Il galateo ai nostri giorni: ricerca dello stile e nuove opportunità. INTERVISTA all’etiquette coach Antonella D'Isanto
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Il galateo ai nostri giorni: ricerca dello stile e nuove opportunità. INTERVISTA all’etiquette coach Antonella D'Isanto

Il nostro è il tempo del rinnovamento che non conserva le radici. Il forte condizionamento dalla tecnologia c'impone un costante ricambio di pelle a cui non facciamo corrispondere alcuna forma.

Il consumismo rincorre la tecnologia che a sua volta ci consegna a un tessuto socioculturale virtuale che ha come effetto quello di lagorarci dall'interno. Il Consumismo divora e ci divora, privandoci della facoltà di riflettere prima che di comunicare. Di conseguenza, oggi la riflessione sembra essere diventata un lusso che i più, assorbiti dall'ingranaggio della logica del consumo, non possono più permettersi. Il non senso becero che sarebbe troppo definire nichilismo, passa attraverso vari canali, non ultimo quello televisivo in cui compaiono personaggi che oltre a non riconoscersi in alcun ruolo, inculcano mediante gesti, pose e un linguaggio scomposto su più piani, l'esuberanza volgare. Si è qualcuno senza esserlo nella società del nulla imperante.

In questo marasma compulsivo c'è chi intende fare la differenza, avvalendosi dell'esperienza accumulata in più settori e della capacità propositiva tutta personale di saperla far fruttare. È con grande piacere che vi presento la protagonista di questa intervista, una donna non comune per doti innate e per la grinta che mai perde di dolcezza, che la porta a reinventarsi, mantenendo un piede nella tradizione consapevole e l'altro nel del futuro. Antonella D'Isanto si è confrontata costantemente col mondo del lavoro dal quale ha tratto rnergia e versatilità che la pongono nella giusta prospettiva, senza che lei si senta mai disorientata. Per questo è da considerarsi un faro per i tanti giovani che si rivolgono con apprensione al loro domani.

Antonella, la sua è una storia che parte da lontano. Ce la vuole raccontare?

“Sul piano professionale ho fatto veramente tanto nella mia vita. Negli ultimi quindici anni ho lavorato nell'azienda vitivinicola di mio marito occupandomi dell'accoglienza di ospiti stranieri e italiani, dell'organizzazione di eventi e fornendo il mio giusto apporto all'espansione dell'attività, nonché al mondo del vino. Grazie a quest'ultimo significativo contributo ho meritato la prestigiosa nomina di presidente delle donne del vino qui in Toscana.”

Questo negli ultimi quindici anni. Sicuramente, prima di adoperarsi all'interno dell'azienda di famiglia lei ha maturato un percorso di conoscenza nel mondo del lavoro e affinato quella sensibilita’ utile ai suoi ultimi progetti. Vero?

“Sì, sono giunta in azienda già con un buon bagaglio formativo. Io sono sociologa del lavoro e questa qualifica mi ha permesso di vivere il mondo del lavoro nel senso piu' pieno e di studiarne tutti gli aspetti. Ho lavorato per tanto tempo all'interno della Siette-Alcatel, nell'ufficio personale e all'interno della gestione risorse umane e ho esercitato l'attività professionale di consulente del lavoro.”

Quindi ha avuto modo di confrontarsi con i giovani che si presentavano ai colloqui di lavoro, di sviluppare una rara empatia che le ha permesso di cogliere sfumature ed esigenze intrinseche alle loro richieste, giusto?

“Sì, dopo sono entrata nell'azienda di mio marito e qui mi sono adoperata sotto tanti aspetti. Ho imparato a fare il vino, ho aiutato a far crescere il brand e ciò mi ha dato anche l'opportunità di viaggiare molto per promuovere e vendere il vino nel mondo. Questo fino a quando non ho ceduto il posto nell'azienda a mia figlia.” 

Antonella, lei è una donna travolgente che suole definirsi “ipercinetica agitata con cuore siciliano, ironia toscana e animo inquieto”, vero?

