La campana tra corrispondenze di suoni e reciproche armonie
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La campana tra corrispondenze di suoni e reciproche armonie

Amore e Psiche
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Claudio Scandelli opèra Terre di Crema
Claudio Scandelli opèra Terre di Crema

 

La Natura è una grande campana che eleva e protegge senza comprimere. La Natura non è solo quanto a noi si rende percepibile e visibile. È composta di vuoti che si corrispondono tra loro con giochi di armonie. La campana è tensione verso l'alto e ricorda per forma una montagna vuota al suo interno.

Nella Natura nessuno si avverte nella propria solitudine, in quanto inserito in una trama di corrispondenze a più livelli che il simbolo della campana riassume e lascia detonare. La campana non è solo un simbolo legato alla cultura rurale o montana. La ritroviamo in più culture e sempre legata allo slancio verticale che si conclude in un nuovo assetto e livellamento in cui ognuno è alla pari degli altri sul piano della sensibilità e della percezione della luce. Nella campana è implicito il richiamo e l'assorbimento nel Principio Primo. La campana ha la sua solidità evidente se è con la base poggiata sul piano e chiama tutti a raccolta in circolo, riscrivendo il concetto di armonica realizzazione del singolo in rapporto agli altri. Ciò si rende palese nella configurazione dell'individuo come parte viva di una celebrazione liturgica. La campana ricorda il coro degli angeli e l'armonia che rilancia la rende pari alla scala a chiocciola che non a caso è frequente ritrovare nei campanili o nei palazzi gentilizi dall'importante corredo simbolico.

Esistono tanti tipi di campana. Le più note sono quelle legate alla tradizione cristiana e quelle tibetane che assorbono l'ampiezza degli spazi alti, dominati dal cielo e che lasciano detonare le corrispondenze armoniche della montagna. La forma della campana in architettura ha dato luogo allo stile arabo in cui la sommità è rappresentata dal vertice che conclusi il ricongiungimento col cielo. Anche qui il paesaggio di una natura spoglia e abitata essenzialmente dal deserto trova la risoluzione nella volta stellata di cui ogni stella è un centro di riferimento o un occhio dell'Assoluto. Il rapporto uomo astri è forte nelle civiltà mediorientali influenzate dalla massiccia presenza del deserto in cui ogni uomo nel confronto con l'immensità dominante si percepisce riflesso di un volto luminoso. Nel deserto si fa stretto e intimo il dialogo con Dio. Questo è quanto ritroviamo anche nelle nostre fabbriche religiose in cui ogni tassello compartecipa allo sviluppo armonico dell'insieme ed è peculiarità delle fabbriche gotiche, vere e proprie sculture d'insieme. Non esiste opera gotica che non ospiti al suo interno il discorso della verticalità proposta sul piano delle reciproche armonie. Nell'architettura gotica ogni scultura è racconto che conduce l'uomo al piano dell'Assoluto. Qui tutte le narrazioni partecipano a una coralità in cui ognuno ha un proprio riflesso e rilascia un influsso diverso. Ogni fabbrica gotica è uno scrigno di conoscenza e il libro sacro di Dio suggerito all'uomo. Ognuno riesce a incontrare se stesso e ad apprendere qualcosa al suo interno. Ognuno riesce a leggersi e contemporaneamente a leggere qualcosa nella storia della Vita all'interno di una struttura gotica, attraverso i piani di conoscenza di cui dispone. È un variegato mondo in cui si percepisce la tensione verso l'oltre che si rende tangibile attraverso la leggerezza delle componenti che indicano un passaggio sottile tra il mondo reale delle forme e quello della Verità a cui conducono più stimoli, non ultimo quello della luce che invade gli spazi. Li rende galleggianti, a tratti invisibili nella sua nebbia che vaporizza arredi e sostegni.

La campana è parte integrante dell'intelaiatura nel tessuto gotico e si rende manifesta non solo come simbolo, ma anche come supporto negli archi a sesto acuto e nelle volte a crociera. La campana è forma che nella pesantezza del metallo conduce all'armonia dei suoni. È il suono che fa la materia e il suono ha origine tra le corrispondenze della volta celeste. È quanto al suo interno trasmette una struttura gotica in cui ogni singola parte ha vita propria ma partecipa all'insieme corale, dettando il senso della comunità cristiana. Qui ognuno è un individuo ma contribuisce a forgiare con il proprio influsso l'assemblea trasferita sul piano angelico e astrale dalla celebrazione. Come accade a colonne e sculture, nella fabbrica gotica anche i presenti alla liturgia vengono trasposti sul piano della luce che li ricolma di Dio dall'interno. Pertanto, duplice è il significato di ogni struttura gotica. All'esterno si viene preparati alla metamorfosi che accade all'interno in cui l'esteriorità del mondo viene assorbita e dissolta dalla presenza riecheggiante dei fasci luminosi che intersecano sulla loro strada anche l'uomo, trasferendolo sul piano dell'Altissimo.

È magico e profondamente alchemico quanto accade in ogni struttura gotica. Ed è quanto suggerisce sul piano più semplice anche la campana che esternamente trasmette contenuti nella forma e all'interno assorbe e converge in un'altra dimensione. Nella campana stringente si fa il richiamo armonico delle parti, vanificando il corpo. Nella fabbrica gotica il suono è la luce origine di tutto e dei diversi piani di armonie, nonché della densità del suono. 

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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