Dentro ogni numero di telefono ci sono una, tante storie. Storie di vita e di affetto. Di abbracci lontani , dati e sepolti. Ci sono numeri che componiamo di rado perché la vita cambia e si porta vie le persone.
Ci sono numeri di telefono che conosciamo a memoria e non dimenticheremo mai. Sono numeri di casa e di famiglie. Ci riportano a nuclei in cui splendeva la luce. A feste e ad allegria. Sono i numeri di quando eravamo bambini e ragazzi. Di quando la vita scorreva attorno all'unità famigliare e alle figure dei genitori, pilastri della nostra esistenza e della nostra stabilità. E poi ci sono i numeri di casa dei nonni e quelli degli zii. Delle case che visitavamo spesso o solo durante le feste. E il loro profumo ci è rimasto addosso, sulla pelle ma soprattutto dentro.
Ora parlano di silenzio e di logorio del tempo. Sono i numeri di parenti anziani con i figli diventati a loro volta madri e padri, e che raccontano di vite cambiate.
Poi ci sono i numeri scomparsi. Che non suonano più. Di schede annullate e di cifre imparate in ordine a suon di cantilena. Sono i numeri che anche se non materialmente, sono andati via con chi li ha posseduti. Sono numeri di schede che giacciono in fondo ai cassetti ma sempre innaffiati nel cuore dalla luce dell'amore.
Ci ricordano durante Feste chi non c'è più ed è stato portato via dagli anni e dal tempo. Accendono una luce sui pensieri che in certi momenti rinvengono in noi e si fanno promesse con la voce del mondo. E sussurrano e innanzitutto a noi stessi un'inconfutabile verità. Una confidenza spalancata dal cuore. Che si pensa troppo spesso a non vivere di rimpianti e troppo di rado, di rimorsi.