La Bellezza necessita di solitudine, così il dolore che nel confronto con se stessi viene ad essere elaborato e superato.
Il raccoglimento in se stessi non è chiusura ma condizione indispensabile per aprire gli occhi sul mondo. Oggi viviamo nel caos che cancella i profili e atrofizza l'analisi. La realtà ha perso il suo giusto volto e l'uomo ha bisogno di ritrovarsi, di crescere anche tramite il passaggio nel dolore. Ci si ritrova imparando a stare da soli ed è proprio questo ciò di cui oggigiorno siamo privati già nell'infanzia. I bambini vivono nella continua confusione e crescono senza compagnia. La televisione trasmetre l'illusione di non sentirsi soli attraverso lo schermo che riflette stati d’animo viziati. E’ uno specchio ipnotico che impedisce di guardarsi dentro e allo stesso tempo non permette alla realta’ di filtrare. Si è soli davanti alla TV, mortificatamente soli,più di quanto non lo saremmo in una stanza buia con uno specchio di lato a una luce fioca.
I ragazzi di oggi sono avvezzi al frastuono che amplifica i vuoti dell’anima. Hanno bisogno di distrazione li’ dove necessiterebbero di concentrazione, perche non vivono di assimilazione cognitiva partecipata in grado di smuovere le corde di emozioni e sentimenti. Per questo crescono fragili e arrabbiati.
La creatività ha bisogno di un cosmo interiore per potersi esprimere. L’artista e’ il creativo che scombussola l’ordine esistente. Oggi non abbiamo facili riferimenti nell’arte che appare il contenitore di bizzarrie e stravaganze, di tutto cio’ che arte non e’. Questo accade perche’ non ci si confronta piu’ col vero che abita l’animo umano.
Il disordine a cavallo tra i due secoli Ottocento e Novecento e’ stato ricco di importanti fermenti che hanno ricollocato in una nuova ottica i bisogni dell’uomo. Il silenzio minato dai tumulti storici si ritrovava e consolidava tra le pareti delle aule collegiali in cui i giovani di eta’ scolare coltivavano i loro studi. Il termine studio apre la mente su una prospettiva di interfaccia tra il dentro e il fuori. Lo studio del pittore, indica un luogo raccolto che consente di osservare il mondo, di scrutarlo dall’occhio magico dell’artistica percezione.
Nelle eta’ di decadenza è necessario il silenzio per rilanciare il mondo nel disegno di una nuova definizione attraverso il contributo di ciascun individuo. L'individualita’ s’inscrive allora in un lavoro ordinato che matura con l'apporto di ogni singola originalita’. Scrittori e poeti di grande fama hanno raccontato le proprie esperienze giovanili partendo dal silenzio e dalla solitudine coltivata attraverso lo studio che ha reso possibile il trasferimento dal mondo interiore a quello della realta’ partecipata. Sono nati cosi’ i romanzi di formazione in cui atteaverso righe e pagine pregne di dolore fiorisce la creazione del mondo. Testi come Il giovane Holden di Salinger o I turbamenti del giovane Torless di Musil non dovrebbero mai mancare sui banchi odierni, in quanto capaci di solleticare la ricerca di punti di congiunzione con gli studenti di oggi. Si è ancora umani, ma non lo sappiamo ancora per quanto lo rimarremo. Il giovane Torless come altri protagonisti di altri microcosmi narrativi sono compagni di viaggio di una vita e di infinite vite che ancora potrebbero emozionare spingendosi oltre le barriere invalicabili del tempo.