Si è soliti associare la poesia allo struggimento dell'anima fin dalla tradizione classica più antica, ad esempio Saffo e Catullo, quasi essa fosse lo strumento utilizzato dall'anima per celebrare e allo stesso tempo allontanare le esperienze terrene che prostrano il cuore, come l’amore e la morte.
Eros e Thanatos da sempre fanno parte dell’immaginario poetico collettivo il cui orizzonte si perde all'infinito, divenendo il connubio espletativo della condizione esistenziale umana che si vede violentata da una legge superiore che non riesce a comprendere e che, purtuttavia, ha cercato di addomesticare attraverso le religioni. Le teorie salvifiche che ritroviamo sparse, seppur con linguaggi diversi, in più aree geografiche sorgono sul comune denominatore che concepisce la creatura umana scollegata dal linguaggio universale espressione del Creatore.
Da questo principio ampiamente diffuso che sovrasta le singole religioni maturate in particolare nelle aree mediorientali del pianeta, deriva il grosso dissidio molte volte inconciliabile tra il bene e il male da cui sono generate le teorie salvifiche giudaico cristiane, così come, per altri versi, quelle karmiche. Se la poesia in queste grandi aree è il pianto sviscerato dall'anima che si sente incompresa e che non può comprendere, nelle antiche civiltà sciamaniche superstiti del Nord America, la poesia o canto non è che uno strumento ritmico per accordarsi all'Universo che nella sua trama di rapporti energetici contempla anche l'uomo.
Il Grande Spirito che regge l'Universo e si manifesta tramite esso, si esprime e interagisce con esso tramite svariati ritmi che accompagnano attraverso la celebrazione del canto e del ritmo del tamburo i momenti più significativi dell'esperienza terrena della tribù o del singolo individuo. La tristezza, l'amarezza sono stati d’animo inalienanti e inalienabili che determinano le varie fasi di formazione del singolo alle quali partecipa tutta la comunità. Nella raccolta Canti degli Indiani d’America troviamo espressa tutta la sensibilità di questa antica civiltà accordata alla presenza della Natura che non è un contorno passivo agli avvenimenti, ma maestra e guida nel felice e altresì tortuoso cammino attraverso le esperienze umane e, andando oltre, del mistero che le pervade.
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