“Proprio così. Sono nata in Sicilia dove ho vissuto la prima parte della mia vita. Sono cresciuta in una famiglia matriarcale, educata da mia nonna che mi ha insegnato a leggere e a scrivere, e a svolgere nel migliore dei modi attività domestiche come ricamare e organizzare la tavola. Mia nonna era una donna dalle mille risorse, educata in maniera rigorosa, lei stessa era cresciuta in collegio, dalle monache in quanto orfana. Sapeva leggere e scrivere , mi faceva mangiare con i fogli sotto le ascelle per insegnarmi a stare composta a tavola, e io nel tempo ho fatto tesoro dei suoi insegnamenti. Vede, io ho una grande qualità che mi contraddistingue, ossia la capacità di assimilare quanto appreso nel passato e caricarlo di forza nel presente, in modo da renderlo utile e costruttivo.”

Questa è una dote che tanti giovani dovrebbero rintracciare e mettere a frutto dentro di loro. Quindi, come ha deciso di investire su questo suo bagaglio di conoscenze?

“Ho deciso di mettere insieme questi miei talenti e di impartire corsi di galateo e di abbinamento cibo vino .” 

Con i quali è riuscita a sfatare diversi luoghi comuni. Mi riferisco soprattutto ai corsi di abbinamento vino cibo. Giusto?

“Infatti! Sono tanti i luoghi comuni a incominciare dal pesce che richiede solo il vino bianco, opinione diffusa da smontare perché ci sono delle qualità di vino rosso che si abbinano al pesce perfettamente. Per non parlare poi di come spesso si serve il vino... in bicchieri di plastica o comunque non consoni a valorizzare il meglio del vino, ossia il colore e i profumi.”

Lei e’ una donna che si definisce pragmatica e rigorosa, attributi che erano di sua nonna. Oltre alle esperienze accumulate negli anni, utili senza dubbio agli ultimi suoi progetti, lei ha conseguito un titolo speciale, vero?

“Sì, quando ho deciso di fare corsi di galateo e “mise en place” ho anche voluto consolidare le mie competenze e approfondire le tematiche dell'accoglienza Istituzionale,  frequentandoo un corso all'Accademia del Cerimoniale del Protocollo di Roma. Qui ho imparato come si riceve una persona che esercita un ruolo istituzionale, ad esempio il Presidente della Repubblica.”

Interessante! Ci dice dove va collocata la persona importante?

“Il posto che le spetta è sempre alla destra del padrone o padrona di casa. La destra è sempre il posto più importante, sia per le persone, sia per la bandiere, con un'unica eccezione rappresentata dai funerali. Qui il lato da tenere in considerazione è quello di sinistra, perché il leggio dove viene letto il Vangelo in chiesa e’ collocato alla destra dell'altare che è pero’ la sinistra dei fedeli, quindi a sinistra trovano posto i parenti del defunto, e gli ospiti di riguardo nel caso di un funerale di Stato.”

Antonella, lei ha pubblicato anche un opuscolo su questi temi, vero?

“Sì, il titolo è “Accoglienza e piacere di vino" che mi auguro diventerà un vero e proprio libro. Ho anche dato vita al blog www.tempi di recupero.eu dove tratto questi argomenti e dove compaio come docente delle buone maniere. Ho anche in mente dei progetti da proporre al settore pubblico per far conoscere e divulgare l'arte della tavola, il servizio del vino. Settori entrambi molto considerati in Toscana. Il primo è legato alla figura della grande Caterina dei Medici che ha importato in Francia l'uso delle posate, e tante ricette e il vino che è uno dei prodotti delle nostre eccellenze.”

Antonella, lei si rivolge a un bacino di utenti preciso? Chi ha interesse a frequentare i suoi corsi sull'etichetta e le buone maniere al tempo d'oggi?

“Gli utenti sono di vario tipo, non mancano i giovani che purtroppo oggi non sanno come comportarsi a un colloquio di lavoro. Oppure che non sanno scrivere un curriculum. E poi ci sono padroni di casa, scuole ed enti pubblici. Mi rivolgo anche alle aziende.”

Il cibo oggi è il tramite festoso con cui incontriamo culture per noi nuove e diverse che meritano di essere considerate nelle specifiche tipicita'. In un mondo che cammina velocemente, le distanze tra i popoli vanno sempre più riducendosi e non possiamo permetterci di mostrarci impreparati all'incontro con culture diverse. È così?

