Figli, foglie e poi... restare
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Figli, foglie e poi... restare

Figli, foglie e poi... restare

Amore e Psiche
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Ci accomuna tutti l'unico destino di lasciare. Vivere è tornare e lasciare, non trattenere. Di pochi è restare. Proprio colui che afferra in profondità il senso delle cose, non trattiene. Egli sposa l'essere che è sempre in ogni verità, e’ la verità.

Thomas Edwin Mostyn - The Child
Thomas Edwin Mostyn - The Child

 

Il poeta è colui che scolpisce, trattiene il tempo d'un alito di vento dentro di sé per non far scorrere via l'inafferrabile e l'ineffabile. Il poeta coglie e imprime se stesso in un mondo che pensa a rotolare via nelle tempeste di vento.

Ci urta ciò che noi cogliamo come finzione.

La sofferenza è l'effetto del restare. Si resta accanto a chi non è più. È dipartito o partito via dal cuore e ha intrapreso una vita propria. Ciò che resta dentro di noi intesse una corrispondenza sottile e animica con chi si è diretto altrove. Certe forme di vicinanza non si dissolvono. Afferrano l'essere e lo trasformano indipendentemente da lui. L'amore s'infila e colpisce divenendo energia pura e quindi invisibile.

Se pensiamo, siamo nella realtà contingente. L'amore pensato è il tradimento dell'amore per il fatto stesso che perde il suo significato di essere. Quando pensiamo non siamo. Siamo quando veniamo rapiti dall'epifania che è rivelazione attraverso cui si spoglia l'immagine ed emerge l'intranseunte luce della verità che è principio supremo.

Il poeta coglie perché attrae la verità. Egli è ciò che non sa e pertanto è dentro di sé, lì dove ha tutto in sé. È in dissonanza con la realtà contingente fatta di abbandoni e tradimenti e per questo soffre. Le sue esperienze sono quelle del mondo che lui avverte dentro di sé o in chiave mistica o epifanica o pragmatica. Questa sua condizione lo spinge ad essere al di sopra delle leggi fisiche e terrene. Egli resta nel tempo, evidentemente trattenuto dai posteri e dai maghi. Egli è padre e figlio, in un mondo in cui siamo tutti figli e foglie perché destinati ad andare.

È bella l'assonanza tra figli e foglie. Le foglie si staccano e prendono la via del vento. L'inglese leaves: foglie cadute o d'autunno, rende l'idea perfetta di ciò che si perde e vola via. To leave e to live appartengono alla stessa radice anche di pensiero, secondo cui la vita è lasciare. Pertanto è il dovere di tutti restare sottoforma di ricordo o d'impronta che risuona in chi nasce e prende a vivere.

Il foglio è la via di mezzo. Vola ma resta nel momento in cui è lettera che tocca il cuore o impronta di contenuti. Il foglio si poggia sempre su qualcosa o qualcuno. A lui la ridefinizione in di nuovi orizzonti partorendo il poeta. Restare è il futuro di chi ha scelto di trasformarsi in dono attraverso la via della sofferenza. Di trasformarsi da foglia in frutto.

Leggi la Poesia: Figli e foglie

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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