La fecondità dell'arcano e il contadino apprendista. La timugna
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La fecondità dell'arcano e il contadino apprendista. La timugna

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La fecondità dell'arcano e il contadino apprendista. La timugna

Matuta significherebbe anche "matura", ossia fertile. Per fertilità dobbiamo intendere la condizione della donna ancestrale di sapersi sbilanciare nel futuro con una progettualità che abbracciasse ogni dimensione, da quella materna a quella evoluzionistica in senso lato. La selezione delle erbe e dei frutti che avviene nel Neolitico a transizione compiuta dal Paleolitico, consente di operare a livello mentale una cernita che si svilupperà nel tempo anche in campo estetico, e che avrà ripercussioni in positivo nella realizzazione dei primi edifici in pietra e in fango. La flessibilità degli steli comporta una visione altra e più organizzata dell'ambiente domestico che viene strutturato in modo sempre più aderente alle esigenze dell'uomo. L'affastellamento delle spighe orienterà la disposizione delle pietre e questa è una ragione valida per ritenere la donna nella sua attiva maturità alla base della tradizione muratoria.
La spremitura è all'origine dell'evoluzione che non riguarda solo il legame tra lattante e seno materno ma tutta l'organizzazione primitiva della società rurale. La spremitura rende possibile la separazione della parte solida dal liquido presenti in ogni materia prima vegetale e anche nei cereali che, tritati, rilasciano la loro parte oleosa, anche se in minima quantità. All'origine della figura del mugnaio c'è proprio il discorso della spremitura per la maggiore rappresenta proprio dalla mungitura, la prima azione compiuta dal mammifero che si nutre del seno materno parimenti a un essere adulto che si avvicini a un albero e si nutra del suo frutto. O come l'assetato che si abbeveri direttamente alla fonte.
Quando nasciamo, il rapporto neonato madre è lo stesso dei coglitori dei primordi che noi ritroviamo nella dimensione di luminoso equilibrio della vita nell'Eden. Lì non esistevano sforzo né impegno, né fatica e tutto scorreva spontaneo e semplice. La mamma è l'Eden, il neonato è l'uomo che riflette Dio. Capiamo pertanto il valore assoluto che è stato trasferito successivamente nella dea Madre responsabile di ogni passo compiuto dall'uomo e ispiratrice di ogni intelligenza, inclusa quella dell'adattamento alla realtà fisica e territoriale dell'uomo. Dalla memoria arcana costui ha ricavato il primo esempio di costruzione ispiratogli dalla prima fonte di sostentamento che è il seno materno. Il termine "mugnaio" in rapporto all'accumulo delle farine e della conseguente produzione dei loro derivati come pane e focacce, viene proprio da "mungere". Spogliare la spiga dei chicchi equivale a mungere e quella di macinare il grano è un'operazione simile a quella che avviene all'interno della mammella nella produzione del latte materno. Il mugnaio svolge apertamente quanto avviene chiuso nel suo mistero all'interno del corpo materno. La stalla e il pagliaio fatti di paglia onorano la figura della madre che regola ogni processo che avviene nella natura. Disgiungere il mondo agricolo da quello della pastorizia è quindi un errore. Siamo cresciuti anticamente con entrambi. L'osservazione del mondo animale non ha fatto altro che rafforzare il legame tra uomo e terra, uomo e cereali. La scelta di costruire capanne e fienili di forma conica non è casuale. Risponde all'esigenza recondita di venerare la maternità quale dimensione della primordialita'.
La tradizione dei pagliai di forma conica era molto diffusa fino a qualche decennio fa in tutta l'Italia meridionale e in Calabria dove i paesaggi rurali in estate apparivano punteggiati di timugne. La timugna dalla forma di mammella era il capanno del contadino che lì riponeva i suoi attrezzi, immergendosi in un mistero arcano rafforzato dalla condizione di ombra che all'interno regnava di contro alla calura esterna.
Era come se si rintanasse nella notte divenendone sacerdote apprendista. "Timugna" significherebbe alla luce di quanto detto "Ti mungo". Agli occhi di chi osservava dall'esterno, il contadino che entrava nel capanno dava l'impressione di carpire, svanendo in una oscura eternità, i segreti dell'origine del mondo riassorbito in una condizione di ritorno all'indistinto che rende la madre un tutt'uno col figlio poppante. Un miraggio all'indietro che, rotto l'incantesimo del contadino che riemerge dal suo arcano luogo, sarebbe svanito.

 

 

Di Domenico Laghezza. A proposito dell'articolo La timugna. Sopra.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.