Il Seicento e il ruolo della Magia
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Il Seicento e il ruolo della Magia

Amore e Psiche
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Il Seicento e il ruolo della Magia

 

Spesso ritratto col bastone, Arlecchino è la maschera della disgregazione. È colui che illude e a lui si riconduce il Joker così come il Jolly che fa sperare di vincere e che subito dopo lascia avviliti e sconfitti. Altro dalla fortuna, il Jolly mescola i semi di tutte le carte impersonando la bizzarria del caso confuso col non senso. È quindi il paladino del disordine perché, per colui che ha fede, il caso non esiste e tutto obbedisce a un senso.

Il burlone è il mago incantatore che anziché aiutare a uscire dal marasma delle illusioni, compie l'esatto contrario.

Come allora difendersi dall'inganno? Sicuramente avvicinandosi alla compiutezza che le arti esprimono. Attraverso di esse esaltano agl'ideali le idee che sono le prime assurte a un piano divino. È quanto il mondo rinascimentale ribadisce rispondendo al teatro delle illusioni che va sempre più approfondendosi. Il mondo successivo invece, risponde con l'uscita dall'ignoranza, la sola che possa sconfiggere il mago millantatore che si ostina a fare brillare il mondo delle illusioni.

Col termine ignoranza si recupera il principio di raccordo con la Natura primigenia e selvaggia. Un'operazione questa che si rivela essere sempre più ardua dal momento che il Barocco e il Rococò vanno a ricreare il mondo partendo dalla sovversione dei principi primordiali di armonia ed equilibrio. A risentirne di questa decadenza diffusa è anche la giustizia espressione del potere incontestabile del Papa e dei suoi fedelissimi aristocratici. La morte è di fatto sbeffeggiata e fatta rientrare nel teatrino delle esecuzioni pubbliche. In pochi capiscono il senso di quelle esecuzioni capestro ordite dall'Inquisizione, e sono proprio coloro che contemplano la salvezza dell'uomo in congiunzione all'integrità del Cosmo.

Arlecchino, maschera divertente che tanto piace ai bambini, col suo bastone dalla cui origine etimologica deriva il verbo Battere e anche il nome Bacco, è il distruttore che porta emblematicamente su di sé i riquadri romboidali dello smembramento dei colori e della distruzione del reale. È la sepoltura della vita dalla quale Flora, dea della Primavera, trarrà il suo riscatto vincente, vellutando i campi di prati dipinti, riassicurando così il germoglio di una nuova vita sulla distruzione.

L'Arte è la Primavera personificata da Botticelli nella dea Flora che compie il miracolo di reintegrare l'uomo nella Natura. La stessa finalità la ritroviamo in Crivelli e negli altri maestri della pittura rinascimentale per i quali la Madonna con Bambino diventa emblema di rinascita e di ricongiunzione alla maternità ancestrale che ritroviamo in Iside e in Cerere.

Purtroppo l'estetica e l'armonia non bastano a ricucire il rapporto Uomo Arcano. Sarà compito della Magia aiutare l'uomo a liberarsi dalle gabbie dell'inganno in un mondo sempre più alla deriva di Dio. È quanto mostrerà nel Seicento anche la danza affettata del minuetto che imita i passetti degli uccelli. Questo in una rivisitazione della Natura sempre più lontana dalla sua primordiale bellezza e artificiosamente riproposta sulla base delle esigenze salottiere e smoderate di un'aristocrazia sempre più fatua.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.