Come le onde accarezzate dalla luce creano e disfano parvenze di forme, incantando lo sguardo che indugia sul paesaggio marino, le opere d'arte dell'ultima mostra di Nikolay Stoyanov Un passo nel cielo inaugurata il 20 agosto nella Galleria dei coniugi De Martino ad Amantea, catapultano il visitatore nel mondo intimo dello spirito.
Colori vividi e ben definiti ricalcano un universo plasmato dalla luce che sospinge verso l'alto lo sguardo, fino al congiungimento col nitore del cielo, vero protagonista dell'esposizione. Il cielo è l’elemento conduttore della sequenza di quadri, vere e proprie aperture sull'anima che invitano l'osservatore a un'alternativa visione del mondo la quale, per quanto definita, non sfugge alla morbidezza delle forme, frutto non solo di una ricerca puramente estetica ma prevalentemente dell'essenza spirituale dell'artista. I soggetti dipinti, per via della loro sinuosita’, sembrano respirare sotto l'acqua, elemento primordiale che riflette il cielo, avvicinandolo all'uomo.
È impossibile pertanto, rimanere indifferenti dinanzi alle opere di Nikolay che, attraverso il linguaggio della semplicità, schiudono scenari contemplativi sui misteri dell’esistenza, senza risolverli, soltanto evocandoli tramite lo strumento di un alfabeto elementare percepibile dal silenzio interiore e connotato di universalità. Il Credo fideistico di Nikolay si espande attraverso il dono della pittura, spogliando la realtà dei sedimenti fisici e portando alla ribalta la dimensione immaginifica del sogno. Spirito e magia si intrecciano, soggetto ed oggetto si abbracciano profondendosi l'uno nell'altro e cosi facendo ricreano la realtà attraverso il codice pittorico personalissimo e al contempo simbolico dell'introspezione, come dimostrano le finestre con le imposte chiuse.
Gli occhi malinconici, distanti dal regno delle cose, che appartengono al soggetto femminile protagonista del quadro nell’atrio rapiscono il visitatore, catapultandolo nella dimensione di preghiera che avvicina l'uomo al Creato e al suo artefice di cui i più sensibili, ponendosi alla deriva del fragore del mondo, possono percepirne ancora il senso, nonché il respiro.