È di poco fa la notizia di un altro carabiniere in fin di vita per colpa del vaccino. Trovo superfluo dichiarare di quale marca fosse , dal momento che secondo gli esperti indipendenti dal disegno globalista, ad essere nocivo non sarebbe solo il vaccino Astrazeneca. Su di esso si starebbero infatti accanendo burocrati e dirigenti dell'Eurozona, in quanto non fabbricato in Paesi dell'alleanza europea.
A suddetta notizia si aggiunga la sperimentazione in Russia di un vaccino in grado di curare gli animali contagiati dal Covid e di quanto accaduto, fatto passare al momento sottovoce, in uno stabilimento di Baltimora dove hanno per "errore umano" mischiato il vaccino Johnson e Johnson con quello AstraZeneca. Si continua a parlare in termini di errore umano, ma sappiamo bene che quando usano quest'espressione vero è il contrario. Siamo di fatto nel pieno di una guerra consumata sul piano dei vaccini. Ciò a voler dichiarare la caduta della pater podestà dei singoli Stati spogliati di ogni loro autorità sovranistica super partes. La caduta delle frontiere ha seguito il pensiero unico globalista che agisce liberamente, non tenendo in alcun conto legislazioni e misure e confini anche etici non solo geografici. È imperante e tutti gli soccombono. Ciononostante non si spiega come mai in Italia la campagna incorra in nodi d'inciampo. Né è stato mai dichiarato chi abbia interesse a mettere i bastoni tra le ruote alla campagna vaccinale. Esclusa la buonafede o la filantropia da parte di chi la intralcia, dobbiamo riconsiderare ciò che essa comporta nel rivoluzionamento dei sussistenti assetti lavorativi ed economici. Dovremmo quindi domandarci chi avrebbe interesse affinché l'autorità sanitaria non interferisse con la scusa del vaccino sulla sospensione dal lavoro di medici e sanitari dal no secco.
Calcolato che altrove la campagna è arrivata alla sua conclusione o così sembra, apportando benefici e rassicurando la riconquista della libertà prima soppressa dalle restrizioni, capiamo che i ritardi sono solo Italiani e per di più relativi a determinate aree del nostro Paese. Il Covid e la conseguente campagna vaccinale stanno difatti ridisegnando la mappa di una nuova Italia che, checché ne dicano giornalisti e salottieri televisivi, non discrimina più il Sud. Le inefficienze le troviamo in Lombardia come in Sicilia o in Calabria, quindi è chiaro che il responsabile si muove liberamente oltrepassando le istituzioni anche giuridiche, oltreché sanitarie e amministrative.
L'unica realtà tipicamente italiana che può fare questo è la Mafia e in particolare la 'Ndrangheta. Quali motivi avrebbe?
Sicuramente le ragioni di questo suo agire indisturbato che non teme neanche l'esercito sceso in campo al fine di accelerare i processi di vaccinazione, e che sicuramente non ha velleità nobili è la ndrangheta che vuole il controllo indisturbato di tutto il Paese. La dittatura sanitaria è diventata per la criminalità organizzata un serio bastone tra le ruote nella gestione e nell'amministrazione dei singoli presidi regionali riservati all'operazione di vaccinazione. Sta di fatto scavalcando l'autorità territoriale della 'Ndrangheta e delle altre associazioni criminali a lei colluse e inchinatesi, che avevano pilotato assunzioni e diretto la politica economica di enti e nosocomi.
L'obbligo vaccinale dovrebbe sollevare dall'incarico quel personale medico e paramedico non convinto e a giusta ragione dei vaccini introdotti sul mercato, probabilmente senza il dovuto consenso delle Mafie infiltrarsi ovunque. La 'Ndrangheta non gradisce. Vuole essere lei l'autorità incontrastata a muovere la scacchiera economico affaristica del nostro Paese. Il rovescio della medaglia è che pur sapendo che i vaccini non sono credibili e sperimentati a dovere non è in funzione della nostra salute che agisce, ma dei suoi interessi. È un nodo questo che farà saltare quanto prima i nuovi equilibri assestati dal Covid e dalle successive misure adottate in osservanza del piano vaccinale.