Furbescamente alcuni, ingenuamente altri, tutti stiamo contribuendo a dar vita alla civiltà delle sopraffazioni generate dai conflitti.
Se alcuni intellettuali, come lo scrittore Camilleri, in riferimento al tempo di oggi, hanno usato il vocabolo odio, io preferisco utilizzare la parola conflitti generati da ignoranza e interessi. Non c'è odio perché estinto è l'amore, il suo contrapposto. L'individualismo di oggi sta stravolgendo i pilastri della logica sui quali abbiamo impiantato la nostra civiltà ed è così che al presente il riflesso conta più del soggetto in questione, l'illuminato più della sorgente di luce, la vacuità ben apparecchiata più della sostanza. Si preferisce parlare di enti sborsasoldi e non di entità perché si presume di avere tutto sotto controllo, incluso il passato oltraggiato e vituperato e altrettanto ripatinato nell'ottica di una lettura che fa più comodo ai disagiati, ossia a coloro che sono incapaci di mettere la mano sulla propria coscienza nonché dignità, e rimboccarsi le maniche.
La Storia è lo specchio della responsabilità dei popoli che hanno costruito azioni e lanciato idee. Si può alterare, ma ad ogni modo le cose tornano a significare nel rispetto del loro valore autentico. Cosa geneticamente è stato tramandato a noi Meridionali, dell'attualmente decantato Ottocento? Le contestazioni che il Sud muove verso il Nord sarebbero talmente povere di contenuti da scadere nel puerile, se non fosse che nascondono la pericolosità di innescare gravi e ingovernabili conseguenze. Nel marasma planetario che coinvolge l'Italia ci mancava solo la frammentazione ulteriore di vedute e valori aggrappate a un contesto geografico di per sé travagliato, capace di fare leva sulla tradizione di una storia sbagliata che serve a infondere una mentalità ostile all'unità e propensa alla mortificazione del senso di nazione e partecipazione comunitaria. In base a quanto qui espresso, mi rifiuto quindi di interpretare la differenza di trattamento tra Venezia e Matera, entrambe piegate dal maltempo come la conferma della latitante considerazione del Sud, bensì come l'esito dettato dal confronto tra due realtà diverse, la prima lagunare e la seconda solida, figlia della pietra. L'acqua rende precaria ogni cosa, e difficile da recuperare ovunque, a maggior ragione lì dove vacilla perché costruita nel mare. Venezia rischia di affondare e con lei l'unica testimonianza al mondo di una convivenza controversa tra corpo e liquido che ha dato ispirazione a esempi unici di arte e poesia. Con Venezia sparirà la misura della fragilità con cui l'uomo, anche se distrattamente, continua a confrontarsi e che rende sacro e vero ogni suo operato in questa vita.
Il dissenso armato dai meridionali contro i fondi per Venezia è motivato dalla notizia che il Mose è stato pilotato dalla Lega. Notizia vera in parte perché Prodi e i suoi di certo hanno partecipato alla spartizione della torta. E che dire dei Movimenti indipendentisti del Sud che sbraitano contro il Nord quando dovrebbero sbranare gli amministratori del Sud incapaci di gestire territorio ed economia? Ma sì, mentre c'è chi parla di Ius Soli reclamando .modernità ed evoluzione, ci sono quelli che vorrebbero tornare indietro di trent'anni ed edificare un muro separatista tra Nord e Sud. Magari gli stessi che vorrebbero porti aperti e Ius Soli.