Il sorriso e il volto disteso o stranito accalorano. Contagiano le labbra che si appianano sul volto contratto degli altri, facendo emergere il sole dentro gli occhi. La scena si risveglia e si solleva il sipario, mostrando oltre la parete in fondo, altri orizzonti che nella cecità distratta o compressa non spiccano.
Nella danza del fuoco
Tu sei l'anima mia,
l'anima che si fa carne e divampa nel fuoco.
C'è sacralità nell'intensità che sale al cielo e
penetra in basso,
nelle caverne infime
di ghiaccio e del letargo delle pulsioni.
Il drago dormiente è in me e
tu lo scuoti,
facendomi svenire
tra i volti attoniti dei passanti.
Mi chiedo,
quanto sia veramente mio questo sentirti,
e non appartenga invece a te che
sublimi il cuore mio.
Quanto con i miei sensi
si acceda al Paradiso,
trasferendovi anche chi assiste
In lontananza alla svaporazione
dei miei sensi
che mi conduce in alto
con un corteo di spose.
Cammino e di conforto sono
gli uccelli che volteggiano tra tetti e balconi,
al davanzale del cielo,
sentendo con me e quanto me.
Perché gli angeli ascoltano
e tramutano in anima,
quanto è delle basse sfere del corpo.
Ippolita Sicoli