La seduzione della forma e la sete d'infinito. La pittura di Renoir e il Pensiero Romantico a confronto
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La seduzione della forma e la sete d'infinito. La pittura di Renoir e il Pensiero Romantico a confronto

Invito all'Arte
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Bambina in costume algerino con un uccello" - Pierre-Auguste Renoir - 1882, olio su tela
Bambina in costume algerino con un uccello" - Pierre-Auguste Renoir - 1882, olio su tela

 

I volti di Renoir hanno sempre una loro definizione che li fa apparire nitidi. Sono un sole che va vissuto più che visto e ascoltato. Tutto ciò che è tondo ha una sua pienezza e in questa pienezza va colto il senso della vita.

Potremmo, alla luce di quanto ora espresso, riconoscere nella pittura di Renoir una carica espressiva fortemente erogena, mai volgare o erotica. Le labbra carnose che infiammano, gli occhi che hanno l'audacia di fissare in un tempo in cui gli sguardi femminili erano colmi di sfuggenza. La donna ha il suo mistero che si lascia accarezzare già in età puerile. Desta una profonda ammirazione fisica che si coniuga a una visione semplice della vita che va goduta carnalmente. L'occhio che guarda sazia e incede sul finito. Nonostante i bei vestiti, l'eleganza e la raffinatezza che connotano i dipinti di Renoir, la sua è un'arte che si contrappone a quella romantica in cui il senso di appagamento spinge l'uomo oltre ogni orizzonte. In Renoir gli sfondi sono a misura dei primi piani, e la profondità è parte del soggetto e del senso di pienezza che comunica.

La Natura raggiunge nella figura femminile l'apoteosi del suo cammino, rivestendo di tangibile forza che nulla ha in comune con la visione metafisica e simbolica della realtà. Esiste il reale, profusione di bellezza e armonie che nella fisicità si risolvono. Ogni opera è la consumazione di un momento che rilascia nell'anima il profumo del piacere.

Altro, come già in precedenza evidenziato, è il messaggio del Romanticismo in cui ogni esperienza è pervasa dalla seduzione magica dell'infinito, che trova nella Natura la sua esplicazione. Nulla è se non evocazione che si fa pulsante nostalgia in correlazione al concetto di patria.

Che cos'è la patria se non sfuggenza infinita? L'impronta di un ricordo che pertanto si rende eterno (Foscolo). Che cos'è la natura se non continua stimolazione ad entrare negli antri nascosti della verità che nulla ha da spartire con il finito? L'arte ha allora lo scopo di ampliare la conoscenza dell'uomo che non si limita al dato storico o temporale. Fondamentale è quindi l'esperienza estetica ed empatica dell'Arte. È quanto i componimenti di William Blake ci suggeriscono uscendo dall'accademismo virtuoso dell'epoca. Perché è vero che soprattutto in Italia, il Romanticismo è contrassegnato da una forte impronta pedagicaa che, ai iniziare dal Neoclassicismo, porta l'uomo alla riscoperta e all'analisi dei classici. Attraverso i sommi poeti greci e poi latini è possibile l'ammutolimento di ogni angoscia o turbamento insorti dallo scontro tra la singola vita intesa come esperienza terrena e l'infinito a cui rimanda la Natura.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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