Il fuoco più degli altri elementi della natura ha dato luogo nella storia culturale dell'uomo a interpretazioni anche contrastanti.
Associato al concetto di peccato lo troviamo presente nelle culture mediorientali gia’ in tempi molto remoti. Ispirazione di vita per la dinamicita’ delle sue spire esso rimanda alla sfuggenza serica dei corpi liquidi. Il fuoco riassorbe in se’ il concetto di dinamicita’ unito a quello di cambiamento per la capacità di distruggere e di plasmare nuove forme. A meno che non si tratti delle bocche ardenti dei vulcani, il fuoco, a differenza degli altri elementi, è difficile da reperire in natura e forse proprio per tale motivo esso ha suggerito nell'immaginario primitivo dei popoli la figura del drago. Il fuoco obbedisce a regole e stimoli ben precisi che lo rendono il risultato di un processo chimico. La conquista del fuoco da parte dell’uomo ha permesso non solo di mangiare cibi cotti ma anche di interagire con la Natura nella manifestazione della creativita’ individuale. Il mestiere del fabbro legato alla figura di Efesto e di Prometeo ha consentito non solo la produzione di rudimentali armi antenate di spade e lance, ma anche di imprimere concetti attraverso la staticita’ dell’arte scultorea. A quanto detto va aggiunta la non meno importante funzione purificatrice del fuoco.
Anticamente tutto era decomponibile e biodegradabile e il fuoco aveva il merito di ridurre in cenere e quindi concime gli scarti di cibo. Il fuoco assicurava e consentiva il ritorno al ciclo vitale della natura cio’ che in vita non era più. I filamenti di fumo che si dipartono dalle fiamme disperdendosi nel cielo come spiriti o angeli rievocano il passaggio ad altre vite dell'anima dell'estinto. bruciare i cadaveri è un'usanza ancora viva in India e nei Paesi induisti e il rito di cremazione è accompagnato da lancio di omaggi floreali che sono un vero e proprio tributo consegnato agli dei per la cura dell'anima trapassata e dei suoi cari presenti al rito. La bruciatura delle resine preziose negli incensieri rilascia la percezione sensibile di ciò che è sacro e pertanto resiste all'azione corrosiva del tempo.
Nel Vangelo ritroviamo spesso il fuoco della Geenna menzionato da Gesu’ col precipuo riferimento all’area della citta’ di Gerusalemme preposta alla decomposizione e all'incenerimento della spazzatura urbana. Ovviamente gli odori esalati in quel quartiere dovevano essere dei peggiori, ragion per cui solo i poveri riuscivano a dimorarvi. La punizione di Gesù per i grandi peccatori sembra irrimediabile, ma a ben guardare il paragone con il fuoco della Geenna suggerisce anche altro, ossia l'inserimento delle anime individuali in un ciclo di perfezionamento dal quale si rinascerebbe purificati. Il richiamo metaforico della Geenna all'inferno è pertanto poco convincente, tenuto conto il riferimento al fattore rinascita contenuto nel fuoco come simbolo, riscontrabile anche nel Vecchio Testamento. Il Battesimo si compie attraverso l’acqua e il fuoco, gli elementi contrapposti che pero’ si armonizzano nella ricerca e attuazione di una nuova umanita’. Il processo di palingenesi lo troviamo espresso attraverso il fuoco anche nelle pagine conclusice delle Scritture Evangeliche, associato alla figura dello Spirito Santo che e’ forza e rinnovamento. La Pentecoste e’un ritorno in chiave giudaico cristiana al fuoco sacro dell’Avesta persiana, divenendo il perno a cui si deve ispirare l’umanita’convertita , capace di superare nutrita del sacro fuoco l’eterna ed estrema punizione dell’Inferno.