È successo anche stasera e ormai è un disco rotto che ci tocca subire ad ogni puntata di quest'anno da quando è cominciata la nuova edizione della trasmissione. A me e parlo da Calabrese acquisita, non sta bene che questa Regione venga bersagliata da chi vuol trarne profitti.
Lo trovo squallido e delinquenziale. È un'autentica mattanza settimanale che subisce la Calabria ad ogni puntata della trasmissione di Giletti. Le criticità le conosciamo ma non si trova giusto che vengano cavalcate da personaggi che neanche sono di questa Regione e allo scopo di prendere consensi da parte proprio di quei regionali che, lamentandosi sempre, non fanno che ingrossare ancora di più il sistema balordo. È ora che la si finisca con le lamentele e si passi all'azione, perché il rischio è già dietro l'angolo e ha un nome e un cognome. Non è corretto che personaggi della politica e della Magistratura che hanno fallito altrove e in casa propria, vengano qui a riempirci di belle parole e a riempirsi il portafogli a spese dei soliti creduloni aggrappati a una visione della politica che non esiste più e forse non è mai esistita se non per farsi promotrice di un cambiamento che, se avvenisse, non è scontato che sarebbe fruttuoso e trasversale. La 7 che è di Sinistra tira sempre in ballo nella trasmissione di Giletti la Calabria allo scopo di preparare la campagna elettorale a De Magistris e Morra. E anche, e diciamolo, per controbilanciare l'indagine relativa a Ciro Grillo e a Palamara. Quanto detto, si è ripetuto anche la scorsa domenica sera, dopo aver parlato del caso Palamara, un duro colpo inferto alla Magistratura rossa.
Non si può, ovvio, per par condicio, condurre tutta una trasmissione contro una fazione politica che, per giunta, ha la maggioranza in Parlamento. Così come a rigore di logica non si dovrebbe dare troppo spazio agli alleati di un personaggio che è ministro della Sanità e che qui in Calabria non è mai sceso, pur essendo originario di un paese della regione confinante. Mi riferisco ovviamente a Speranza. Come si potrebbe dunque credere che Nicola Morra volesse riscattare questa terra se i suoi compagni non hanno di fatto ancora mosso un dito in suo favore? E i Calabresi che si prestano a questo gioco, non si sentono neanche un po' lesi nella loro dignità?