I colori sono memoria latente eppure fertile di ciò che è stato. Sono il nostro universo nell'universo del tempo. Altro gli odori. L'odore è singolare e trascende le coordinate spaziotemporali. S'imprime e ci fa scegliere chi siamo e cosa portare dentro di noi. Gli animali si scelgono in base all'odore che crea la forma e definisce, diversamente da noi per i quali l'odore è l’infinito non circoscrivibile da alcun amplesso.
Il primo odore che ci lega è quello materno e del latte che succhiamo dal seno. L'odore dell'amato ci ricongiunge alla sua e alla nostra natura ancestrale e quindi divina. L'odore è Dio nel mondo se aleggia come profumo. Altrimenti è la nostra grotta primordiale che ci viene incontro riconducendoci alla primitività selvaggia. Al preambolo di Dio.
A un gatto o altro animale non importa se il compagno o la compaga sia bello o sano. Un animale ferito o con un arto fuori uso sarà comunque accettato per il suo odore e troverà il partner corrispondente. L'odore per noi è orma o nuvola, per gli animali è forma e recinto tangibile che fa scattare l'istinto del possesso. È qualcosa di caro o qualcuno di molto vicino e a cui riunirsi come una parte di carne mancante con cui ridiventare completi. Questo dovrebbe eessere l'unità del due o meglio, il ripristino di quell’integrità a cui sovente noi umani ci sottraiamo.