L'Ottocento si configura come un secolo altamente vivace sotto il profilo culturale e variegato per la forte spinta ideologico innovatrice che lo caratterizza e si focalizza in diverse regioni d'Europa.
Se in Germania, Inghilterra e Francia il poeta scrittore cerca di placare il proprio animo ricercando un armonioso dialogo con le manifestazioni della natura che più gli corrispondono, in Italia il dialogo uomo natura viene mitigato da una coscienza razionalista che, ereditata dal secolo precedente, stenta a scomparire dietro l'avanzata del carattere romantico che ne risulta quindi smorzato nei suoi toni più aulici e impetuosi. L'Italia che non si è ancora organizzata a livello di nazione vive con ritardo gli stimoli culturali altrove realtà inconfutabili, accavallando e reinterpretando fermenti e comunanze di idee e stili che risultano rielaborati per contenuti e forma. Il sublime ad esempio, peculiare del movimento tedesco Sturm und Drang che ritroviamo ben rappresentato da un'Inghilterra che ha fatto del Gotico non un semplice gusto o un efferato cliché letterario, in Italia a parte sporadiche eccezioni, risulta mitigato dalla spinta della ragione che impedisce ai moti dell'anima di venir fuori nella loro eloquente nudità.
La borghesia emergente delinea un profilo dell'individuo contraddistinto da vivace dinamicità che ben s'inserisce nell'ottica ottimistica e progressista animata dalle esigenze risorgimentali che determineranno il nuovo assetto sociopolitico dell'Italia come nazione. Il destino non e' quindi slegato dalle azioni umane, bensì riflesso di un pensiero vigile, come il Renzo de I promessi sposi evidenzia. Con il Risorgimento e una volta fatta l'Unità, gli eroici entusiasmi subiranno una dura battuta di arresto che porrà gli Italiani dinanzi a una nazione frastagliata per storia, tradizioni e cultura. Al manzoniano Renzo che cammina testimone di una Milano che cavalca entusiasticamente gli ideali illuminati del nuovo ceto, si contrapporrà il patriarca siciliano padron 'Ntoni de I Malavoglia emblema di una Sicilia arroccata sui propri atavici principi e che vede nella modernità una minaccia per se stessa. Da questa si difenderà contrapponendo una passiva quanto inclemente concezione del destino estremamente punitivo verso chi si ribella al suo immobilismo e cerca irrefrenabilmente il cambiamento.