano di Leonardo. 

Nessuna stagione culturale più del Rinascimento si veste di carezzevole primavera. Di uscita dagli argini e dalle regole, pur ferendosi e graffiandosi il cuore. Non si può gioire se non ci si tuffa nella vita e vivere è anche ferirsi il cuore. È quanto la dea Flora suggerisce. Fiorire è forare e abbellire può significare anche farsi del male. Ma non importa. L'importante è non fermarsi ed è in questa prontezza di spirito la meraviglia del Rinascimento.

Rinascere è andare oltre l"uomo e l'osservazione chiusa su di lui. È uscire dal sepolcro bucando altri spazi che in termini metafisici ci porgono la rappresentazione di altri luoghi in ascesa nel cielo. 

Come le rondini, la Primavera è ritorno e partenza. È imprimersi nella memoria di chi resta, sapendo di aver aperto una nuova strada. È la voce del vento che scompagina memorie. È l'immagine del Cristo Risorto, nuova rondine e colomba di pace che conserva i fori dei chiodi sulle mani e le ferite sul costato. È il nuovo racconto che nasce lì dove tutto era morto. E il racconto agli inizi dell'estate si farà maturo raccolto.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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