Antonello Imbesi, la voce degli ''ultimi''
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Antonello Imbesi, la voce degli ''ultimi''

Il grave inghippo in cui incorre l'umanità oggi è quello di adoperarsi nel Sociale per colmare i vuoti interiori.

In un’epoca in cui la fretta di conseguire successi fa calare il sipario del buio sulle necessità di ascolto dell'anima, il Sociale sembra la giusta molla alla realizzazione dell'individuo che sempre più solo si trova ad affrontare i bivi imposti dall'esistenza nel suo percorso di affermazione. Il singolo non visto come persona è una minaccia da sbranare,  non espressione e fonte di quella ricchezza a cui attingevano le societa’ passate considerandolo modello da emulare. In una umanita’ che ci vuole tutti omologati secondo un  pensiero globale, si dimentica il valore dell’unicita’ in altri contesti concepito come punto di forza e di svolta nei cambiamenti, assecondando cosi’ la logica del branco che fa del potere la propria soluzione ai drammi esistenziali. Il bullismo oggi attinge la sua forza dal pensiero unico che altro non e’ che un sottoprodotto del pensiero, elaborato da chi detiene il controllo mondiale di forma e contenuto. La non civiltà di oggi ha partorito leggi che precorrono elaborazioni estetiche e filosofiche anticipando costrutti sempre più attenti e accondiscendenti alla manipolazione tecnica e robotica dell’essere umano attraverso un linguaggio minimale e subliminale che tanto mina le sensibilita’ fragili e ancora vergini dei piu’ giovani. Poco si fa al fine di tutelare questi ultimi se si tiene conto del bistrattamento che subiscono gli episodi di violenza considerati nella scaletta giornalistica come notizie di contorno ai grandi fatti del giorno. Manca l'impegno e la volonta’ a superare certe barriere e forse, una buona dose di cultura onesta come ben ci spiega il regista Antonello Imbesi che da dieci anni a questa parte conduce la sua coscienziosa campagna nel Sociale al fianco degli “ultimi”.

“Chi è Antonello Imbesi?”

“Antonello IMBESI nasce a Palmi 55 anni fa e già da piccolo insieme al papà e ai suoi quattro fratelli si confronta con le difficoltà che affronta chi rimane orfano di madre, colonna portante della famiglia, scoprendo cosi’ grazie all’educazione esemplare del padre i valori della vita e l’importanza della solidarieta’. A soli 17 anni entra nell’Arma dei Carabinieri ponendosi al servizio di quei valori, incluso quello di patria, che lo hanno formato . Nel 2001 decide di intraprendere l'attività politica candidandosi alla Camera dei Deputati. Ottiene  un ottimo successo nel proprio collegio e sempre nello stesso anno istituisce e sostiene  un'associazione di appartenenti alle forze dell'ordine che, a seguito della forte richiesta di adesioni, verra’ convertita in movimento col nome di MAOXSEDDD ONLUS (movimento  associazioni Operatori per la sicurezza e difesa diritti Disabili onlus) di cui proprio lui diverra’ Segretario Generale Nazionale . Tale movimento oggi risulta presente in tutta Italia. Tramite l’affiliazione  di numerose associazioni tende a pomuovere progetti di solidarieta’ offrendo la possibilità d’inserimento nel mondo del lavoro a quelle persone affette da varie forme di disagio e disabilita’.

“Cosa rappresenta per lei il Sociale?”

“Per me il Sociale e’ quella forma di altruismo che ormai si è persa. Una volta si nasceva con il rispetto per il prossimo. Se un anziano vicino di casa aveva bisogno, noi ragazzini ci mettevamo subito a sua  disposizione, e bastava questo a farci contenti. Nei rioni si era un’unica grande famiglia. Oggi invece, i vicini di casa nemmeno si conoscono tra loro, l'indifferenza regna sovrana e la solidarietà e’ un dono tanto prezioso quanto raro.”

“Al tempo d’oggi la società è distratta nei confronti della persona. Quale secondo lei è la priorità che dovrebbe affrontare?

