L'Inghilterra e la musica dell'Ottocento. Un caso a sé
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L'Inghilterra e la musica dell'Ottocento. Un caso a sé

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Nicolai Abraham Abildgaard - Ossian (Osjan)
Nicolai Abraham Abildgaard - Ossian (Osjan)

 

A differenza del resto d'Europa, in particolare dell'Italia, Francia e Germania, L'Inghilterra non esprime esempi significativi nell'ambito della musica lirica. Questo stupisce, se rapportiamo L'Inghilterra dell'Ottocento a quella di fine Novecento che ha espresso dai Beatles in poi grandi geni e nuovi generi che hanno segnato un'epoca e ispirato mode.

L'Inghilterra ottocentesca è fra tutte le nazioni quella che mostra una maggiore attenzione verso il mondo fantastico espresso dalla tradizione popolare. Nonostante il termine "Romanticismo" tragga origine dal "Romance" francese medioevale, dobbiamo tenere conto che nell'Alto Medioevo la Normandia e la Britannia hanno condiviso culture e suggestioni millenarie, quasi la Normandia fosse un lembo di terra al di là della Manica, appartenente alla Cornovaglia. Il ciclo epico dei cavalieri antichi ha concepito una varietà di versioni impreziosite dalle contaminazioni cristiane rese possibili dagli sbarchi dei monaci missionari diventati meritatamente santi per il processo di evangelizzazione che non ha penalizzato le origini pagane in loco. Tra questi ricordiamo San Patrizio e San Colombano che evangelizzarono l'Irlanda.

La conformazione isolana della Gran Bretagna ha plasmato lo spirito dei suoi popoli che, nonostante la forte spinta coloniale hanno conservato e tramandato nel tempo le loro caratteristiche distintive. Dobbiamo aggiungere al colonialismo l'altro fenomeno importante, l'immigrazione, che nell'Ottocento ha spinto famiglie intere irlandesi a trasferirsi in America e lì a stabilirsi dando vita a nuove generazioni newyorchesi di sangue gaelico.

Successivamente, con gli Angli e i Sassoni si verificò un distanziamento tra le aree geografiche francesi e il regno britannico che continuò a tramandare e a diffondere i miti arturiani condividendoli con la vicina Germania da cui provenivano i Sassoni. Ciò spiega la ramificazioni in Germania dell'antica tradizione legata ai cavalieri della tavola rotonda. L'Inghilterra però, trovandosi decentrata rispetto al cuore dell'Europa, ha proseguito con la sua politica di conservazione e di difesa ma anche di attacco.

In Gran Bretagna la canzone non ha mai avuto una sua tradizione. La voce nel Medioevo era di accompagnamento alla base melodica dell'arpa e dell'ancora più antico tamburo, invitando al ritmo di danza intervallato da quello melodico dei bardi epici. Il cantastorie era il bardo che si intratteneva sulla trasmissione dei poemi cavallereschi più autentici e degli amori travagliati come quello tra Tristano e Isotta. Nel Sud della Francia la poesia trovadorica ha dato un taglio diverso al racconto epico di cui veniva esaltato l'aspetto romantico ma anche avventuroso, meno introspettivo rispetto a quello trainato dai cantori bardi. Il corrispettivo in Italia della poesia trovadorica è rappresentato dalla poesia siciliana che nel 1200 raggiunge il massimo della fioritura. È qui che nasce la canzone per come verrà conosciuta anche in seguito, e che porta avanti il tema del corteggiamento. Su questa scia si diffonde la canzone popolare in cui la giovane donna sembra sottrarsi dalle lusinghe per poi cedervi. Come fosse una sorta di danza vocale, la canzone popolare ci parla della forte contaminazione tra culture diverse favorita sicuramente dalla presenza dello "stupor mundi" Federico II di Svevia nelle nostee aree peninsulari.

La canzone italiana fiorisce mettendo insieme elementi della tradizione arabo musulmana ed altri di matrice europea, senza però lasciare nell'ombra l'aspetto nostalgico proprio dell'italianità meridionale.

A testimonianza della contaminazione del Sud Italia di elementi propri francesi ci viene in aiuto il mito di Parsifal, introdotto in Calabria e in Sicilia proprio dai Provenzali. È in Provenza che fiorisce la poesia trovadorica e quali testimoni dell'incontro tra Provenzali e Sud Italia abbiamo in Calabria e in Sicilia la diffusione dei cognomi "Provenzano" e "Provenzale", così come in Calabria del cognome "Perciavalle" italianizzazione del Parsifal francese, Perceval.

Nel Seicento il Melodramma imprime una vera svolta alla canzone aprendo le porte all'opera lirica.

In Inghilterra le atmosfere del magico passato indirizzano verso un'inclinazione teatrale il repertorio cantato e musicale. Siamo nel Cinquecento, nell'Età Elisabettiana e di Shakespeare. L'analisi psicologica dei personaggi di tragedie e commedie shakespeariane tratteggiano con toni di una modernità inaudita miti e storie diffuse nel Medioevo, portando alla ribalta una saggezza popolare altrove mascherata o tenuta all'oscuro dagli ambienti aristocratici. È questa un'operazione che porterà anche nei secoli successivi l'Inghilterra a proseguire su una strada tutta sua in piena autonomia, determinando la fioritura di generi come il Gotico che farà incontrare la cultura del popolo con la suggestione rilasciata dagli antichi castelli pregni di storia e fascino.

Se altrove, un po' meno in Germania, si dà vita a una differenziazione netta tra fasce umili e ceti elevati che passa anche per la musica e coinvolge le composizioni sacre, in Inghilterra e in tutto il Regno Unito si guarda al contrario sempre più a una contaminazione tra i due mondi resa possibile per la convinzione che il popolo sia il vero erede e tramandatore delle radici culturali e identitarie. Esiste il "folk" che ci rimanda immediatamente all'Irlanda e alle sue ballate. Esistono il folklore e il folkloristico che invece introducono agli usi e ai costumi nostrani e dei popoli.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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