L'importanza della conservazione nella cultura del tramandamento. Francesca Rafanelli e la biblioteca della Fondazione Centro Studi del Rinascimento Musicale
Spesso accusiamo non a torto la rete e la realtà virtuale di aver preso il sopravvento nella cura dei rapporti interpersonali. Prima il cellulare, poi il computer ci hanno distratti dal desiderio di una comunicazione ravvicinata tra le persone, avviandoci verso una società che ai rapporti fatti di incontri predilige quelli basati sulla distanza.
Dimentichiamo però i vantaggi e non sono pochi, apportati dall'uso corretto del virtuale. Tra questi troviamo la conservazione e il tramandamento di contenuti importanti. E proprio su questo e altro ancora è incentrata l'intervista rivolta alla dott. Francesca Rafanelli, bibliotecaria della Fondazione Centro Studi del Rinascimento Musicale.
Non è possibile parlare di conservazione se non si cura l'aspetto della catalogazione indispensabile al tramandamento. Schedare con i giusti riferimenti significa trasporre in un tempo lontano, salvandoli dall'incuria e della dimenticanza, testimonianze e materiale che rispecchiano un'epoca e hanno contribuito a conferirle splendore, congiuntamente a un'impronta di forte vitalità che potrebbe continuare ad essere d'aiuto nel presente e risultare utile nel futuro. La musica colta è di per sé materia viva e pulsante e mai come in questa epoca vuota di nuovi e significativi fermenti riuscirebbe ad essere di stimolo per i tanti giovani alla ricerca di una convincente chiave espressiva. Non a caso ho preferito al termine "tradizione" quello di "tramandamento" che non si riferisce a un percorso ormai concluso ma, attingendo direttamente dal passato, rende il materiale raccolto utile al presente e in prospettiva, vivo nel futuro. Proprio a questa operazione si dedica con grande profusione di impegno dott. Francesca Rafanelli, responsabile della biblioteca della Fondazione Centro Studi del Rinascimento Musicale all'interno della villa medicea "La Ferdinanda" di Artimino.
Dottoressa, in tanti immagino la invidieranno in senso buono ovviamente, per la sua professione che la porta a lavorare a stretto contatto con luoghi di inestimabile bellezza nonché valore artistico e storico. Leggendo la sua biografia sono rimasta colpita dai suoi titoli e dal lavoro che la portano a immergersi nell'anima di luoghi dal fascino indiscutibile dettato anche dall'antichità che li caratterizza. Un patrimonio vasto e ammirabile proprio di una regione straordinaria quale è la Toscana. Come è giunta a lavorare per la Fondazione?
"Io lavoro all'interno della cooperativa Scripta Manent e sono stata contattata dall'avv. Vincenzo Corona responsabile della tutela della Fondazione. Il fine era quello di creare una biblioteca che raccogliesse, sistemasse e catalogasse il materiale cartaceo ma anche fotografico e video inerente agli studi, alla ricerca e all'attività canora del soprano Nella Anfuso.
È stata proprio la prof. Anfuso a desiderare la biblioteca all'interno degli spazi della villa riservati alla Fondazione.
"Esattamente. Tutto nasce dalla volontà di Nella Anfuso che ha proseguito sulla stessa linea del prof. Gianuario a cui lei era molto legata. Il soprano Anfuso ha speso tutta la vita in virtù del suo impegno di studi e ricerche e approfondimenti, e il patrimonio culturale che lei ha raccolto è riuscita a trasmetterlo agli studenti attraverso le lezioni di Filologia della Musica".
Molto bello e direi quasi commovente questa sua totale dedizione.
"Vero. Lei era molto legata alla sua attività e anche alla villa in cui trascorreva lunghi soggiorni di intenso lavoro."
Voi avete conservato tanto anche per rendere onore alla sua memoria.
"Nella Anfuso era una donna straordinaria. Fortemente volitiva e passionale. Tenace al punto da raggiungere ogni obiettivo prefissato. Di lei abbiamo materiale di vario genere, dagli abiti di scena, agli spartiti e a tutto il repertorio di studi e riflessioni scritto e firmato da lei. Non ultimo il repertorio di fotografie scattate durante le sue esibizioni. Infine i video."
Era una donna di carattere che ha lasciato nel luogo impronte della sua palpabile presenza che affascina e impreziosisce gli interni e il giardino. Io personalmente non ho ancora visitato la villa, ma dalle foto si ha come l'impressione che lei fosse ancora lì.
"Il nostro intento, l'intento mio e della Fondazione è proprio quello di rispettare la sua volontà, in che modo? Non destinando quegli spazi alla testimonianza di un percorso ormai tramontato, ma fornendo l'impressione che lei sia ancora viva e continui a operare all'interno della Fondazione tramite il nostro impegno."
