Nel mese di ottobre si celebra la Madonna del Rosario.

A ottobre l'estate non e' ancora un tenue ricordo e il clima, nonostante le fioche ore di luce, porta i giardini a colorarsi oltre che di foglie anche di fiori. E' uno sbocciare continuo di petali e foglie, un transire tra momenti e tonalita' di per se' unici e irripetibili. La donna e' transizione e la Vergine in quanto tale e' la regina dei passaggi, di quella varieta' e variabilita' al servizio della vita che fa germoglire stupore e meraviglia. Il momento e' l'embrione del passaggio inteso come ponte verso una fase piu' matura. Passare e' maturare in una scala che dal basso ci porta a raggiungere le nuvole e le vette dell'umana perfezione.
La rosa e' la fioritura dell'attimo,la stella dei prati celesti. Basta una rosa a far dire di un luogo un'aiuola o un giardino. Parimenti una stella nel buio ci fa riconoscere il campo notturno che ci sovrasta. Il rosario, il mantra dei Cristiani, e' una scala circolare che dal punto di partenza, un'aiuola sperduta, ci fa accedere a una consapevolezza di Fede molto profonda e per tappe alle soglie del Cielo. La rosa non e' emblema di caducita', bensi' di sorveglianza e pudore, di quel senso di pulizia che oggi abbiamo smarrito. La rosa e' femmina piu' che donna. E' la mandorla e la conchiglia che serbano e proteggono il frutto o il loro centro. I petali abbelliscono e tutelano. La rosa e' il premio ai patimenti affrontati e superati nella vita. Le spine sono i pioli di una scala che parte dal basso e ci orienta verso il cielo.
La rosa e' il sole delle anime che dimorano nella grazia di Dio. La Madonna di Lourdes e' spesso raffigurata con ai piedi due rose a ricordare il percorso compiuto dal dolore per la Passione del Figlio, fino all'Assunzione. Nata senza macchia, i piedi non poggiano su eperienze turpi ma sono tramite di elevazione fino alla Sorgente purissima da cui discende la misericordia di Dio, di un Dio materno, filtrato nella memoria collettiva dalla figura di Maria. Dio e' meritevole di lode e fonte di misericordia e la nostra vita e' inscritta nel cerchio che dal principio dell'anno fino al Solstizio di giugno suona come una benedizione che poi assume note gloriose fino al Solstizio d'inverno. Se la Misericordia e' divina, la compassione e' umana e simbolo di fratellanza sorta sulla comunione in Dio.
La lode e' umana e richiama la grazia, una grazia che ci riassume in Alto e ci rende partecipi di una nuova rinascita che a fine anno si autoconclama con la venuta di Cristo nel mondo. In un'alternanza di salite e discese si compie e concretizza il dialogo tra uomo e Dio, un dialogo mai dogmatico ma reso consapevole attraverso i passaggi di crescita nell'arco dell'anno e i momenti di Fede, i riti e le Feste che presiedono alla Comunione fraterna e divina.