Da uno stato d'emergenza si passa all'altro. Tramonta quello Covid e sorge il nuovo legato allo scontro bellico tra Ucraina e Russia. Il secondo ventennio del 2000 non poteva aprirsi in modo peggiore, ma come quasi sempre accade nei processi storici, la sfortuna c'entra ben poco, cruciale è la volontà dell'uomo.
Da uno stato emergenziale all'altro e checché se ne dica, entrambi sono collegati. Checché se ne dica, da tempo la Russia lanciava avvisaglie di guerra che l'Occidente ha saputo cogliere e far fruttare a favore della sua cerchia di oligarchi. Il Covid ha anticipato la guerra e non sarebbe potuto essere altrimenti nella nuova era del Mondialismo. Così come chi di dovere, capitalisti e banchieri e le loro pedine al comando dei singoli stati sapevano che lo scontro si sarebbe consumato in Ucraina che nel nome ha impresso il suo fatale destino. "Sul confine".
Da chi avrebbero preso i fondi per incrementare la produzione di armi? Dai vaccini anti Covid. Non di un tipo qualunque ma di quelli stabiliti dalle grandi aziende coinvolte. Tutto combacia e il puzzle è al completo. Serviva l'elezione di Biden affinché potesse prendere vita la scacchiera maledetta che vede giocare sul campo degli alleati vaccini e scontro bellico. A scapito dei comuni cittadini che si vedono piombare da un regime di ristrettezze all'altro. In ogni singolo Paese ripercussioni diverse. All'Italia l'affondo dell'economia serve ai grandi magnati attirati dagli investimenti a basso costo.
Chissà quando si farà luce... lo scontro tra Ucraina e Russia si consuma anche sul piano mediatico. Comprata e a caro prezzo la manipolazione del main stream. Ma non tutto è stato calcolato. La strategia bellica non poggia sulla qualità degli armamenti ma su intelligenza e previdenza di chi dirige il proprio fronte. E Putin, ex colonnello KGB sta mostrando un'abilità sottostimata dall'alleanza nemica.