Veramente vi fa molto onore quanto state portando avanti. Molto toccante l'immagine nitida che voi restituite del soprano Anfuso. Una figura completa di tutte le sue sfaccettature, di grande donna e di grande intellettuale.
"Lei aveva una personalità carismatica. Purtroppo soffrì molto dell'allontanamento dalla villa e dalla sua attività, allontanamento indotto dalle tristi condizioni di salute. Si ritirò nell'ultimo periodo di vita a Alia, il suo paese natale provincia di Palermo."
"Dottoressa, al di là dei suoi molteplici interessi, c'era un discorso a cui la Anfuso si appassionava e dedicava tanto?"
"Lei si concentrava prevalentemente sul canto nei secoli Cinquecento e Seicento. A tal fine organizzava convegni e tavole rotonde in sede, informando e avvicinando al canto secondo i dettami dei succitati secoli. In riferimento a questo discorso ci ha lasciato un vasto patrimonio documentativo che la Fondazione ha accumulato e conservato. Tra questi documenti spiccano partiture e spartiti pronti per essere eseguiti."
Anche il prof. Gianuario in questo lavoro di raccolta di testi e documentazioni ha un posto di rilievo.
"Certamente. Molto di questo materiale raccolto , dai libri agli spartiti, era proprio del Presidente Gianuario."
Bene. All'interno della Fondazione c'è anche un organo di inestimabile valore.
Sì, è un organo tardo Settecento. Non è l'unico. Sono presenti anche la riproduzione di uno più recente e un organo a spinetta.
Mi parli adesso di Scripta Manent. Di cosa si occupa esattamente?
"È una ditta che si occupa di archivi e biblioteche. Attraverso me che sono socia, ha fornito l'attività di allestimento e riordino della biblioteca. Come già detto, io mio occupo di raccogliere, sistemare e catalogare tutto il materiale presente."
Un lavoro complesso che richiede pazienza e precisione. A parte Scripta Manent, c'è qualcun altro che ha fornito un supporto valido a questa operazione che lei sta portando avanti?
"Io mi sento in dovere di ringraziare anche a nome della ditta Scripta Manent e della Fondazione le Autorità Comunali di Artimino che ci stanno supportando in tutto e per tutto in questo lavoro, senza farci sentire mai abbandonati. Ci hanno persino messo a disposizione ulteriori spazi da poter utilizzare al di fuori della sede della Fondazione, perché il materiale documentativo è veramente immenso."
Oltre a questo ingente lavoro a cui lei si sta dedicando, si pensa anche a realizzare qualcos'altro.
"Esattamente. È nelle intenzioni dell'attuale Presidente Fabio Finucci e dell'avv. Vincenzo Corona porgere alla conoscenza di tutti l'esistenza di questo patrimonio documentativo, andando ben oltre i confini nazionali. Ciò sarebbe possibile attraverso la sistemazione e catalogazione virtuale dei documenti all'interno del Sistema Bibliotecario Nazionale".
Attualmente la villa è aperta al pubblico?
"È visitabile e si può accedere senza biglietto. All'interno si organizzano cerimonie come matrimoni ed eventi di vario genere. La biblioteca purtroppo essendo ancora in via di sistemazione è chiusa al pubblico, ma è nell'intenzione del Presidente Finucci e non solo renderla fruibile quanto prima."
Immagino che grande emozione desterebbe nei visitatori! Già vedo file di scolaresche con gli occhi abbagliati dal contatto diretto con tutto un patrimonio che non è stato concepito solo ai fini di unosterile studio, in quanto all'interno brilla di un'anima e di tanta passione che possono influenzare e segnare il percorso formativo ed esistenziale di tanti futuri uomini. Parte di questa emozionante escursione nel regno del canto e della musica e complice della suggestione che suscita è l'insieme di un tutto che comprende i costumi della Anfuso, la presenza di strumenti antichi, nonché gli ambienti interni ed esterni. Ogni tassello contribuisce a porgere la grandezza di un mondo che non ci dovrebbe mai lasciare indifferenti, semai ispirarci nuovi percorsi affinché la bellezza non abbia mai fine.
Ringrazio veramente tanto la dott. Rafanelli per averci introdotti nel magico discorso partendo da come nasce una biblioteca e delle motivazioni che spingono alla sua realizzazione. A lei, a Scripta Manent e alla Fondazione Centro Studi del Rinascimento Musicale i migliori auguri da parte mia e di tutta la Redazione.
Guarda la presentazione della Fondazione Centro Studi del Rinascimento Musicale
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