“La priorità che la società dovrebbe affrontare oggi e’ il tema dell’educazione legato alla famiglia. Alla famiglia spetta il compito di inculcare nei  figli il senso del rispetto verso i più deboli, risvegliando l'interesse per quei  personaggi che dell’intervento nel sociale hanno fatto la loro ragione di vita. San Francesco d'Assisi molti giovani o ragazzini di oggi non lo  conoscono affatto,  così come non hanno mai sfogliato il diario di Anna Frank o il libro Cuore capaci di trasmettere tanto e sui quali gli uomini della mia generazione sono cresciuti, si sono formati. I genitori di oggi pensano di fare il bene dei loro figli comprando loro telefonini e computer, e cosi’ pongono l'educazione al volontariato su un piano inesistente. La scuola dovrebbe compiere il secondo passo nella formazione dei ragazzi ma e’ completamente dedita a curare l'informazione e non la formazione dei giovani. I maestri di ieri erano molto più attenti al Sociale. Se in classe vi erano alunni disagiati, un po’ tutti i compagni intervenivano per aiutarli. Gli alunni di oggi invece, aspettano che suoni la campanella per poter correre davanti alla Playstation, l’unico vero loro interesse.”

“Purtroppo è così. Al contempo pero’ si avverte, rispetto agli ultimi anni, un ritorno nei giovani ai grandi temi assorbiti dalla politica. Che ne pensa a riguardo?”

“Sembrerebbe di si’, ma allo stesso tempo ritengo che l’interesse  dei giovani alla politica possa  indurre ad un impegno serio nel Sociale solo se essi hanno vissuto in prima persona forme di disagio. È facile intervenire su una persona sana,  difficile e’ invece curare una persona malata, e a proposito di questo credo che la politica sia molto distante dai problemi dei cittadini. Nello specifico, la politica Italiana oggi  guarda più agli interessi   economici e al suo tornaconto. Un italiano  che dorme sotto un ponte o una famiglia italiana costretta a dormire in macchina non comportano alcun guadagno. Una famiglia di extracomunitari invece, garantisce importanti entrate allo Stato e a quelle  associazioni complici. Il paradosso e’ sotto gli occhi di tutti.”

“In merito a questo ci sarebbe tanto da dire, regista Imbesi. Quanto contribuisce il cinema di oggi a una società migliore?”

“Il cinema di oggi se  fatto bene contribuisce molto a migliorare la nostra società. Il guaio è che tira più un film che veda protagonisti i mafiosi , piuttosto che un film girato su chi come Falcone o Borsellino ha perso la vita a combatterli. Le case di produzione sono fatte da imprenditori che curano i propri interessi.  A riguardo però,  voglio spendere due parole a favore della TAO DUE, casa di produzione molto attenta alle problematiche sociali. Da tanti anni infatti s’ impegna a far conoscere fatti e personaggi che hanno determinato la storia dell'Italia.

Io e i miei collaboratori, considerati gli ULTIMI nel mondo cinematografico, c’impegniamo a dare voce a chi non ha voce, dimostrando che chi e’ stato  meno fortunato degli altri non e’ secondo a nessuno. Il nostro intento e’ quello di convincere le case di produzione cinematografiche dell’esistenza sul campo di giovani preparati in vari settori del mondo dello spettacolo, da quello tecnico a quello attoriale,  purtroppo ignorati da un sistema teso a considerare e a privilegiare  i raccomandati di turno. Muovendoci controcorrente rispetto  alla mentalita’ vigente, nei prossimi giorni apriremo  laboratori teatrali in cui in forma gratuita prepareremo i giovani desiderosi di diventare attori.”

“Da Calabrese operativo sul territorio, quale risposta si aspetta da una provincia come quella di Reggio in cui e’ assente una seria politica sociale?”

“I problemi non sono legati ad un territorio soltanto,  sono nazionali. Se la politica nazionale non solo non formula le giuste leggi, ma non si preoccupa neanche di far rispettare le poche serie  esistenti, non si sviluppa quella giusta attenzione al mondo del volontariato e del Sociale.  Io con la mia associazione ho dimostrato che molti progetti si possono portare avanti a costo zero. Mi chiedo allora, quante sono le associazioni disposte a questo? Molte  nascono, incassano soldi,  in vista di progetti che rimangono incompiuti. Quindi chiudono.”

Triste ritratto della realtà. Bisognerebbe credo prendere esempio dalla Danimarca e portare nelle scuole l’empatia, questa materia nuova e tanto antica nata nell’uomo e distrutta dall’uomo,affinché si ritorni in sintonia col mondo e con la sua bellezza da riscoprire all'interno di noi. Solo così i progetti meritevoli di ascolto come quelli portati avanti da Antonello Imbesi e dai suoi collaboratori non resteranno delle oasi nel deserto della solitudine odierna, ma potranno aprire nuove piste ai giovani armati di quello spirito comunitario e di  fratellanza che un tempo ci contraddistingueva tutti.