Ciò che arriva è la linea di confine tra il non ancora nato e il nulla. Gli odori... imbrattano il naso di altre vite che già vivono dentro di noi, altrimenti non le avvertiremmo. Avvertire è già riconoscere senza aver posto un nome. È qualcosa che spunta come un neonato arrivato or ora.
È tutto un nascere continuo a ben guardare, senza che nulla muoia necessariamente. È un rinascere senza morte nel brivido dell'odore che ci fa comprendere che siamo tutti affacciati al balcone del tempo e che la levità perdura lasciando segni, sfoglie di impronte come su ornamenti preziosi con cui avvicinarsi al senso della bellezza. Qui si conservano l'immortalità e il senso della vita.
In passato a questo servivano i gioielli. A ricordare il vero senso che è nella preziosità conferita al già esistente di cui si adornano le forme di uomo e donna in possesso dell'mportante verità non da tutti raggiunta. La Natura è su tutti i monili impressa nelle sue varianti più semplici, eppure più garbate. È del princeps adornarsene a suggellare il legame con l'indissolubile primitività che contiene la forza stessa della Natura ed è sede dell'umiltà degli esseri più evoluti. Il primo cittadino era quindi colui che trasferiva e tramandava i saperi più antichi, confermando il forte legame tra il primo che vuole dire anche irraggiungibile e unico, separato da una incolmabile distanza, e l'autenticità primigenia che nei suoi misteri solo pochi e in fasi consequenziali conoscono, le sono ammessi.
La nobiltà in chiave aristocratica da questo principio in passato ha mosso i suoi passi traendo ispirazione e ispirando il rapporto uomo Dio, prima che venisse nel tempo eclissato, come la storia della Chiesa in primis ci comunica.
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