Si sono concluse le Europee. Non solo da noi, ancor prima in Francia e negli altri Stati aderenti. Emerge come non mai da quest'ultima tornata elettorale un orientamento comune tra tutti i Paesi, che è lo spostamento dell'asse politico da Sinistra verso la vera Destra.
Un dato che indurrebbe a non poche riflessioni e che vedrebbe in primo piano oltre al fallimento delle politiche immigrazioniste, la stanchezza nutrita di dubbi nei confronti di un pressing continuo a favore dell'ingresso nel conflitto in atto, che ci porterebbe in azione al fianco dell'Ucraina. Si aggiungano la bocciatura da parte dei cittadini di tutta l'Eurozona, delle politiche vaccinali e delle dispendiose quanto inutili e nocive alla bellezza dei paesaggi, politiche Green. Quattro temi poderosi e che toccano ciascun Paese in un momento culturale contrassegnato da forti crisi identitarie e da una confusione non semplice da dipanare, alimentata dalle forti contraddizioni in seno alle notizie diramate dai media. Una cosa è certa. La gente non si fida più a seguito delle fallimentari politiche democratiche. Macron pronto a partire al fianco di Zelensky ha pagato un prezzo altissimo e si è dimesso dinanzi all'evidenza del trionfo della Le Pen.
C'è tanta stanchezza nell'aria anche per una ripresa post Covid che ovunque è mancata. L'Europa frana e da noi il primo partito delle Europee è quello della Meloni. Una vittoria che non si può definire schiacciante, perché poco dietro c'è il Partito Democratico.
Qualcosa evidentemente da noi intralcia il grande salto della Destra. Scarso il risultato di Salvini che ha giocato una partita grossa eleggendo come riferimento di lista Vannacci. Il generale che con il suo libro e ai comizi le ha tuonate, mostrandosi indigesto alle Sinistre che vorrebbero continuare a trafficare con la fluidità di genere e con i barconi.
Le guerriglie urbane non sono bastate a inasprire il divario tra le prime due posizioni di Destra e di Sinistra. Due donne a capo, entrambe convinte dei loro programmi e convincenti al punto da estromettere dai giochi l'avvocato del popolo e le sue ricette disastrose. La pandemia e poi le politiche vaccinali hanno lasciato il segno, insieme al reddito di cittadinanza finito spesso nelle tasche sbagliate. Peccato però, che a farne le spese sia stato solo lui e non anche la combriccola capeggiata dalla Shlein.
Veniamo al dopo. Cosa succederà adesso?
Lo vedremo dal prossimo G7 in Puglia. Intanto, si leva da più stati del mondo un secco no alle politiche di dittatura sanitaria dettate dall'OMS. Lo stesso Schillaci ha dichiarato che l'Italia non prenderà ordini da nessuno. È bastata la lezione. E dunque, i fanatici del Green Pass come risponderanno? Si prospetta un autunno caldo. Gli elettori di Giorgia si aspettano che lei non molli e mantenga fede al programma con pugno duro.