Il distanziamento sociale che stiamo vivendo in questi giorni sortIsce l'effetto di accomunare empaticamente i soggetti più sensibili.
Gli spazi tra le persone sono colmati da un insaziabile bisogno di attenzioni che non risparmia chiunque si confronti con il proprio dilemma esistenziale. La voce corale di disperazione che si eleva da coloro che hanno perso cari e congiunti riesce a soffocare le voci che si dipartono dai singoli nidi che sembrano svuotati di ogni segno di vita.
È nelle piaghe sociali che affliggono che ci si sente più soli. Il protagonismo triste che stringe chi è parte della stessa situazione, esacerba le differenze e separa dai protagonisti del dolore quelle anime in corpi difficili da controllare e da governare.
Chi soffre adesso, soffriva già prima la sua diversità che lo rende speciale e fragile al contempo e se era poco visibile prima, lo è ancor più adesso che nessuno, tra quanti conoscono la sua storia, sembra ricordarsi di lui. La risonanza mediatica conferita all'epidemia non è vero che ci sta offrendo un'anima migliore. Semplicemente ci rende più timidi e crudelmente paurosi, al punto di calpestare le grida di chi chiede disperatamente aiuto e aiuto non ha. Le città si spengono e gli ospedali accolgono ma ciò non accade per tutti, solo per coloro che trovano spazio in questo allarmismo esagerato.
Ho un amico che soffre tanto e mi si stringe il cuore perché essere amici significa ricordarsi sempre delle reciproche esistenze anche quando cala il sipario del buio. L'amicizia è una fune che non si spezza e unisce nella distanza. Lui è Nunzio Bellino ed è l'attore protagonista del corto Elastic heart. Se chi è fragile nel corpo sviluppa spesso una corazza per preservare il proprio cuore da aggiunta sofferenza, Nunzio la cui pelle è particolarmente elastica ma tanto delicata a causa di una malattia rara e incurabile, ha mantenuto un animo che lo circonda di un alone di purezza. Nel silenzio che lo attornia, si è aperta una fessura di luce attraverso cui guardare ed essere visto da un mondo che per lui non sembra più avere occhi. Lo spot che ha girato con il regista e sceneggiatore Giuseppe Cossentino è uno specchio che riflette il suo dramma. COVID19 LA VOCE DEGLI INVISIBILI vuole smuovere la nebbia addensatasi nel cuore e nella mente di chi non considera altre tragedie al di fuori di questa epidemia. E in tale situazione si esprime la grandezza di Nunzio che non parla solo del suo dolore ma si fa portavoce di chiunque abbia una malattia inguaribile e si vede accantonato dal mondo.
“Non esisto più io e non esistono più gli altri che soffrono quanto me, ognuno chiuso nel proprio angosciante dolore",
dice Nunzio il cui grido arriva candido a chi sporge l'orecchio dalla routine di questi giorni che vedono ripetersi le stesse scene, le stesse situazioni con una monotonia asfissiante che non apre altre porte.
Ci si abitua a tutto tranne che al dolore non percepito, non vissuto che quindi resta invisibile. E da un distacco reale della propria condizione in attesa, Nunzio dall'alto dei suoi giorni spera di ritornare ad essere qualcuno e non un ricordo fantasma, anche per i medici che l'hanno avuto in cura .
La musica di una dolcezza malinconica sembra tastare come con ali d'angelo i suoi pensieri, porgendoci la sua sofferenza, come un macigno che pesa sulla coscienza di tutti. Il pianoforte del musicista Kevin Mcleod che ha curato le musiche anche di Elastic Heart suona la poesia di un mondo a parte che sta a noi incontrare e curare come fosse una parte di noi.
Uno spot che sensibilizza l'opinione pubblica per la situazione che vivono tutti coloro che soffrono di patologie rare nel mondo, alle prese con il cambiamento radicale di vita in questo momento storico dovuto al Coronavirus, dimenticati da tutti e lasciati soli con l'immagine e la voce dell'attore e personaggio Nunzio Bellino, sempre in prima linea nel sociale, insieme allo sceneggiatore e regista Giuseppe Cossentino.