I riti di passaggio, la caccia al pesce spada
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I riti di passaggio, la caccia al pesce spada

Cultura Calabra
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La tipica imbarcazione per la pesca del pesce spada esposta in una sala del Castello Ruffo a Scilla (RC)
La tipica imbarcazione per la pesca del pesce spada esposta in una sala del Castello Ruffo a Scilla (RC)

 

L'unicorno esiste anche in versione alata, a ribadire l'origine solare del simbolo. Il cavallo in quanto associato alla velocità e alla terra è un animale che rientra nel Simbolismo femminile.

Al pari del carro che riproduce il ciclo dell'anno attraverso la ruota, anche il cavallo ascende a simbolo solare. L'unicorno è un cavallo con la lancia che trafigge e la lancia è un simbolo maschile, in quanto verticale.

Nei precedenti articoli ho accennato ai riti di passaggio maschili in età adolescenziale facendo riferimento all'esigenza di completezza necessaria alla separazione del lato femminile rappresentato dal sangue della ferita che riproduce lo sversamento mestruale. L'età adulta è quella della separazione necessaria a stimolare la ricerca della propria anima gemella.

Tra i riti maschili di passaghio dall'età infantile a quella adulta ce n'è uno che caratterizza le latitudini meridionali dell'Europa e riguarda espressamente lo Stretto di Messina. Mi riferisco al rito della caccia al pesce spada.

Il pesce è un animale che, in quanto marino, rientra nel regime notturno dei simboli. La spada di cui è dotato per natura fa rientrare il pesce spada come a proposito dell'unicorno, nel regime diurno dei simboli. Se l'unicorno è l'animale dell'iniziazione alla vita adulta delle donne, il pesce spada lo è degli uomini. C'è da dire che nel primo caso si tratta di un'esperienza iniziatica individuale, nella seconda invece, rituale, quindi collettiva. Quella del pesce spada è una vera e propria partita di caccia che ha una vera e propria configurazione rituale. È in questo il valore maschile iniziatico del rito. Il rito in sé si rivolge alla collettività che attraverso la rigida osservazione della pratica vive una vera e propria trasformazione. Cacciare il pesce spada significa possedere l'emisfero sessuale femminile. Portare a compimento il trionfo del maschio e, per come si svolge, il rito della caccia ha molto dei rituali tribali e molto anche della cultura piratesca. Le origini sono antichissime e preistoriche, poi connesse con lo sbarco di Dioniso a Locri, per cui, più che la Sicilia, il rito della caccia del pesce spada riguarda la Calabria.

È delle località italiane peninsulari sviluppare una cultura a doppio filo, maschile e femminile. Lo vediamo in Calabria, così come nelle penisole salentina e sorrentina. Lo sbarramento a Nord del massiccio del Pollino insieme alle catene montuose che percorrono la regione, hanno fatto sì che in Calabria la gastronomia fosse a prevalenza montana e non marina. Il pesce spada e il pesce azzurro sono le uniche specialità di mare che contraddistinguono la gastronomia regionale. Il mare era una sfida aperta avvalorata dalla maestosità del mar Tirreno, molto profondo e irrequieto. La conformazione del peschereccio adibito alla caccia del pesce spada è quella della costruzione a castello con in cima alla torre l'addetto all'avvistamento. È un rito di caccia e di assalto e il sangue che scorre in mare dalle bestie in agonia relega la donna alla dimensione orizzontale su cui troneggia la verticalità delle postazioni dei cacciatori. Il cacciatore di mare è diverso da quello di terra. Nel mare si è alla pari, in quanto nell'indistinto. Il pesce spada ferito è il trionfo sul sangue della spada che trascende a simbolo divino solare. Si parte da Dioniso per arrivare ad Apollo e così ci si ritrova uomini.

È un rito quello della caccia al pesce spada che accoglie anche riferimenti al Cristianesimo. La morte di Gesù è riflessa nella morte dell'animale. Alla spada del pesce si contrappone la lancia umana che ferisce il costato di Cristo crocifisso. La lancia di Longino e l'acqua che sgorga dal costato sono un richiamo alla natura androgena del Cristo nonché doppia, umana e divina. Muore il corpo e risorge lo spirito rappresentato dal sangue. Lo stesso accade per mare durante la partita di caccia. Il sangue del pesce combinato al sale del mare crea un composto alchemico che trasfigura l'elemento cibo, proiettando nella sfera di un nutrimento che trascende il tempo e consacra il popolo all'immortalità.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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