Non puo' esserci dialogo laddove non ci si predisponga all'ascolto.
Oggigiorno qui in Occidente abbiamo disimparato ad ascoltare ma viviamo in un continuo rumore che s'impone alla singola riflessione. Siamo bombardati costantemente da voci discordanti che presumono di informare e invece determinano caos e detrimento. Nella culla della filosofia speculativa, il Mediterraneo, l'ascolto non e' piu' un diritto, in quanto presume un dalogo partecipato di cuore e ragione. Si ascolta prima, per rifettere poi. La riflessione spalanca le porte alla conoscenza interiore che viene a galla e rafforza la persona. In assenza di dialogo la persona e' un cumulo di macerie in procinto di essere ricomposto come individuo, ossia numero o comunque strumento nelle mani di chi detiene lo scettro del potere. Il dialogo forma la persona e fa scattare la consapevolezza dell'identita'. La persona non e' un agglomerato di fredda e inerte materia ma risuona di storie, racconti e molteplici realta' trascendenti e metastoriche. La persona e' qui, nel Presente, ma in essa altre vite respirano e continuano il viaggio. Nel momento in cui subentra una presenza estranea in una comunita' di persone e non individui, lo straniero viene ad essere circuito e adattato agli usi e costumi della comunita'.
Non esistono servi e padroni ma il rispetto di un protocollo di civilta' preesistente ai tempi. Nel caso in cui la societa' e' composta da un insieme di individui, chi subentrasse da fuori con una forte identita' assumerebbe un atteggiamento dominante. Il dialogo puo' esserci nella piena consapevolezza di una reciproca autonomia. Se si e' liberi puo' avvenire uno scambio costruttivo, altrimenti la figura piu' debole perche' disarmata della proria identita', verra' automaticamente calpestata e disintegrata. E' dovere di uno Stato libero preservare l'identita' dei suoi cittadini per assiurarne la continuita' vitale oltreche' storica. Qualora questo principio etico fondamentale venisse meno, una regia occulta al di sopra delle leggi socioculturali autorizzerebbe la distruzione di quel popolo. Il concetto di Stato attualmente in Europa e' saltato con i suoi attributi culturali. Siamo nelle mani di chi non ci appartiene, eppure ci soggioga dalla scranno di una cultura illegittima e arbitraria, scollata da ogni sistema ideologico preesistente.