Per i giovani sognare equivale a evadere, nel tempo invece si impara a comprendere che sognare equivale a ritrovarsi e per altre vie ciò rimanda alla valenza del sogno per i più piccoli.
Cambiare per ritrovarsi è l'obbligo o meglio la legge naturale a cui siamo chiamati tutti in questa vita. In tale prospettiva acquista compiutezza l'espressione "ritornare bambini" nel senso della vera semplicità. È semplice colui che pur allontanandosi, presta fede alla sua radice e in questo la danza degli alberi è veramente espletativa. Danza e non ballo che come dice l'etimologia è muoversi secondo una circolarità puramente terrena. Ballare è rimbalzare come fanno le cose circolari e vuote all'interno. Come i palloni e le palle in genere. L'inglese "Ball" significa infatti "palla" . "Simbolo" significa "tenere unito". La radice etimologica è la stessa e fa riferimento alla circolarità che tutto racchiude nella dimensione del Mito.
Altro è la danza che esprime movimento ascensionale e tiene conto del principio che la vera nobiltà impressa nel cuore delle cose discende dall'Alto e risiede sulla Terra. La fioritura e la rinascita vanno colte pertanto come una forma di danza che viene espressa dalla Natura come anelito d'amore e di quel ritrovarsi che noi applichiamo nel sentirci uniti a Dio e parte dell'Universo. Con la danza la Natura terrena si riappropria della sua identità che posa nel Cielo. È quanto avviene in tutti gli esseri viventi che si accoppiano danzando. È una forma di sublimazione la danza che ritroviamo anche in quegli esseri definiti infimi, come scorpioni e serpenti. È un riscatto la danza da ogni bassezza riposta in ciascuna creatura che tende a ritrovarsi in Dio. È strumento di redenzione e unificazione. La danza della pace lo rivela appieno. Cristo con la Resurrezione abbandona al mondo le spoglie di Gesù, andando oltre la storia e ritornando alla sua Natura primigenia di essere parte del tutto e fautore e fattore con Dio del respiro universale che forgia le cose. La Resurrezione è la danza più nobile e diventa esperienza di vita che va ben oltre e diventa la Vita vera. Cristo risorge e rinasce serpente cosmico. Egli così traccia un uroboro che esprime la ciclicità oltre la Natura terrena e oltre la sperimentazione affidata alla vista organica. Non esiste serpente cosmico che non venga contemplato dal terzo occhio con cui ci affacciamo alla compiutezza del Tutto.