Ritorna come un getto di acqua fresca il ricordo di atmosfere vissute che hanno marchiato il passaggio dall'infanzia al dopo. Ogni ricordo si fa vero nel momento in cui riconduce all'infanzia, riaprendoci gli occhi e l'olfatto. Ritroviamo noi come eravamo nei contenuti più grandi e profondi. E ritroviamo i nostri cari nell'impronta che ci hanno lasciato, lieve e indelebile sulle spoglie della vita.
Le stanze magiche del passato
Offrimi la chiarità
Di ciò che non offusca,
la serenità dei piani alti del cielo
sulla crosta del mondo
dove rovinosi cadono
i battiti di cuori appassiti,
e nella grevità dell'asfalto invernale
si assentano i suoni.
Non ho più rami
da sventolare al passaggio delle aurore
che sempre ho accolto nella rugiada del sonno.
Stanca cedo al sentiero
della notte che un tempo mi porgeva
echi di altri dove oltre la frescura
rapida delle sere estive.
Il rumoreggiare di animali nella siepe
e poi, il gracidare nascosto fino al mattino.
Andare non è forse questo?
Un irrefrenabile desiderio di tornare
alle stanze magiche del passato?
Restano impronte sui vetri dell'anima
e quel treno luccicante che di notte
tagliava le sponde.
Era tutto. Era niente.
Era un'eco assordante e l'ululato d'autunno
che siede in grembo alla sera.
Era il fienile dei miei ricordi
e un mosaico fuori stagione di odori
e visite inaspettate tra i campi.
Ora non più.
Ippolita Sicoli