L'esperienza del rientro e l'addio ai campi nella donna fine Ottocento
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L'esperienza del rientro e l'addio ai campi nella donna fine Ottocento

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[08:58, 29/1/2023] Sicoli Ippolita: L'esperienza del rientro e l'addio ai campi nella donna fine Ottocento

Passeggiare la sera nella purezza dell'aria invernale mi riconduce alla parte di me più antica. Riscopro sentimenti e sensazioni di viandanti, la loro pace, l'abbandono al cielo che orientava le loro vite. Rivivo le sensazioni di un tranquillo ritorno misto alla stanchezza del giorno di chi lascia la terra e le stalle per far ritorno a casa.
È questo la sera, la dimensione del ritorno sotto la fulgida guida delle stelle che fanno sognare un luogo intimo, brillante di luce calda. Un camino, un falò e la casa ritorna, riprende vita nelle anime arcane, come un luogo protetto, la placenta che ci accoglie col suo sapore domestico quando apriamo la porta di casa e il tepore ci avvolge.
Tutto era già partito in un momento lontano che continua a scorrere, offrendosi in vita, e la casa non è che la solidità di quanto vissuto e riaffiorato dall'anima.
La casa è il cielo sulla terra e il camino è il fiato di Eolo che semina e dissolve le nuvole. Il lavoro dei contadini è pesante ma perdura anche quando si è a riposo all'interno della propria casa. Ti resta dentro e riveste di reale ogni cosa. Così il lavoro dell'artigiano che, rientrato, deve pensare a quello da realizzare l'indomani e le mani dure e segnate glielo ricordano. È una missione come ogni lavoro antico. Arte e devozione che ti colma dentro, restituendoti a chi sei. Guai a staccarsi dalle proprie origini! è il tormento. È la perdizione che a noi arriva attraverso le pagine di Dumas sul racconto di Margherita Gautier e dei Malavoglia a proposito di Verga. Staccarsi dalle proprie origini è morire con l'incognita di un nuovo inizio. È non vedersi crescere come pianta tra le crepe dei muri di famiglia. È orientarsi verso una finta cultura che ti toglie da dove siedi per non darti nulla in cambio. Tante le opere anche moderne che ripropongono il tema del cordone che si spezza, spingendo alla deriva. Si può anche partire, purché portandosi dentro la casa che è profumo, tradizione, attaccamento all'identità che ci accorgiamo spesso troppo tardi che era la nostra verità.
Dumas ha scelto il nome Margherita a proposito della sua protagonista de "La signora delle camelie". Un nome ingenuo che riconduce alla semplicità della terra. La margherita è il sole in terra, piccolo e tenero a differenza del girasole. È il sole che va curato secondo le sue inclinazioni e se lo cogli, dura poco e muore. Verdi per lo stesso personaggio ha scelto il nome Violetta, altro fiore che inclina già verso la fine del "La traviata". La violetta è ancora più gracile della margherita, entrambi fiori campestri, ma a differenza della margherita che rappresenta la seduzione della semplicità che riaffiora all'improvviso, la violetta ti lascia l'effluvio del suo profumo che ha caratterizzato un'epoca nel passaggio dall'Ottocento al Novecento. La Violetta di Parma ha segnato un'epoca , quella del declino dell'aristocrazia e dell'avvento della nuova classe capitalistica che ha smantellato al Nord la civiltà contadina, frapponendosi tra l'uomo autentico e i nuovi miraggi. Verdi da buon conservatore e patriota coglie tutto questo e in Violetta fa rientrare riferimenti al nuovo sole che si leva all'orizzonte della nuova cultura moderna, avvolto da scialli di decadenza. Violetta è il vessillo della nuova donna che ha smarrito se stessa per seguire l'illusorio mondo di trine e frivolezze e che, se anche lo volesse, la nuova società le impedirebbe di rientrare in sé stessa, perché soffici e comodi sono i cuscini su cui siede chi governa e vuole la donna emancipata e piegata alle proprie imperanti esigenze.
La sgualdrina, la coquette, è una donna senza valore che campeggia sullo sfondo di una umanità sempre più volitiva verso il principio dell'uomo moderno "uso e consumo". Di una donna sedotta dall'ambizione di rendersi oggetto anche a costo di perdere se stessa e di incontrare la morte.

[09:00, 29/1/2023] Sicoli Ippolita: https://images.app.goo.gl/CvySiZULm9ppaXhb7

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.