Andare e rientrare per poi riandare è il moto continuo del mare che dà voce al Romanticismo.
Siamo soliti riferire il mare alla condizione dell'uomo nel Decadentismo, dimenticando che esso ha una sua voce in rapporto a ogni civiltà. In base al sentire e al pensiero dell'epoca, assume svariate sfumature che lo fanno inabissare o risorgere, a seconda. Il mare come riflesso del cielo ritorna nell'affinità con quanto è proprio del pensiero ermetico, nella seconda metà dell'Ottocento, di contraltare rispetto alla nuova ottica positivista che vuole l'avanzamento e la cristallizzazione del capitalismo. C'è da conferire al mondo una nuova etica che non prescinda dalle ampiezze della spiritualità ma si congiunga ad esse, rinvigorendole.
Nulla di premeditato. Alla base, un nuovo sentire che rintracci un nuovo alfabeto mitologico nella disposizione degli astri. Alla profondità del cielo corrisponde quella del mare con le sue scie di luce notturna che slabbrano i contorni delle figure. È quanto porge agli occhi la pittura di Van Gogh, soffermandosi sulle striature luminose che incrociano la Natura sferica degli astri e del loro moto. È cosparsa di comete l'arte del pittore olandese, di comete che siano giostre libere nel cielo, ciascuna indipendente ma completata dalle altre nel quadro della notte. Scintillano d'oro le notti di Van Gogh, come fossero maghe con addosso accessori e amuleti.
La magia ritorna visibile sul finire dell'Ottocento, come una forma nuova di regalità. È quanto ci riconsegnano foto e dipinti di allora rivolti a donne ben agghindate come fossero dee e sacerdotesse con il capo ornato di tiare, un accessorio questo recuperato prima ancora che dal mondo greco romano, da quello mediorientale. Già con Nietzsche l'interesse verso il mondo delle tradizioni persiane e mitraiche si concentra sulla figura di Zarathustra. C'è bisogno di rafforzare la spinta individuale dell'uomo verso le altezze dello spirito, in modo da non cadere prede di ingannevoli autoritarismi. Le pose teatrali e statuarie assunte dalle donne ma anche dagli uomini esprimono l'intenzione di conferire fermezza a un'epoca che si avverte in rapida evoluzione. La scultura è di per sé immagine inviolabile del tempo che lancia moniti alle epoche successive. I musei si arricchiscono di sempre nuove testimonianze che portano l'uomo a riflettere sulla ridondanza dell'eternità delle sue azioni. Occorre e lo si avverte come bisogno, creare degli appigli solidi in un'epoca che attraverso il Colonialismo crea lacerazioni ai propri tessuti identificativi e sarà proprio l'invasiva spinta al Colonialismo a far crollare gli equilibri tra i popoli e a portare alla Prima Guerra Mondiale.