L'arte in questo è magia e maestra e apre a risvolti eterni in quanto capace di estendere la percezione visiva e disporla in racconto. La capacità di raccontare oggi si sta perdendo, nonostante i molti sforzi di quanti fanno del recupero a livello culturale
lo scrigno emotivo tramite cui impedire la cancellazione di una identità individuale o collettiva.
La memoria storica dimostra di essere insufficiente nel tramandamento di quei semi identitari che hanno fatto germogliare le culture territoriali e si pensa all'integrazione del materiale archivistico con altro, narrato a più livelli, basato sull'interazione uomo territorio e uomo paesaggio. Uomo e miti, uomo e tradizioni ci parlano di un confronto frontale che tiene conto anche di altri fattori elementari coinvolgenti lo spirito di rivisitazione del territorio fruibile su vari piani, non ultimo quello che contempla l'interpretazione della frugalità primitiva attraverso l'utilizzo dei materiali locali. In questo la Calabria sta dimostrando enormi potenzialità in inversione di rotta rispetto alle altre aree meridionali tese a fare business attraverso le qualità primitive del territorio. La forte spinta dei giovani calabresi ad avvicinarsi al territorio sta producendo degli effetti altisonanti anche altrove, oltre alle riscontrabili e bene accette ripercussioni in positivo sull'economia dei centri interni, vere e proprie bomboniere soggette al fenomeno dello spopolamento.
La Calabria non è solo mare ed estate, riferiscono in maniera intelligente i giovani che disseminatamente lungo tutta la regione hanno dato vita a movimenti di recupero e ad associazioni identitarie circoscritte, tese a marcare la storia emotiva del loro territorio e ad emozionare. La volontà di fare rete è ancora a livello embrionale ma sicuramente presente nelle Pro Loco dei paesi che si sono ritrovati a metà dicembre a Marcellinara in occasione della presentazione del nuovo calendario caratterizzato dalle foto dei costumi tipici di ogni paese che ha aderito all'iniziativa. Che le montagne uniscano e non separino! È quanto è stato dichiarato in questa occasione, e di catene montuose da valorizzare la Calabria ne ha ben quattro, ciascuna con le sue peculiarita'. Le nuove strade di comunicazione promettono un sempre più facile raggiungimento di quei centri conservatisi splendidamente aiutati proprio dalla loro condizione di isolamento, divenendo preda di turisti per lo più stranieri non catalogabili all'interno di quei percorsi turistici convenzionali ormai diffusi anche nel nostro Sud. Uno degli esempi più pertinenti ci giunge da Falerna paese dove, venerdì 27 un viaggio itinerante a suon di organetto e zampogna ci ha introdotti tra i vicoli scoscesi del centro storico che dall'alto domina lo splendore della piana di Sant'Eufemia. Un brusio di luci appariva dall'alto, mentre dall'estremo orizzonte Sud ci giungeva come un sospeso bagliore di luci il saluto della Sicilia. L'aria frigida non ha impedito la riuscita della manifestazione voluta e organizzata dall'associazione I briganti del Mancuso i quali a mo' di via Crucis ci hanno guidati fin negli angoli più nascosti del paese facendoci degustare le specialità del luogo, il tutto con un contributo libero da parte dei partecipanti.
I presepi viventi fanno rivivere i borghi già di per sé presepi arroccati in cima o sui crinali di colli e monti, e quest'anno tanti comuni calabresi hanno voluto rendere omaggio alla Natività organizzando ciascuno il proprio percorso itinerante. Degno di nota quello del caratteristico paese di Lago, stupefacente per la varietà e la ricchezza dei costumi. Altra storia l'iniziativa partita dall'associazione Amici dei presepi di Conflenti, congiuntamente all'associazione Felici e Conflenti che hanno organizzato un viaggio tra i presepi del centro storico, sorprendente borgo medievale, nei cui antichi magazzini artisti locali e non solo hanno realizzato ciascuno la propria personale interpretazione della Natività, ricorrendo all'utilizzo di materiale semplice, reperito dalla tradizione locale o presente in natura nel territorio.