Il calice e la donna nell'immaginario dell'Ottocento
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Il calice e la donna nell'immaginario dell'Ottocento

Invito all'Arte
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Imperatrice Sissi in età avanzata, 1890
Imperatrice Sissi in età avanzata, 1890

 

La case col tetto e sopra la luna splendente. Basta questo a creare un paesaggio che esprima armonia raccolta. Eppure, i due elementi sciolti sembrano stridere. La luna è per tutti, per ogni cuore umano e non solo e per il Creato intero che le consente in base alle leggi dell'obbedienza cosmica di brillare di sera in sera e di ricomparire dopo una breve assenza.

La luna è composizione di un tutto che non esclude nessuna voce. Riverbera del cuore che l'accoglie e il paese con i tetti sembra avere le mani giunte a sostenere il suo respiro. Tutto è in equilibrio e la comunità non esclude le singole voci. Ognuno ha le sue domande e le sue confidenze e la luna le accoglie tutte, come un'ostia posata al centro di un calice traboccante di trasparenza. I tetti spioventi sono la base di calici che brindano alla brezza serale e lei siede in vetta. Una fetta d'arancia sull'orlo o una ciliegina rossa che nel liquido non si perde. E l'immaginazione spazia. La cerchi e la trovi la luna, piccola com'è. È una certezza e niente la dissolve o la spiazza.

Il calice associato all'immagine naive dei tetti spioventi e della luna sopra, riporta a una dimensione di ricercatezza rurale. Di ruralità o di alta società. Certo è che il calice brilla del giorno come una luce aristocratica spirituale prima che materiale. Di dolce e passionale intimità come di festa. Del giorno come delle atmosfere plumbee serali e notturne e proprio alla magia di queste ultime guardò la società dell'Ottocento consegnandoci la sua idea di calice che mette insieme il Sacro e il profano e comunque, un'idea di bellezza agganciata a fascino e magia.

Le situazioni brillanti che ritroviamo riproposte dalla Traviata e dai romanzi che hanno come protagoniste le donne provinciali approdate ai salotti altolocati, contemplano l'immagine del calice nella sua sontuosità velata che è compagna della luna e delle complicità notturne. C'è sacralità anche in questo. La base è sacra poi snaturata dall'avvento delle nuove figure sociali subentranti.

La luna, complice, amica seduttrice e algida amante è l'ostia che compare piccola nella raffigurazione dell'Eucaristia. È la donna nella sua onesta natura magica, baciata dalla natura divina. Riconducendoci alla matrice cristiana della rappresentazione, la luna piccola e timida è la Chiesa che nelle sue tribolazioni e imperfezioni comunica il mistero del triduo pasquale.

L'Ottocento sorto sulle ceneri dell'Illuminismo e sulla sua sconfitta politica riconsidera la donna, attingendo dal Seicento più intimo e profondo, meno spettacolarizzato e la definisce attribuendole connotati che al di là del bene e del male suonano di magia. L'abbigliamento che nella seconda metà del secolo si fa meno pomposo, mette in risalto la silhouette del corpo armonioso e gagliardo, di una donna che pur rimanendo ai confini della scena pubblica ha acquisito la sua sicurezza sulla sua sacra natura. Gli abiti neri slanciano, lasciando emergere il vitino sempre più strincato che fa da collo tra le parti basse educate al piacere prima che alla riproduzione e le parti alte dove il piacere si ravvolge in sé stesso aprendo all'arte. Così la donna conquista e viene conquistata agendo nel suo piccolo mondo, il privato, di cui si sente regina indiscussa.

Il vitino di vespa che tanti sacrifici costò all'imperatrice Sissi, fu l'ambizione di tante donne che per conseguirlo ci rimisero la vita. Il calice, lo sbilanciamento del busto, il triangolo superiore sopra lo stelo e il triangolo di base, di vetro o cristallo sempre più pregiato e leggero, divenne motivo d'ispirazione dell'alta moda primo Novecento che seppe separare i vari momenti di vita della donna, rendendoli pratici e avvinghianti nelle loro differenze. Il vitino restò per i primi tailleur, ma si ammorbidì in un languore liquoroso, privilegiando la sostanza al contenente. Coco Chanel non rimase estranea a tutto questo ma scelse di lavorare a un modello di donna vincente e futura che si lasciasse alle spalle auell'austera pesantezza che l'aveva connotata nei decenni precedenti.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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