Li avrebbe condotti in un paese dove scorre latte e miele. È questa la promessa fatta da Dio al popolo ebraico. Il miele è la sostanza sacra agli dei come sacre sono le api che per gli Egizi rappresentavano le lacrime del dio Ra.
Da notare che sia il latte sia il miele sono alimenti basilari del Neolitico avanzato, dedito oltre che all'agricoltura, all'allevamento. Il popolo ebraico nel suo cammino parte proprio da lì, dall'episodio della Caduta che si concretizza nell'uscita dal Paleolitico.
Sia il miele, sia il latte oltre ad essere sostanze secrete dall'interno dell'animale, quindi avulse dalla contaminazione del tempo, sintetizzano il legame con gli astri: col sole e con la luna. Il latte anticamente veniva usato per le abluzioni dalle donne dei popoli mediorientali e non solo, in quanton in grado di conferire una pelle morbida e setosa e di colore uniforme. Era attribuito alla luna per il colore bianco in un'epoca in cui l'abbronzatura non era affatto contemplata perché di contadini e operai, o comunque degli sfruttati che hanno.la pelle bruciata dal sole. C'è da dire che ancora oggi in India le donne della prima casta sociale sono tenute a non uscire mai e a vivere lontano dalla luce proprio per mantenere intatto il colore della loro pelle e distinguersi dalle altre dei ceti bassi. Questo in un territorio in cui il carattere olivastro della pelle è una caratteristica dominante che viene modificata da uno stile di vita assunto e rispettato sul modello di regole antiche.
La luna imprime un'idea di purezza e, di contro all'oro per il sole, ha come metallo di riferimento l'argento. Tale metallo pur essendo considerato prezioso, ha il difetto di ossidarsi e di annerirsi nel tempo. Trasferito alla pelle, il candore luminoso di chi non si espone al sole e a sorgenti di luce è una qualità divina che preserva dall'invecchiamento. La luna rappresenta la donna nelle sue fasi di crescita e di invecchiamento. È saggezza nella profondità e la donna che attinge all'effigie lunare preservandosi nel tempo, consegue la deificazione. L'argento puro ancora oggi è usato perché considerato antisettico. Con l'argento colloidale preveniamo e curiamo le infezioni.
In Età Vittoriana l'argento veniva preferito all'oro e perché ricorda il platino da sempre il più nobile e inaccessibile per costi tra tutti i metalli in quanto mantiene intatta la sua lucentezza nel tempo ed è inossidabile, e anche perché utilizzato nei riti magici. L'argento rimanda al mito degli Argonauti ed è alla base della cultura gotica tradotta nello stile architettonico che ispirò non a caso la civiltà di passaggio dall'Ottocento al Novecento. Posate, vassoi, portafotografie e altro erano, a cavallo dei due secoli, in argento preferito all'oro che faceva precipitare nel ricordo di Versailles. L'argento era invito al fascino della sobrietà in un tempo in cui il nuovo capitalismo andava strutturandosi proprio facendo leva sui suoi principi democratici, traditi nei fatti a svantaggio delle classi operaie. Ne vediamo ancora oggi gli effetti, così come vediamoli gli effetti di una Massoneria che ha trasgredito i suoi stessi principi propagandati a buon fine in età risorgimentale, degenerando in struttura salottiera che mira a conservare i privilegi di poche e consolidate famiglie.