Il genere neutro in greco antico e poi in latino identifica tutto ciò che è inanimato o che sia impersonale. La prima definizione attiene alle cose e a tutto ciò che sia stato prodotto e costruito dall'uomo. Per gli antichi ogni cosa aveva un'anima riscontrabile nelle definizioni di maschile e femminile, di animus e di anima.
La storia delle cose fa la storia dell'uomo e viceversa, partendo dal presupposto che tutto ha una sua storia, ha una genesi che obbedisce a un ordine sequenziale, ben espresso dal verbo greco "Ghignomai". Oggi si sente un gran parlare del genere neutro e in applicazione al genere umano. Il programma Gender Fluid prevede che sia l'individuo a stabilire già in età infantile, e dagli otto anni d'età, a decidere il proprio sesso. È questo quanto approvato dalle Sinistre non solo qui in Italia ma in tutti quei Paesi dalla forte incidenza globalista, e anticipato da Biden nella sua campagna presidenziale.
Il Neutro sostenuto a pieno titolo dalla campagna ideologica grillina, è andato via via trovando sempre più spazio nelle recenti edizioni del Festival di Sanremo e in particolare nell'ultima, che come abbiamo imparato da tempo, non è più solo un concorso canoro ma l'occasione di lancio e di affermazione di modelli controtendenza o che si presentino come tali. Quest'anno la kermesse ha lasciato parlare di sé relativamente, nonostante non siano mancati i colpi di scena. Per nulla menzionato è stato il carattere delle canzoni. La forte impronta rapper ha cercato di integrarsi, spesso con esito incerto, al vecchio carattere melodico della canzone italiana. In ogni caso più o meno rabbiosamente è emersa la necessità da parte dei giovani di raccontare e raccontarsi attraverso i brani interpretati. Si racconta ciò che si vive e in modo partecipato con tutto se stessi, ma in una realtà che ti obbliga a non vivere per paura della morte, il vissuto precipita nel limbo e così una visione consequenziale e narrativa della propria esistenza. I giovani oggi vivono in assenza di un supporto narrativo che abbia l'aspetto di una linea retta o contorta che sia, ma pur sempre una linea. La didattica a distanza, il ritmo schizoide apri e chiudi danno luogo a una rappresentazione della vita simile a quella di segmenti disarticolati tra loro. La musica sopperirebbe a queste frammentazioni e ciò si mostra un fatto del tutto nuovo rispetto al passato in cui la frammentazione era legata all'impossibilità di costruire un dialogo tra le parti divise per fasce di età e per classi sociali.
Oggi la frammentazione si è imposta come cultura vigente su scala mondiale, imbottigliando i giovani che non si sentono padroni della propria vita per giunta lacunosa o inesistente del tutto. I look strambi sono sempre stati motivo di polemica a proposito del festival, ma quest’anno rispetto al passato si è avvertita la tendenza a rendere normale la stravaganza, poiché negata l'originalità come scelta interiore. Preoccupante a riguardo, la presenza come nuova normalità del gioco ambiguo dei sessi. Achille Lauro ma non solo. Con lui Fedez e i vincitori del festival hanno proclamato la vittoria del genere fluttuante e di quella forma di ambiguità totalmente diversa da quella affermatasi negli anni Settanta e Ottanta in cui si voleva mettere la propria firma a un look che descriveva a pieno titolo una scelta e non un trend ideologico prestabilito. Oggi la storia è totalmente un'altra. Si tende ad andare incontro alla società bionica e robotica. Storia vecchia! Dirà qualcuno. Abbiamo dimenticato forse David Bowie, i Rockets o i Kiss? Giusto per citarne alcuni. Il paragone non regge. Erano gli anni degli avvistamenti ufo e in cui grande clamore trovavano i files secretati dell'Area 51. Si cercava il gemellaggio con i figli delle stelle per ritrovare quella spiritualità offuscata dalla rivalsa della nuova economia liberista portata avanti dalla Tatcher e poi diffusasi in tutto l'Occidente. Erano gli anni dei film "Space" in tivù e al cinema, mentre comparivano in televisione le prime serie di manga giapponesi ad indirizzo fantascientifico alieno.
Oggi non vi è a riguardo dell'ambiguità alcuna ricerca di emancipazione spirituale e all'opposto, gli alieni sarebbero citati e invocati proprio da coloro che vorrebbero un'inversione di tendenza a questa distorsione imposta sull'uomo e sull'ambiente.
"Ha vinto il rock" ha esultato Vasco Rossi, col dubbio però, che più che a vincere il rock convinto, sia stata una scelta ben oculata. Ermal Meta si è classificato terzo per omaggiare il primo approdo degli Albanesi alle coste italiane ben trent'anni fa, e in particolare al porto di Bari. Allora la vittoria dei Maneskin potrebbe essere stata studiata a pennello per nascondere l'orientamento verso il trasformismo politico e di costume di un'Italia fluttuante ed europeista, in balia delle tenebre e che vaga alla ricerca di un porto sicuro in cui potersi riconoscere.