“Esattamente. Io mi sono adoperata a ricevere Indiani, Cinesi, Giapponesi nel giusto modo. So che sulla tavola, se si attendono ospiti cinesi, non possono mancare il peperoncino e la brocca di acqua calda perché loro usano berla prima di incominciare a mangiare. Al contrario, sulla tavola indiana non deve comparire la carne di vitello perché loro non la consumano. Il mussulmano non beve vino e questo è fondamentale da sapere se si attendono commensali osservanti della religione islamica.”

Certo, assolutamente. Antonella, quanto è importante conoscere il galateo ai tempi nostri?

“E’ tanto importante perche’ aiuta a migliorare se stessi. Oggi si è veloci e distratti in tutto, al punto di sottovalutare anche la stesura di una lettera. La presentazione è importante. Ci sono persone che purtroppo non sono capaci di scrivere neanche una mail. Io sono stata ospite della trasmissione curata dalla giornalista Elisabetta Failla “Cosa bolle in pentola” e qui ho dato suggerimenti ai giovani su come presentarsi a un colloquio di lavoro, su come scrivere un curriculum. Molti alla prima esperienza non sanno quali informazioni riportare e questo è un male, perché ogni giovane ha il suo bagaglio di esperienze, seppur minimo, che compone con la sua quotidianità. Ci sono dettagli come portare fuori il cane, o occuparsi in casa del proprio famigliare che devono rientrare nel curriculum, in quanto pongono l'accento sul grado di sensibilità di chi si propone. È utile altresi’ correggere determinati comportamenti e posture decisamente sconvenienti da assumere a un colloquio di lavoro.”

Sono pienamente d'accordo con lei, Antonella. Si ha la percezione che i giovani di oggi si vergognino delle loro vulnerabilita' e sensibilità che di conseguenza esternano limitatamente alla sfera privata, quasi fossero indice di debolezza. I messaggi che ci propina la televisione vanno nella direzione opposta, della trasgressione volgare e spicciola. Sarebbe bello se a lei, Antonella, venisse affidata la conduzione di un programma che trasferisse al pubblico contenuti diversi e che contribuisse alla formazione di una società senz'altro migliore.

“La ringrazio molto. Purtroppo non credo che mi contatterebbero mai, in quanto è l'audience a pilotare la scelta dei programmi e il mio non registrerebbe un numero elevato di telespettatori.”

Purtroppo ne prendo atto. La nostra è una società dove la serietà è posta in secondo piano, ma lei è una donna energica che non si arrende, giusto?

“Più che altro sono una grande sognatrice. Sono una donna adulta e sogno come una giovane donna."

Antonella, qual è la sua definizione di galateo?

“Il galateo è un linguaggio non verbale, e’ un assieme di regole col quale, chi lo conosce, non può mai trovarsi in difetto. Il galateo non è un freddo manuale ma uno scrigno di consigli su come comportarsi, dimostrandosi rispettosi verso se stessi e gli altri. Dettagli importanti che ti fanno sentire a tuo agio in tutti i contesti e possono aiutare a migliorare la propria immagine, migliorare lo standing professionale, cosi’ da diventare irresistibii anfitrioni.”

Nonostante il suo rigore, lei è una donna amabile e rassicurante, vero?

“Certo! Adoro i giovani. Per me sono il futuro e io mi rapporto a loro come una madre.”

La nostra è la società del respingimento, per cui l'accoglienza è ridotta ad espediente tramite cui ricevere. Il galateo e la cura della forma oggi, sono lo strumento con cui riconsiderare noi stessi attraverso la riconsiderazione degli altri. Il galateo possiamo in tale prospettiva ritenerlo una espressione d'arte domestica con cui ridisegnare il mondo oggi inselvatichito da una società sciatta e frivola. L'impegno è nemico della fretta e la cura richiede tempo, pazienza e dedizione. Ringrazio la dott. D'Isanto per la sua disponibilità a farci riscoprire il mondo delle buone maniere, altro rispetto al mellifluo manierismo cortese che ha contribuito alla stagnazione di agi e privilegi nell'aristocrazia nei secoli trascorsi. Che l'impegno a distinguersi in meglio non sia più appannaggio di ceti esclusivi, ma il risultato di una ricerca interiore intesa in senso democratico e utile alla vita di tutti i giorni.

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli